Creare esperienze per tutti

Il design inclusivo è un approccio fondamentale. Sia che si tratti di siti web, servizi digitali o spazi fisici, l’obiettivo è quello di raggiungere il maggior numero della popolazione o dello specifico target. Il design inclusivo si concentra sulla diversità delle persone e sull’impatto che questa diversità ha sulle decisioni di progettazione. Con una popolazione mondiale di più di 7 miliardi di persone, l’ambizione come designer dovrebbe essere quella di creare prodotti che siano fisicamente, cognitivamente ed emotivamente appropriati per ciascuno di essi. Tutto inizia con il vedere la diversità umana come una risorsa per realizzare progetti migliori.

È importante sfidare la separazione polarizzata tra “normodotati” e “disabili” per comprendere appieno la diversità della popolazione. Una ricerca commissionata da Microsoft nel 2003 per studiare i vantaggi della tecnologia accessibile ha sottolineato che il concetto di “disabilità” può limitare la comprensione della necessità di una tecnologia accessibile. Pertanto, l’industria IT deve considerare l’ampia gamma di persone che potrebbero trarne vantaggio.

La diversità all’interno della popolazione non si limita solo alle capacità, ma si estende anche ai contesti del mondo reale, agli stili di vita, alle aspirazioni, a condizioni temporali specifiche, al genere e alle esperienze passate. In altre parole, “è normale essere diversi”. 

Basti immaginare il beneficio di un’applicazione che può essere utilizzata con una mano sola e che può servire a chi ha una frattura momentanea, così come a chi sta portando la busta della spesa o ha un bambino in braccio.

Tuttavia, il design inclusivo va oltre la semplice considerazione delle persone. Richiede di considerare anche gli aspetti relativi al profitto e al pianeta. È sempre più necessario considerare una serie ampia di aspetti per valutare l’impatto complessivo di un prodotto o di un servizio.

Per una agenzia come Triplesense Reply, il design inclusivo è un approccio irrinunciabile che si concentra sulla diversità delle persone e sull’impatto che questa diversità ha sulle decisioni di progettazione. Questo non significa semplicemente creare un’unica soluzione che si adatti a tutti, ma progettare una varietà di modi in cui tutti possano partecipare a un’esperienza con un senso di appartenenza. Il design inclusivo è una metodologia di progettazione che consente e attinge all’intera gamma della diversità umana e per fare questo è necessario che le aziende e le agenzie adottino una serie di pratiche e approcci. Prima di tutto, i team di progettazione devono essere il più diversificati possibile, con membri provenienti da diverse esperienze, background e con diversi punti di vista. È essenziale includere e coinvolgere direttamente le persone che hanno difficoltà o sono state escluse dai progetti precedenti, rispettando il principio “niente su di noi senza di noi”. Questo significa non considerarle come partecipanti simbolici o soggetti di ricerca, ma coinvolte fin dall’inizio come co-designer. Inoltre, gli strumenti e le metodologie utilizzati nella progettazione devono essere accessibili e utilizzabili per un’ampia gamma di persone. Ciò non significa denigrare le competenze dei designer professionisti, piuttosto rendere le competenze più accessibili e favorire la partecipazione. Un altro aspetto cruciale del design inclusivo è la consapevolezza delle barriere che impediscono alle persone di partecipare pienamente all’esperienza. Non è solo una questione di accessibilità fisica, ma è necessario considerare l’aspetto cognitivo ed emotivo delle persone. È importante comprendere le sfumature delle esperienze umane e creare soluzioni che siano fisicamente, cognitivamente ed emotivamente appropriate per ciascun individuo. Questo richiede un approccio empatico e un continuo dialogo con gli utenti per comprendere le loro esperienze e le sfide che affrontano.

In quest’ottica potremmo dire che non esiste il design inclusivo. Esiste solo il buon design, che per sua natura lo deve ricomprendere.