È Roberta Ligossi a conquistare la 1° edizione del premio “WE For Sustainability” del Cottino Social Impact Campus, assegnato nell’ambito del premio GammaDonna 2023.

Alla startup di content e-commerce dedicata all’artigianato contemporaneo il riconoscimento ideato dal Cottino Social Impact Campus nell’ambito dell’edizione 2023 del premio all’imprenditorialità femminile.

Roberta Ligossi porta avanti la sua scommessa imprenditoriale con il founding team under 35 tutto al femminile della sua Ta-Daan, startup di “content e-commerce” dedicata all’artigianato contemporaneo, con una community di 200mila follower e un network europeo di 5.000 piccole botteghe artigiane provenienti da tutta Europa. Da un lato, punta a sensibilizzare le nuove generazioni su uno stile di consumo alternativo, più etico e sostenibile. Dall’altro contribuisce – anche attraverso un nuovo storytelling – alla sopravvivenza e all’evoluzione del piccolo artigianato locale. Ridefinendo l’artigianato da “metodo di produzione” a potente strumento di diffusione dei valori di unicità, sostenibilità e consapevolezza.

Le eccellenze imprenditoriali vanno riconosciute e ancora più quelle femminili, per il loro potenziale di generare, più di altre, impatto sociale. L’imprenditoria femminile è infatti una leva strategica in quel percorso intrapreso dal Campus di acceleratore della transizione verso la sostenibilità a 360°, attraverso cui non solo colmare un “gap” culturale che è sotto gli occhi di tutti, ma anche mettere in atto una vera trasformazione sostenibile, a livello sociale e ambientale ” secondo Cristina Di Bari, CEO Cottino Social Impact Campusoggi – continua Di Bari – la cultura dell’impatto non può e non deve più essere prerogativa di pochi, ma visione condivisa del mondo per costruire l’unico sviluppo possibile, ovvero sostenibile sotto tutti i punti di vista.

Ecco le prime sensazioni a caldo di Roberta, ancora sul palco della Italian Tech Week, appena ricevuto il premio “WE For Sustainability” da Giuseppe Dell’Erba, Board Member Cottino Social Impact Campus | Direttore Generale Fondazione Cottino:

Alcune immagine della premiazione di venerdì 29 settembre:

TUTTI I PREMI GAMMADONNA 2023 E LE VINCITRICI:

Susanna Martucci, fondatrice e CEO di Alisea, è la vincitrice dell’edizione 2023 del Premio GammaDonna. Grazie alla visionarietà con cui – da 30 anni – combina scarti industriali, innovazione nei processi produttivi, e tecnologie all’avanguardia, dando vita a prodotti unici senza materia prima. 

La scelta di puntare sull’innovazione come fattore di sviluppo d’impresa, prima ancora di essere un’esigenza commerciale, è stata un’esigenza personale. Innovare non è solo indispensabile – ha commentato Susanna Martucci nel ricevere il Premio – è gratificante, anche sul piano sociale, un fondamentale contributo al miglioramento della vita delle persone. Una spinta dove non esiste una vera differenza tra donne o uomini, ma che forse è più faticosa per le imprenditrici che devono superare le aspettative legate a consuetudini, ed in alcuni casi uscire dalla comfort zone”.

Cristiana Vignoli – CEO Hemera Pharma [Verona] vince il riconoscimento di Intesa Sanpaolo Innovation Center assegnato alla startupper più innovativa – che ha sviluppato la prima terapia al mondo per la cura delle lesioni del midollo spinale: un progetto biotech di medicina rigenerativa e alta ricerca tutto italiano. “Un’innovazione di grande valore etico e sociale, tema di assoluta centralità per Intesa Sanpaolo Innovation Center – ha affermato  Stefano BruzziHead of Development of Innovation Network, Intesa Sanpaolo Innovation Center – Nella sua mission di valorizzare talenti ed idee ad elevato potenziale, Intesa Sanpaolo Innovation Center ha scelto di premiare Cristiana Vignoli di Hemera, per l’impegno e l’ambizione di apportare significativa innovazione nella cura medica delle lesioni midollari, ridando speranza a pazienti che finora non ne avevano.”

Sabrina Fiorentino – founder & CEO SESTRE [Trinitapoli, BAT] – vince lo speciale riconoscimento di Valentina Communication (ideatrice del Premio), istituito in memoria della sua fondatrice e assegnato all’imprenditrice che si è distinta nel campo della comunicazione online e offline, che ha utilizzato la potenza della dieta mediterranea per sviluppare soluzioni nutraceutiche per il trattamento di disfunzioni e malattie invisibili che compromettono la fertilità e la qualità della vita della donna.

Il nostro riconoscimento a Sabrina – ha detto Marco Parenti, CEO di Valentina Communication – è per l’instancabile attività di divulgazione e sensibilizzazione, con la quale sta rivoluzionando il mondo della fertilità, creando ponti di consapevolezza e portando più ricerca scientifica sul mercato, più mercato nelle Università e più componente femminile nel mondo istituzionale.”

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Premiata Fratelli Bonfanti con “B_OND” e menzione di merito del Cottino Social Impact Campus all’impresa Ri-generation.

