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18 Ottobre 2021
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Mario Calderini, Scientific Advisor del Campus

La sfida condivisa di difendere e preservare la potenza trasformativa dell’impatto sociale.

Abbiamo bisogno oggi di una cultura dell’impatto che sia trasformativa e radicale, le parole che usiamo per parlarne devono essere riempite di significati profondi.

Questo cambiamento, che è prima di tutto culturale, deve essere costruito su tre pilastri.

Il primo: l’impatto sociale e quello ambientale devono andare a braccetto, non possiamo ignorare il modo in cui sono intrecciati.

Il secondo: la nostra interpretazione dell’impatto sociale ha bisogno di essere irrobustita, anche grazie a nuove metriche, perché esiste oggi una sproporzione tra l’attenzione degli attori economici data alle questioni sociali rispetto a quelle ambientali.

Il terzo: per queste ragioni abbiamo bisogno di centri di ricerca e di competenza per l’impatto sociale che permettano di cambiare la nostra idea di innovazione.

I modelli super-funzionali e prestazionali usati fino a ora sono stati guidati prevalentemente dalla tecnologia e hanno bisogno di essere affiancati a modelli di innovazione più adatti al sistema di vincoli definito dalle grandi sfide sociali e ambientali, in modo da portare a una comprensione profonda dei fenomeni.

L’integrità dell’impatto sociale ha bisogno di essere difesa perché solo in questo modo ne possiamo preservare la potenza trasformativa, e questa è una missione non solo coraggiosa, ma anche giusta.

Per questo sono onorato dell’offerta che mi è stata fatta di essere consigliere e scientific advisor del Cottino Social Impact Campus, perché credo nella sua missione.


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