Quando la sostenibilità è il DNA di un’impresa: la trasformazione di Sales Società Benefit

La prima cosa che un imprenditore deve tenere in considerazione è la redditività della sua azienda, senza la quale non c’è sviluppo. Investire in sostenibilità, farlo concretamente con scelte e azioni, è impegnativo, ma penso che faccia parte della responsabilità sociale di un’impresa e del suo DNA.

Nel caso di Sales è un concetto radicato, perché crediamo sia un tema da trattare a livello di comunità, di presenza sul territorio, di prodotto. La sostenibilità permette di differenziarsi sul mercato e questo può portare nuovi guadagni perché è ormai evidente che esistono consumatori e clienti consapevoli e attenti.

Sales è una delle poche aziende italiane, e uno dei pochissimi etichettifici al mondo, certificata B Corp e dal 2020 siamo diventati anche Società Benefit, che, ci tengo a spiegarlo, non è la stessa cosa. 

BCorp è un ente certificatore privato, senza scopo di lucro, che valuta il raggiungimento di certi obiettivi come l’approvvigionamento delle materie prime, le distanze dei nostri fornitori e molti altri fattori pratici. Si tratta di un processo di valutazione continuamente aggiornato che analizza tutti i processi aziendali e non, misurando l’impatto di ogni azione sull’ambiente naturale, umano ed economico. 

Per diventare BCorp si sommano i risultati di centinaia di test e se il dato complessivo supera gli 80 punti significa che il bilancio tra costi e ricavi del nostro operare sull’ambiente come azienda è in pareggio o positivo. In parole semplici, significa che produciamo più valore di quanto ne prendiamo dal mondo. A questo punto si può diventare BCorp e ogni 3 anni ci si sottopone ai controlli per poter mantenere la certificazione. Ad oggi le aziende BCorp sono 5000 in tutto il mondo, anche perché raggiungere gli 80 punti è molto difficile. Su 100mila aziende che ogni anno si sottopongono all’assessment, solo il 3% diventa BCorp.

Come si può capire, è un processo lungo e impegnativo, che ci ha messi davanti a tante nuove consapevolezze e a domande che non ci eravamo posti prima. Inizialmente abbiamo intrapreso il cammino della certificazione per curiosità, ma ben presto è diventata una sfida in cui abbiamo creduto. Nel 2016 non abbiamo ottenuto la certificazione nonostante tutto il nostro impegno. Ci siamo riusciti nel 2018 e ad oggi, nel 2022, l’abbiamo mantenuta con obiettivi sempre più sfidanti.

Ottenuto il certificato BCorp, entro due anni è obbligatorio cambiare lo statuto e diventare Società Benefit. Mentre essere BCorp non ha valore legale, essere Società Benefit è, a tutti gli effetti, una ragione sociale, ufficializzata dal notaio con l’inserimento nello Statuto di altri obiettivi oltre a quello di fare profitto che, ribadisco, è quello alla base di qualunque azienda. Essere Società Benefit richiede dunque un impegno molto forte da parte dell’impresa e comporta nuovi obblighi, come quello, ad esempio, di pubblicare il bilancio di sostenibilità. Un impegno che trascende il mantenimento del certificato BCorp e che dura tutta la vita dell’azienda.

Questo percorso offre una maggiore consapevolezza delle scelte gestionali, maggiore capacità di incidere positivamente sull’ambiente e sulla collettività in cui si opera, un grande coinvolgimento dei collaboratori su valori importanti, che creano identità e senso di appartenenza. Ma siamo consapevoli che, non ancora e non sempre, questo si traduce in nuove opportunità di business.

Quest’anno, per esempio, per la prima volta, un cliente, anch’esso certificato BCorp, ci ha ammessi a una gara e inizieremo a breve una collaborazione. La sfida più difficile è fare tutto bene, offrendo la miglior qualità del prodotto e del servizio ad un prezzo competitivo per il mercato. Noi lavoriamo usando materiali sostenibili e riciclabili, prodotti con risorse rinnovabili, investiamo sul benessere dei dipendenti e con progetti specifici su quello della comunità.

I vantaggi dell’investire in sostenibilità e consapevolezza sono tantissimi e concreti, anche se non si traducono immediatamente in un aumento del fatturato. BCorp, per esempio, chiede ad un ente terzo di valutare i comportamenti virtuosi delle aziende certificate, andando oltre le autodichiarazioni. Analizza la governance, la gestione del lavoro e dei dipendenti, non solo la ricaduta sull’ambiente quindi, ma anche quella sulla società. Favorendo, di fatto, un processo di continuo miglioramento e cura che, in seconda analisi, porta anche a ottimizzare le spese e a migliorare i margini di profitto. 

Tutto questo coinvolge e attiva anche i collaboratori, che sono uniti e coesi, nell’azienda, a tutti i livelli, per migliorare il nostro mondo. Quest’attenzione verso i dipendenti per noi è partita diversi anni fa quando, tra le progettualità in campo, abbiamo anche attivato la partecipazione a Impact Prototypes Labs (IP Labs) del Cottino Social Impact Campus, un programma pratico di sviluppo di soluzioni prototipali ad impatto sociale dove aziende e studenti lavorano insieme per prototipare nuovi modelli di business, modelli organizzativi, processi e competenze, prodotti/servizi che coniughino obiettivi di profittabilità e posizionamento sul mercato con la realizzazione di un impatto sociale intenzionale, addizionale e misurabile.

Il nostro obiettivo era inserire il welfare in azienda, ma dovevamo presentare ai nostri dipendenti l’iniziativa nel modo giusto. Abbiamo lanciato una open call interna per capire chi potesse essere interessato a diversi servizi e proposte per il benessere della persona come premio aziendale, lasciando la possibilità ai singoli di scegliere se accedere o meno a questa offerta. Alla fine, l’idea è piaciuta e da quest’anno l’abbiamo concretizzata anche con un accordo sindacale che prevede, appunto, che l’offerta di welfare sia il premio aziendale.

Il valore di questo progetto è stato di affrontare in modo pratico un argomento e un possibile sviluppo per l’impresa e di farlo insieme agli studenti, a ragazzi, che hanno una voce diversa. Insieme siamo riusciti a capire come rendere tutti i collaboratori partecipi e inclusi nel processo decisionale. Un approccio che ha portato tanto valore perché non è così comune nelle aziende mettere in piedi un percorso partecipativo e condiviso. Lo scambio interno e quello con gli studenti hanno dato nuove energie e freschezza, stimoli e visioni diverse e curiose. 

Credo che progettualità come queste siano azioni importanti perché le aziende hanno bisogno di essere più a contatto con il mondo universitario. IP Labs ci ha permesso di migliorare lato governance e relazioni con i dipendenti, costruendo un posto di lavoro più inclusivo e con impatto positivo. Percorsi di questo tipo sono utili per le imprese e per i giovani perché permettono di riflettere e mettersi in gioco sui temi della sostenibilità a tutto tondo. E per questa ragione meritano di essere moltiplicati. 


Se sei un’azienda piemontese e vuoi partecipare a IP Labs, il nostro programma pratico di sviluppo di soluzioni prototipali a impatto sociale per le imprese del territorio piemontese, la call è aperta e puoi scoprire di più sul nostro sito a questo link.