F.lli Bonfanti, storica azienda produttrice di bottoni di alta moda, è l’impresa premiata alla 3° edizione di Impact Prototypes Labs IP Labs, primo programma pratico per lo sviluppo di progetti aziendali di sostenibilità e ad impatto sociale per innescare processi innovativi che contribuiscano a generare, insieme, impatto positivo. L’impresa ha sviluppato il progetto B_OND, un bottone “intelligente” che funge da dispositivo di SOS che, se premuto, invia la propria posizione GPS e un messaggio di richiesta d’aiuto a numeri preregistrati inseriti su una apposita app. Il dispositivo è pensato per aiutare le persone, e in particolare le donne, in una situazione di pericolo o difficoltà. Al progetto ha lavorato il team composto dagli studenti del Politecnico di Torino Giorgia Ficili, Mattia Ciarpella, Mattia Cicchinè, Edoardo Domenella, e dell’Università di Torino Tamar Tomaradze.

Il progetto è stato premiato, si legge nella motivazione della giuria “per aver ricercato, attraverso l’innovazione tecnologica applicata a un prodotto tradizionale, una soluzione ad elevato impatto sociale a beneficio di ragazze e donne che si trovino in situazioni di pericolo percepito, in tal modo contribuendo a porre fine a ogni forma di discriminazione e violenza sulle donne sia nella sfera privata sia in quella pubblica, attraverso il coinvolgimento attivo della comunità”.

La F.lli Bonfanti è una storica azienda familiare con sede a Torino che produce bottoni alta moda in Italia dal 1946. Da San Francisco a New York, Londra, Parigi passando per Roma, Monaco di Baviera e Osaka, i bottoni Bonfanti sono nelle migliori mercerie e negozi di lane, tessuti e accessori moda.

La menzione di merito del Cottino Social Impact Campus è andata all’azienda Ri-generation, società benefit con sede a Vinovo che rigenera elettrodomestici. Il progetto sviluppato nell’ambito di IP Labs è un progetto “problem driven” volto a rendere più incentivante per le imprese produttrici di elettrodomestici il loro sistema di rigenerazione, attraverso il beneficio di impatto sociale come leva per aumentare la loro sostenibilità e trovare nuove aree di sviluppo del mercato.

Il progetto ha ricevuto la Menzione per l’alto impatto sociale positivo generato come si legge nella motivazione del Comitato Scientifico: “per aver integrato ed arricchito un modello di business nativamente orientato al paradigma dell’economia circolare ad obiettivi di impatto sociale intenzionale, misurabile ed addizionale. L’innovazione di business model, che si arricchisce di importanti strategie di partenariato con rilevanti attori di mercato, è impreziosita dall’intento di includere minori e adolescenti in condizioni di svantaggio attraverso attività di formazione e di acquisizione di nuove capacità.”

Al progetto ha lavorato il team composto dagli studenti del Politecnico di Torino Enrico Ferramosca, Francesco Monaca e Mariantonietta Piconio. “Assistere alla presentazione dei progetti, che hanno saputo interpretare il paradigma dell’impatto ESG insieme ad una community di oltre 200 persone tra imprenditori, manager, docenti, tutor e studenti, è la conferma del successo della terza edizione di IPLabs  dedicata all’innovazione di modelli di business, di prodotti e servizi, di riorganizzazione dei processi e di ampliamento delle competenze– commenta Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus e Presidente della Fondazione Cottino. – Un capitale relazionale e di competenze di così ampio respiro rafforza la nostra convinzione che stiamo andando nella giusta direzione che ci vedrà in futuro sempre impegnati per accompagnare e misurare la sostenibilità in tutte le sue espressioni.”

La 3° edizione del programma ha visto 31 imprese del territorio piemontese lavorare per oltre 4 mesi alla realizzazione di 28 progetti ad impatto sociale. Grazie al lavoro a stretto contatto con gli 86 studenti delle Lauree Magistrali del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Torino, i 13 docenti con i 30 tutor di Cottino Social Impact Campus e di UniGens si è giunti all’individuazione delle dieci finaliste: Bart, C.IA.C, Coesa, Euro Stamp 1, Fratelli Bonfanti, Labins, Marazzato Soluzioni Ambientali, Ri-generation, Trafilplast, Zama Solutions per aver interpretato al meglio la sfida dell’Impact Economy in base ai criteri di originalità della soluzione proposta, di rilevanza del tema sociale affrontato e di qualità delle metodologie adottate.

La terza edizione di IP Labs, che aveva preso il via il dicembre scorso proprio da Palazzo Birago, si conclude oggi con la presentazione dei progetti finalisti, che per qualità e valore confermano la validità della formula proposta, che fa dialogare studenti e imprese sui temi dell’impatto sociale – afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Si conferma oggi anche l’importanza del lavoro svolto dal Cottino Social Impact Campus, che proprio pochi giorni fa ha inaugurato insieme a noi il nuovissimo Centro di Competenze per la Valutazione e Misurazione dell’Impatto, caso unico in Italia e best practice a livello europeo”.

Per Francesco Brizio, Responsabile Stakeholder & Territorial Developement Development Region Nord Ovest Unicredit, “la sostenibilità è una necessità fondante che riguarda il mercato e le generazioni future, oltre che una grande opportunità. La sfida che viene posta alle imprese è un paradigma di sopravvivenza per le aziende e gli istituti bancari devono ripensare al loro ruolo in questa direzione”.

Le imprese che hanno partecipato hanno avuto l’opportunità di accedere a un programma di apprendimento collettivo con cui esprimere e valorizzare le loro potenzialità e capacità di generare impatto sociale positivo; di comprendere le principali sfide legate alle grandi trasformazioni ambientali e sociali di scala globale; di individuare e qualificare opportunità di innovazione; di conoscere e confrontarsi con altre imprese; di incontrare e lavorare con giovani ad alto potenziale interessati ai temi dell’innovazione e dell’impatto.

