Mario Calderini, Scientific Advisor del Campus
La sfida condivisa di difendere e preservare la potenza trasformativa dell’impatto sociale.
Abbiamo bisogno oggi di una cultura dell’impatto che sia trasformativa e radicale, le parole che usiamo per parlarne devono essere riempite di significati profondi.
Questo cambiamento, che è prima di tutto culturale, deve essere costruito su tre pilastri.
Il primo: l’impatto sociale e quello ambientale devono andare a braccetto, non possiamo ignorare il modo in cui sono intrecciati.
Il secondo: la nostra interpretazione dell’impatto sociale ha bisogno di essere irrobustita, anche grazie a nuove metriche, perché esiste oggi una sproporzione tra l’attenzione degli attori economici data alle questioni sociali rispetto a quelle ambientali.
Il terzo: per queste ragioni abbiamo bisogno di centri di ricerca e di competenza per l’impatto sociale che permettano di cambiare la nostra idea di innovazione.
I modelli super-funzionali e prestazionali usati fino a ora sono stati guidati prevalentemente dalla tecnologia e hanno bisogno di essere affiancati a modelli di innovazione più adatti al sistema di vincoli definito dalle grandi sfide sociali e ambientali, in modo da portare a una comprensione profonda dei fenomeni.
L’integrità dell’impatto sociale ha bisogno di essere difesa perché solo in questo modo ne possiamo preservare la potenza trasformativa, e questa è una missione non solo coraggiosa, ma anche giusta.
Per questo sono onorato dell’offerta che mi è stata fatta di essere consigliere e scientific advisor del Cottino Social Impact Campus, perché credo nella sua missione.
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