Turismo accessibile: l’ideale e l’opportunità – l’esperienza di Cityfriend

Si può fare business anche facendo cose giuste, puntando sulla realizzazione di un diritto sacrosanto, promuovendo un ideale che migliori la società. L’esperienza di Cityfriend nasce proprio da qui, da una convergenza tra l’aspetto valoriale e la consapevolezza dell’esistenza di un segmento di mercato poco sfruttato e dalle altissime potenzialità. Stiamo parlando di turismo, e specificamente del turismo accessibile e inclusivo, dedicato alle persone con disabilità o con esigenze specifiche. 

Barriere fisiche, scarsa conoscenza, informazioni deficitarie e approssimative, diffidenza. Tutto questo concorre a rendere difficile l’esperienza turistica per le persone con disabilità. Ma esiste, ed è sancito da leggi nazionali e internazionali, il diritto di tutti al viaggio e a godere della bellezza e della conoscenza. Si tratta di un’esperienza fondamentale per l’uomo, essenziale per la sua crescita e per lo sviluppo della sua personalità. 

I dati parlano chiaro. Sono quasi dieci milioni gli italiani che in vacanza riscontrano problemi di accessibilità. Non si tratta solo di persone con disabilità ma anche di anziani e famiglie con bambini. In pratica, un esercito di turisti che se trovassero servizi adeguati genererebbero un impatto sul Pil di 11,7 miliardi di euro. In Europa si parla di 130 milioni di persone. Un potenziale enorme per il settore, ottenibile se migliorasse l’inclusività dell’offerta turistica.

Le peggiori carenze si riscontrano ovviamente nelle barriere fisiche, ma non solo. Quello che manca è anche la conoscenza e la formazione degli operatori turistici, un’informazione dettagliata e verificata sull’accessibilità, un supporto all’esperienza turistica nella forma della consulenza o, se necessario, di un facilitatore o un assistente. 

Cityfriend cerca di rimediare proprio a tutte queste lacune. Questa startup innovativa a vocazione sociale è stata fondata a Torino nel 2019 da tre persone con grande esperienza nel settore del turismo, Andrea Panattoni, Luisa Pavesi e Alessandro Parisi, ma il suo campo d’azione si sta espandendo dal Piemonte a molte regioni italiane. Quello che offre è un ventaglio di servizi, tutti volti a migliorare l’accessibilità dell’offerta turistica.

La startup propone servizi turistici sul territorio, dando alle persone con esigenze specifiche informazioni utili per organizzare il viaggio autonomamente o proponendo tour privati personalizzati e esperienze e visite guidate per piccoli gruppi; organizza corsi di formazione per strutture alberghiere, guide turistiche, accompagnatori, agenzie di viaggio, Atl e Tour Operator; dà consulenza alle strutture che vogliono abbattere le barriere architettoniche e migliorare la propria accessibilità; promuove strutture e destinazioni accessibili, con la pubblicazione, nel proprio sito, di schede dettagliate di hotel che vengono poi inseriti all’interno dei pacchetti turistici.

Il primo aspetto innovativo di questo progetto imprenditoriale è la stretta interrelazione con le associazioni delle persone con disabilità, nella consapevolezza che sono l’unico canale possibile per conoscere le esigenze e i bisogni dei turisti con esigenze specifiche. È da questo dialogo che nascono i protocolli alla base della mappatura del grado di accessibilità delle strutture e dei servizi turistici. Cityfriend promuove circa 140 proposte di turismo inclusivo che nascono da sopraluoghi e da un accurato lavoro di verifica sul campo. Se la totale accessibilità, quella che risponde ad ogni esigenza specifica, è un’utopia, il turista con disabilità deve poter conoscere esattamente cosa lo attende e questo è reso possibile grazie a delle schede molto dettagliate che vengono compilate insieme ai fornitori dei servizi turistici. 

Una figura centrale e innovativa ideata dalla startup è il facilitatore, il “cityfriend”. Si tratta di un professionista dell’accoglienza con una formazione specifica, che gli consente di rispondere ai bisogni di turiste e turisti in condizioni di potenziale svantaggio. L’ambizione è quella di moltiplicare il numero di “amiche” e “amici” del turismo accessibile in ogni città. Questi “esperti” conoscono profondamente il territorio e svolgono sia attività di consulenza, per chi vuole viaggiare autonomamente, che di guida e accompagnamento. Nei tour di Cityfriend il turista può richiedere inoltre un servizio di interpretariato LIS, o il supporto di figure professionali sanitarie (tra cui OSS, fisioterapisti e psicologi), durante il viaggio.

Per formare nuovi facilitatori la startup propone ogni anno un corso indirizzato alle guide, agli accompagnatori e agli operatori turistici. Quello che viene insegnato, in collaborazione con le associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità, è soprattutto una metodologia di lavoro che mette al primo posto l’ascolto, l’attenzione e la cura. Si impara a mettersi da un altro punto di vista, a riconoscere le barriere e ad affrontarle. La startup lavora anche alla formazione di albergatori e personale della filiera turistica per insegnare a pensare accessibile e promuovere il valore della diversità, nella convinzione che questo poi porterà a un arricchimento per tutti, non solo morale, valoriale, ma anche economico. 

Quando si parla di accessibilità non si può dimenticare la tecnologia. L’innovazione tecnologica sta infatti aprendo sempre nuove possibilità anche nel campo del turismo inclusivo. Questo aspetto ha un posto centrale anche nell’esperienza di Cityfriend, attenta nel ricercare strumenti sempre più efficaci per rendere fruibile l’esperienza turistica alle persone con disabilità. App che permettono di guardare video in lingua dei segni, per persone non udenti, audio contenuti per non vedenti, tour virtuali che consentono di preparare una visita con persone autistiche e rassicurarle prima che affrontino un ambiente non familiare: sono solo alcuni esempi delle grandi prospettive che si stanno aprendo nel settore. Resta comunque molto da fare per rendere l’informazione e la cultura inclusiva anche sul web. Anche nel campo della tecnologia bisogna imparare a pensare accessibile. In un sito internet esistono barriere esattamente allo stesso modo che in un museo.  

Cityfriend deve affrontare ancora oggi molte difficoltà per affermarsi nel settore turistico ma la startup non misura i propri successi dalla quantità di esperienze o pacchetti venduti. Quello che conta è l’impatto sociale provocato dalla formazione e dalla conoscenza dell’ambito del turismo accessibile. Il cambiamento culturale è il vero valore e significato. La consapevolezza di stare promuovendo una visione che andrà a cambiare i prossimi anni.