IP Labs edizione 2022-2023 è stato possibile grazie ad un investimento complessivo di oltre 200 mila euro della Fondazione Cottino, della Camera di commercio di Torino e di UniCredit e realizzato dal Cottino Social Impact Campus. Tra gli elementi distintivi del programma l’importante ecosistema di competenze, reputazione e partnership: Camera di commercio di Torino, UniCredit, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Einaudi, Unione Industriali Torino, API Torino, Confindustria Canavese, YES4TO, UniGens e Torino Social Impact.

L’Impact Day, i progetti vincitori e le aziende coinvolte sono anche state raccontate in questi articoli:


Martedì 18 luglio, dalle 17 alle 20, le 31 imprese e gli 86 studenti che hanno partecipato alla terza edizione di Impact Prototypes Labs, scopriranno i progetti finalisti che meglio hanno saputo sviluppare innovazione e la creazione di impatto sociale in azienda.

L’Impact Day, l’evento conclusivo di progetto, sarà un momento di confronto e condivisione tra aziende, partner e atenei che negli scorsi mesi hanno collaborato e si sono formati nel percorso di apprendimento sistemico e di rete ideato dal Cottino Social Impact Campus per generare impatto sociale grazie all’unione di imprenditori piemontesi e studenti delle Lauree Magistrali del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Torino e del Collegio Einaudi.

All’evento, moderato dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Filomena Greco, oltre all’annuncio dei 10 progetti ritenuti maggiormente di valore e dei due vincitori dell’edizione 2023, i partecipanti potranno conoscere la storia di Alessi S.p.A. e del suo impegno sulle tematiche dell’impatto grazie alla partecipazione di Nicoletta Alessi, Benefit Manager dell’azienda e ascoltare un interessante dialogo tra i partner del progetto (vedi locandina).

L’evento, a porte chiuse, sarà dunque un’occasione di incontro e networking in linea con tutto il programma pratico di sviluppo di soluzioni prototipali a impatto sociale, finanziato da Fondazione Cottino, Camera di commercio di Torino e UniCredit e realizzato da Cottino Social Impact Campus. 

Tra gli elementi distintivi del programma l’importante rete di partner: Camera di commercio di Torino, Unicredit, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Einaudi, Unione Industriali Torino, API Torino, Confindustria Canavese, YES4TO, UniGens e Torino Social Impact.


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Un modello per l’Italia e una best practice a livello europeo.

La valutazione d’impatto, ormai, è diventata uno strumento essenziale per gli investimenti pubblici e privati, a livello nazionale e internazionale. Il capoluogo piemontese ha assunto un ruolo chiave in questo processo; è stato presentato ieri presso il Cottino Social Impact Campus il Centro di competenze per la valutazione e misurazione dell’impatto, nato dall’accordo tra la Fondazione Cottino e la Camera di commercio di Torino – Torino Social Impact – e di cui Cottino Social Impact Campus ha assunto nel 2022 la guida scientifica, strategica e la gestione. Una realtà che rappresenta un caso unico in Italia e una best practice a livello europeo.

Per comprendere l’importanza di questo strumento, basti pensare che gli investimenti ad impatto in Italia sono raddoppiati e hanno raggiunto nel 2022 la quota di 35,4 milioni di euro (da Il Sole 24 ore del 12 maggio 2023). Stando al Rapporto EVPA Report «Accelerating Impact. Main takeaways from the first harmonised European impact investment market sizing exercise» del dicembre 2022, in Europa il mercato degli investimenti ad impatto è stimato a 80 miliardi di euro. La cosiddetta finanza a impatto necessita di avere una valutazione affidabile e comparabile dei risultati di impatto generati dai suoi investimenti.

Oggi solo in Piemonte si può contare su 5.500 realtà organizzative a impatto sociale, di cui circa 2.300 unità nel territorio della città metropolitana di Torino.

La valutazione dell’impatto sociale è indispensabile non solo per il Terzo Settore, ambito in cui è nata e si è sviluppata, ma anche per la pubblica amministrazione e le imprese. Oggi, anche a fronte della grande quantità di risorse finanziarie pubbliche che stanno arrivando sul mercato, ad esempio tramite il Pnrr, la misurazione dell’impatto deve essere affidabile e qualificata, così come la sua rendicontazione, per dare risposte reali ai problemi urgenti della società, come la povertà, l’immigrazione, la bassa scolarità, le discriminazioni, la mancanza della casa, ecc.

Con un finanziamento su base triennale di oltre 400mila euro della Fondazione Cottino , il Centro si pone come punto di interazione tra istituzioni pubbliche e private, soggetti rappresentativi della Cooperazione, del Volontariato, del Sindacato, degli ordini professionali, insieme ai soggetti di rappresentanza delle aziende private, per sviluppare competenze e cultura sulla Valutazione e misurazione dell’impatto sociale, a beneficio dell’intero sistema, e soprattutto, per definire e sperimentare soluzioni innovative in cui l’impatto sociale sia sempre più valorizzato, anche finanziariamente.

«Il Centro rappresenta una nuova tappa del percorso intrapreso da Torino nel campo dell’economia d’impatto, all’interno del quale il Campus Cottino assume un ruolo di primo piano nel fornire professionalità, strumenti e occasioni di studio e aggiornamento sulle strategie del futuro», commenta Cristina Di Bari, Ceo di Cottino social impact campus e Presidente della Fondazione Cottino. «La misurazione degli impatti è sia un atto di responsabilità nei confronti degli stakeholder e della società sia una grande opportunità per orientare gli investimenti e le strategie verso obiettivi e processi di innovazione inediti e sperimentali».

«Con il Centro si sta costruendo un luogo di competenze dell’impatto sociale, tema su cui Torino ha un ruolo all’avanguardia», commenta Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino. «La visione verso l’impatto non è solo una vocazione del mondo produttivo, ma una scelta strategica e politica che, è dimostrato, rende le imprese più performanti anche sul piano economico. È un fatto, così come lo è la necessità di autorevolezza e scientificità e il Centro di competenza ha trovato nel Cottino Social Impact Campus la sede più opportuna: abbiamo già avuto modo di coglierne e apprezzarne la preparazione, le capacità e le potenzialità. Ad esempio, con i percorsi formativi IP Labs, che permettono di instaurare un rapporto stretto tra studenti e imprese».

Al progetto partecipano, come partner accademici, l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, il Collegio Carlo Alberto, e grazie alla collaborazione con gli attori partecipanti al Centro, è stata creata una community di oltre 30 valutatori, profili di eccellenza sul piano nazionale ed internazionale, sono stati individuati da Lega Cooperative, Confcooperative, l’Ordine Dottori Commercialisti, Vol.To, le rappresentanze sindacali, l’Unione Industriali di Torino, Confindustria Canavese.


Tra le attività del Centro vi sono:

A supporto del Centro è stata avviata la piattaforma di content sharing collaborativo a disposizione di tutti i soggetti interessati che il Centro ha creato per offrire formazione, sperimentazione di nuove pratiche valutative, supporto metodologico ai valutatori, validazione e certificazione di interventi sul campo, networking tra i migliori centri di studio nazionali e stranieri sui temi dell’impatto.

Ad oggi sono oltre 100 le risorse su tutto il territorio nazionale che stanno andando a costituire i primi dati del repository del Centro, ma i ricercatori sono al lavoro e stanno arricchendo il database di nuovi dati.

Il Centro è stato inoltre individuato come soggetto realizzatore del Protocollo di intesa per la Misurazione dell’impatto sociale per la valorizzazione del patrimonio immobiliare e la riqualificazione urbana per la collaborazione tra la Città di Torino, la Camera di commercio di Torino e la Fondazione Compagnia di San Paolo, siglato lo scorso settembre con validità fino a tutto il 2024, con l’obiettivo di mettere a punto e sperimentare soluzioni innovative per tenere in conto, anche sul piano della monetizzazione, gli impatti sociali nel processo di immissione e valorizzazione sul mercato dei beni immobili pubblici.

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Il 30 maggio è stata presentata a Torino la ricerca sul ruolo e sulla figura professionale del Social impact manager promossa da Asfor – Associazione Italiana per la Formazione Manageriale in collaborazione con Cottino Social Impact Campus e SAA – Torino School of Management.  

Chi è il social impact manager? Quali competenze deve avere?


Quale ruolo può assumere all’interno di imprese e organizzazioni? Sono alcune delle domande che hanno animato la ricerca promossa da ASFOR in partnership con gli associati Cottino Social Impact Campus e SAA-School of Management, i cui risultati sono stati presentati il 30 maggio a Torino con il convegno “Quale ruolo per il social impact manager? Formare per generare valore sociale”.

Obiettivo della ricerca, e dell’incontro, definire la fisionomia, l’utilità e la potenziale collocazione di una figura che all’interno delle aziende si occupi di gestire e di rendicontare, con attenzione specifica, le tematiche di natura sociale connesse con l’attività d’impresa. Identificando percorsi formativi utili a svilupparne le competenze, affinché la gestione degli aspetti sociali diventi un driver di valore socioeconomico per l’impresa e anche per il territorio.

Una figura trasversale

«Asfor promuove un’intensa ricerca sul campo, in collaborazione con aziende, istituzioni pubbliche, fondazioni, terzo settore. Lo fa secondo le rigorose metodologie scientifiche proprie delle business school associate e con una visione inclusiva e multidimensionale che ha reso l’associazione un punto di riferimento per lo sviluppo del nostro Paese. Questa ricerca si rivolge a un ampio pubblico e intende sollecitare la capacità di leggere il contesto, alimentando la riflessione e il dialogo. La figura del social impact manager è trasversale alle varie funzioni e avrà un ruolo strategico nel tradurre dalla teoria alla pratica le azioni di sostenibilità sociale delle organizzazioni e nel costruire una nuova cultura di relazione e condivisione», afferma il segretario generale di Asfor, Mauro Meda.

Nuovi paradigmi aziendali

«I risultati della ricerca, a conferma dei segnali che SAA recepisce da territorio, istituzioni e allievi, evidenziano un forte interesse verso i temi legati alla sostenibilità. Nuovi paradigmi aziendali e nuovi modelli di business richiedono competenze manageriali e imprenditoriali che includano i temi ESG nelle scelte strategiche in un nuovo modo di fare impresa. SAA – School of Management di Torino da sempre caratterizzata da un mix di storia e innovazione è in prima linea per supportare il tessuto socio-economico nella transizione verso un nuovo modello di business per un’impresa sostenibile e responsabile», continua Davide Caregnato, direttore di SAA – School of Management, Università di Torino

Impatto sociale, dimensione trainante

«Scandagliando il mondo dalle aziende, emerge la necessità di un profilo professionale che inglobi la gestione di tutte le tematiche collegate alla sostenibilità e all’impatto sociale, ben oltre il solo aspetto ambientale. Si avverte inoltre un enorme bisogno di formazione: alla conoscenza normativa, indispensabile in ingresso, devono aggiungersi altre, più complesse, competenze, che si maturano nel tempo, in una dimensione di lifelong learning nella quale un up-skilling e re-skilling continuo consente alle persone di adattarsi ai continui cambiamenti. Il contesto dinamico offre ampio spazio di collaborazione tra chi costruisce la formazione e chi ne ha bisogno per portare i risultati sul mercato, aprendo nuove opportunità di progettazione cogestita, innovativa, che coinvolge le filiere. Più che un punto di arrivo, questa ricerca è un punto di partenza verso il rafforzamento di competenze, la formazione e l’accreditamento di profili professionali capaci di guidare il sistema economico verso una crescente responsabilità sociale», spiega Manuela Brusoni, presidente della Commissione di Accreditamento Asfor, Dean’s Delegate for Accreditation SDA Bocconi School of Management e responsabile della ricerca sul social impact manager.

Formazione pratica, sperimentale e trasformativa

«La ricerca presentata è stata uno stimolo importante per rendere efficace il confronto tra le imprese, gli enti di formazione e tutti gli attori impegnati nella transizione verso una autentica sostenibilità e una cultura dell’impatto. La sfida su come raggiungerla è la mission del Cottino Social Impact Campus che si impegna anche attraverso Istud Business School a realizzare una formazione pratica, sperimentale e trasformativa che a tutti i livelli dell’azienda porti a considerare l’impatto ingrediente determinante del posizionamento identitario e della capacità di innovare di imprese e organizzazioni», osserva Giuseppe Dell’Erba, direttore di Fondazione Cottino.  

Produrre valore condiviso

«Siamo di fronte a una fase di cambiamento strutturale del concetto stesso di impresa, all’interno della cui catena del valore diventa essenziale, e sempre più fattore competitivo, saper produrre valore condiviso, economico, ambientale e sociale, confrontandosi e interagendo con gli stakeholders e raccordandosi alle strategie di sviluppo sostenibile, nazionali e regionali. Nell’ottica di creare imprese e società responsabili e sostenibili nel tempo. Questo richiede accompagnare il management delle imprese in questo processo di trasformazione», sottolinea Marcello Bogetti, responsabile Center for Business and Society – SAA School of Management dell’Università di Torino.

Integrare le competenze tradizionali

«La consapevolezza della propria capacità trasformativa e l’impatto positivo sono oggi prioritari per le imprese che devono integrare responsabilità sociale e sostenibilità nella loro strategia. Dalla ricerca e dal convegno è emerso quanto sia necessario contemperare le competenze manageriali tradizionali con quelle di leadership nel plasmare la cultura organizzativa e nell’integrare l’impatto in tutte le funzioni aziendali, per definirne gli obiettivi e realizzarlo cosicché abbiano effetti positivi verso la società, l’ambiente e gli stakeholder interni ed esterni», conclude Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus.

Alla mattinata di lavori hanno preso parte anche Fabio Carosso, Vicepresidente e Assessore della Regione Piemonte con deleghe a Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo della Montagna, Foreste, Parchi, Enti locali; Alberto Tonelli, Dottorando in Business and Management, Università di Torino; Alain Devalle, Professore Ordinario in Economia Aziendale – Università di Torino; Claudia Galetto, Coordinatrice del gruppo di ricerca Sostenibilità e governance nell’Area Crescita sostenibile e sviluppo del territorio di IRES Piemonte; Rossella Sobrero, Presidente Koinètica;Marisa Parmigiani, Responsabile Sustainability Gruppo Unipol; Angelo Perez, Ceo &Co-founder Weco impresa sociale srl; Marella Caramazza, Board Member Cottino Social Impact Campus e Direttore generale ISTUD Business School; Carlo Majorino, Amministratore Unico SAA – School of Management, Università di Torino.

Media partner, formaFuturi.news, la rivista di cultura manageriale di Asfor e Apaform.

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Il percorso ISTUD – Politecnico di Torino, in collaborazione con Triplesense Reply e Cottino Social Impact Campus sarà presentato il 20 giugno alle ore 10:30 presso il Campus. 

L’Italia, con i suoi oltre 36.000 operatori, un valore aggiunto generato nel 2021 di 3 miliardi e oltre 60.000 occupati, è il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive nel comparto del design.

Il World Economic Forum indica le professioni del design tra gli ambiti di lavoro in maggiore crescita da qui al 2030. Ursula von der Leyen ha posto al centro dell’iniziativa transdisciplinare del nuovo Bauhaus

europeo per il green deal un approccio guidato da principi ispirati al design. Molto però è ancora da fare nell’ambito della progettazione di esperienze digitali inclusive, se pensiamo che il 98% dei siti in Italia

non sono in linea con i diritti privacy di utenti svantaggiati (fonte Federprivacy), e che la legge Stanca obbligherà – a partire dal 2025 – siti e app all’adeguamento a criteri di accessibilità nei contenuti e

fruibilità nelle informazioni offerte verso tutti gli utenti.

Il nuovo master in User Experience per l’Inclusive Design, organizzato da ISTUD Business School e Politecnico di Torino, con la partnership di Cottino Social Impact Campus e Triplesense Reply, si

inserisce in questo scenario, con l’obiettivo di formare la nuova figura professionale dell’UX Inclusive Designer, responsabile della progettazione di esperienze (digitali e non) in cui la diversità e la disabilità

diventano punti focali per disegnare servizi innovativi, accessibili e inclusivi. Attraverso un approccio che unisce competenze di design, tecnologia, management, impatto sociale.

Il master in User Experience per l’Inclusive Design si rivolge a persone con provenienze di studio diversificate: tecniche e ingegneristiche, umanistiche, economico-sociali e in generale a chi è

interessato alla progettazione di esperienze digitali con attenzione all’accessibilità, all’inclusività, alla sostenibilità.

L’idea di questo nuovo programma è nata dalle esigenze delle imprese che ricercano figure multidisciplinari, sensibili e competenti in questo ambito. Oltre 20 organizzazioni di tutti i settori – dalla

consulenza alla finanza, dalla comunicazione alla produzione; del mondo profit e del terzo settore – hanno sposato il progetto e sono ora pronte ad inserire gli studenti nelle proprie strutture.

Servizi digitali, internet e tecnologie sono parte fondante di ogni aspetto della nostra vita. Rappresentano il canale di accesso a salute, denaro, lavoro, informazione, trasporti, intrattenimento e interazioni

sociali. Per questo è fondamentale che siano fruibili da tutte le persone, senza esclusioni. Progettare per l’inclusione è utile a incentivare la creatività e l’innovazione. Il design diventa così una forza per il

cambiamento, un driver che genera nuove soluzioni e un catalizzatore per la trasformazione sociale.

Il percorso partirà a Torino, il prossimo 25 settembre, all’interno del Cottino Social Impact Campus, situato nel cuore della Cittadella Politecnica, Corso Castelfidardo 30/A.

Le selezioni sono aperte.

Per maggiori info :

Master in User Experience per l’inclusive design

Ecco la rassegna stampa:


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Nell’ambito della nuova edizione del Premio Gamma Donna, che dal 2004 premia le menti più brillanti dell’imprenditoria femminile italiana, il Cottino Social Impact Campus introduce un nuovo riconoscimento: il Women Entrepreneur Sustainability Award. 

Il premio verrà assegnato all’imprenditrice che, grazie al purpose e alla strategia d’impatto della sua impresa, sta affrontando la transizione ambientale, sociale o culturale con obiettivi sostenibili, anche attraverso l’utilizzo di nuovi paradigmi digitali e d’innovazione. In palio, oltre ai benefit riservati alle finaliste, la possibilità di accedere al network di aziende virtuose e di competenze che fanno capo al Cottino Social Impact Campus, attraverso la partecipazione a eventi di scala nazionale e internazionale e attraverso l’attivazione di un percorso formativo per l’integrazione trasversale nel modello di business dei principi di sostenibilità.

C’è tempo fino al 18 maggio per candidarsi al concorso che da quest’anno si trasforma, diventando a tutti gli effetti un percorso a supporto delle imprenditrici, in un road-show che toccherà le città di Roma, Milano e Torino.

Prima tappa: Roma, 23 maggio 2023, “Focalizza, racconta, ottieni: come catturare l’attenzione di investor e stakeholder”, in collaborazione con Angels4Women.

Seconda tappa: Milano, 27 giugno 2023, “Design thinking: agisci fuori dagli schemi”, in collaborazione con EY.

Terza Tappa: Torino, 29 settembre 2023, Finale del Premio GammaDonna all’Italian Tech Week

Info e regolamento sul sito https://www.gammadonna.it/premio

Ecco la rassegna stampa:


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Un brevetto interessante e innovativo, nato sette anni fa dall’idea del giovane torinese Paolo Cagliero, che grazie al supporto dell’imprenditrice Silvia Stupino è entrato oggi a far parte dell’Impact Prototypes Labs, il programma pratico di accompagnamento allo sviluppo per imprese del territorio e studenti degli Atenei torinesi.

In questo articolo del Corriere, il giornalista Timothy Ormezzano intervista Paolo Cagliero, ideatore del progetto “WaterMaker”: un brevetto innovativo che si inserisce tra le possibili soluzioni per sconfiggere il problema ancora molto attuale della siccità, attraverso il riciclo dell’acqua di condensazione proveniente dai condizionatori.

Un progetto complesso per sviluppo e espansione che, grazie all’incontro con l’imprenditrice torinese Silvia Stupino dell’azienda RCA Imballaggi, è stato selezionato all’interno dell’Impact Prototypes Labs, il primo programma pratico di sviluppo di soluzioni prototipali a impatto sociale in collaborazione con le imprese del territorio piemontese. Insieme lavoreremo sullo studio di fattibilità del progetto e sulla possibilità di una sua diffusione sul territorio piemontese.

IP Labs si basa sulla collaborazione tra l’impresa e un gruppo multidisciplinare di studenti e studentesse appartenenti all’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino e del Collegio Renato Einaudi, accompagnati da docenti in un percorso di formazione project-based sui temi dell’innovazione e dell’impatto sociale.

Impact Prototypes Labs vuole essere un laboratorio in cui sperimentare idee che puntino a proporre soluzioni aziendali per importanti problemi sociali come ad esempio disuguaglianze, discriminazioni, fragilità e povertà educativa. Attraverso interventi innovativi in settori come le tecnologie digitali, la salute e il benessere, la casa, il cibo, le materie prime, la produzione sostenibile, la mobilità urbana, il territorio, le energie rinnovabili, la cittadinanza attiva.

Scopri il percorso Impact Prototypes Labs e le altre offerte formative nella sezione Education&Learning.


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Perché sostenibilità e impatto sono oggi così importanti per le aziende? Quali aree interne all’impresa vengono influenzate e devono essere modificate? Quali decisioni nuove devono essere prese per guidare il cambiamento?

A queste domande puntano a rispondere i 28 team di IP Labs formati da imprenditori e imprenditrici e oltre 80 studenti e studentesse, nei 5 mesi di pratica, sperimentazione e training on the job previste dal progetto. Lo faranno in quanto protagonisti diretti e attivi che, insieme, svilupperanno un progetto di innovazione verso la creazione di un vero impatto sociale.

Cosa porta le 31 imprese che hanno aderito al progetto – e le persone che le animano – a credere ed impegnarsi in un programma di sviluppo pratico di soluzioni di innovazione come quelle previste in Impact Prototypes Labs?

Le imprese che hanno aderito a IP Labs sanno che è necessario credere e impegnarsi nel paradigma della sostenibilità, perché da questo dipende il futuro proprio e della propria comunità di riferimento e sanno anche di dovere accedere a livelli di conoscenza e consapevolezza più elevati, che indirizzino le scelte e i comportamenti verso vette di visione e innovazione ancora più alte che nel passato, diventando i veri acceleratori dell’inclusione sociale e della transizione ecologica.

Cosa farà sì che in questi mesi di lavoro in comune, IP Labs diventi un vero processo di apprendimento, cambiamento e sviluppo culturale?

Come ha spiegato Marella Caramazza, Board Member del Campus, Direttore Generale di ISTUD Business School e docente nel percorso IP Labs durante il kick off, tenutosi venerdì 3 marzo, sono 6 i fattori motivazionali che hanno portato gli imprenditori ad aderire al progetto e che dovranno essere tenuti sempre accesi durante il percorso:

Con queste motivazioni 31 imprese che hanno deciso di dedicare tempo ed energie ad un percorso formativo e di accompagnamento che non vuole soltanto incidere sul piano dell’efficacia aziendale, ma anche generare ricadute positive sul territorio e sulle comunità di riferimento. Un percorso grazie al quale gli imprenditori e le imprenditrici non si limitano ad ascoltare, ma diventano protagonisti diretti attraverso la sperimentazione e l’approccio fortemente pratico del progetto. Che, partendo dalla sperimentazione e dalla esposizione a stimoli e concetti nuovi, necessariamente porta alla creazione di nuovi significati e modelli mentali, concettuali ma soprattutto culturali.

Lo stesso metodo di learning by doing che coinvolge anche studenti e studentesse del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino che, insieme alle imprese, si sono assunti l’impegno di cogliere la sfida dell’innovazione, con la consapevolezza del sempre maggior valore che la sostenibilità e l’impatto assumono in tutti i livelli dell’ecosistema torinese, dall’ambito socio-economico, a quello culturale e di comunità.

«Siamo nel secondo tempo della partita – sono le parole del professor Mario Calderini, Scientific Advisor del Cottino Social Impact Campus e Professore Ordinario della School of Management del Politecnico di Milano che è intervenuto con il suo keynote speech “Innovation for Purpose” nel corso del kick off – Il secondo tempo di una partita in cui le semplici azioni “green” sono state sdoganate, in cui le dichiarazioni di intenti non sono più abbastanza.
Le metriche ESG – Environmental, Social, Governance – dettano le macro aree su cui le agende politiche, commerciali e finanziarie lentamente iniziano ad allinearsi e che in IP Labs, grazie all’eterogeneità delle competenze degli studenti e delle studentesse partecipanti, potranno essere valorizzate grazie alla collaborazione, all’esperienza e alla compartecipazione delle imprese»

Intenzionalità, addizionalità e misurabilità – le tre dimensioni della sostenibilità – entreranno così a far parte del bagaglio culturale che le imprese introdurranno nella propria strategia per dare luogo a quella richiesta di trasformazione a cui il tessuto imprenditoriale è chiamato a rispondere. Ideare, concettualizzare e razionalizzare i contenuti della formazione sono infatti le tre fasi fondamentali con cui si realizza il processo di apprendimento collettivo e si genera una reale trasformazione culturale. Apprendere, far propri e calare nella propria realtà i concetti trasmessi, non relegandoli allo status di semplici nozioni, è ciò che serve per sviluppare quella consapevolezza capace di generare cambiamento.

È per tutte queste ragioni che il valore della formazione in IP Labs, multidisciplinare e innovativa, con docenti nazionali ed internazionali, è racchiuso nell’esperienza e nella capacità di sperimentare. Una didattica che permettere a tutte e tutti, imprese, tutor e giovani provenienti dagli Atenei torinesi, di riconoscere e comprendere i benefici della sostenibilità, osservando mutamenti tangibili e reali, e di assumere nuove consapevolezze dallo scambio di competenze esperte da una parte e visioni fresche dall’altra.

Impact Prototypes Labs è un programma di sistema che coinvolge alcuni dei maggiori player del territorio piemontese: Camera di commercio di Torino, UniCredit, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Unione Industriali Torino, API Torino – Associazione Piccole e Medie Imprese di Torino e Provincia, Confindustria Canavese, YES4TO, UniGens – Organizzazione di Volontariato, Torino Social Impact.


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Il progetto IP Labs è pensato per accompagnare le imprese del territorio alla scoperta di modalità nuove e compatibili con gli obiettivi di profitto pergenerare un impatto sociale positivo, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone nelle comunità di riferimento.

L’impatto sociale positivo che il progetto IP Labs mira a fare emergere è caratterizzato da alcuni elementi imprescindibili, che qualificano le strategie di sostenibilità delle imprese in senso generativo e trasformativo, rendendo le stesse degli elementi di posizionamento strategico distintivo e di competitività.

Abbiamo chiesto a Mario Calderini, Professore Ordinario presso la School of Management del Politecnico di Milano e Scientific Advisor del Campus, quali siano questi elementi fondamentali per le imprese e come si declinano nel progetto IP Labs.

«In primo luogo, l’adesione ai principi di intenzionalità, misurabilità e addizionalità che definiscono la triade di impatto. Intenzionalità significa, in breve, che chiediamo alle imprese di definire ex-ante gli obiettivi di impatto che intendono perseguire rendendoli espliciti e misurabili senza accontentarsi della semplice rilevazione delle esternalità positive che promanano dal normale esercizio del loro business. Misurabile significa appunto dotarsi di un sistema di metriche atto a rilevare affidabilmente i cambiamenti realizzati attraverso le iniziative. Addizionalità significa darsi obiettivi ambiziosi, senza limitarsi a quelle iniziative di sostenibilità e impatto che sono irrilevanti per scala e dimensione o a quelle che sono intrinsecamente legate alla gestione ordinaria del business. Al contrario, lo spirito di IP Labs è quello di legare la ricerca di impatto sociale a progetti di innovazione che consentano di esplorare forme non convenzionali di sostenibilità mantenendole compatibili con gli obiettivi di efficienza e profittabilità. In una parola, la sfida di IP Labs è quella di fare leva sui progetti di sostenibilità e impatto sociale per innescare processi innovativi che contribuiscano a realizzare, insieme e inscindibilmente, profittabilità e impatto».

In che modo le imprese possono generare impatto grazie a IP Labs?

«IP Labs si caratterizza per una ricerca di un impatto sociale positivo che non si limita al funzionamento interno dell’impresa e al miglioramento delle condizioni di benessere delle persone direttamente coinvolte nelle attività, ma guarda a un insieme ampio di stakeholder, includendo per esempio i clienti, i fornitori, tutti coloro che sono coinvolti nella supply chain fino anche a persone che potrebbero beneficiare indirettamente di caratteristiche dei prodotti, di competenze dell’impresa, o di asset produttivi. Per questa ragione, IP Labs accompagna le imprese a generare impatto sociale positivo su tre piani: quello delle operations (impatto realizzato attraverso interventi sui processi interni), quello dei prodotti o servizi (impatto realizzato attraverso innovazioni di prodotto o servizio orientate a generare impatto migliorando la profittabilità degli stessi) e quello delle allocazioni delle risorse finanziarie (la scelta di orientare le risorse finanziare ad allocazioni di partecipazione o investimento caratterizzate da forte allineamento con gli obiettivi di sviluppo sostenibile)».

Ma quali sono quindi le scelte e azioni che un’azienda può compiere per generare impatto sociale?

Esistono alcuni archetipi attraverso i quali generare impatto sociale positivo, intenzionale, misurabile e addizionale. Si può partire dalle operations, sviluppando pratiche volte a migliorare l’inclusione di persone svantaggiate, a promuovere la parità di genere e la diversity, a favorire l’integrazione e la multiculturalità. O ancora, includere nella propria supply chain soggetti di natura ibrida, esplicitamente orientati alla generazione di impatto sociale, ad esempio attraverso l’inserimento di soggetti svantaggiati o particolari caratteristiche della fornitura. Anche investire in innovazione dei propri prodotti e servizi è una possibilità per sviluppare caratteristiche che li rendano inclusivi, più accessibili e veicoli di miglioramento del benessere delle persone nelle comunità di riferimento. Un altro modo è quello di condividere delle proprie competenze, mettendole al servizio di chi intende sviluppare prodotti e servizi esplicitamente volti a risolvere problemi sociali, utilizzandole quindi per sviluppare nuovi prodotti e servizi con un esplicito obiettivo di impatto sociale. Si può scegliere poi di condividere anche i propri asset produttivi o logistici, mettendo questi ultimi a disposizione di chi necessiti capacità produttiva per realizzare prodotti e servizi con obiettivi di impatto sociale a basso costo. C’è chi decide di promuovere modelli di consumo orientati a generare impatto sociale positivo nella società o nelle comunità di riferimento o di innovare i propri modelli e servizi di welfare aziendale, anche attraverso la condivisione in rete basata su piattaforme di servizi e infrastrutture. Ovviamente si può intervenire anche sui propri investimenti finanziari, privilegiando nei criteri di allocazione quegli asset che rispondono a più elevati parametri di impatto sociale e in generale compiendo scelte strategiche che bilancino gli interessi della comunità, mitigando le logiche di profitto puramente estrattive, ad esempio nelle scelte di localizzazione, nelle fusioni e acquisizioni o nelle scelte di outsourcing.


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