Il 26 giugno 2024 al Campus, si è tenuto l’evento “Sostenibilità oltre la compliance”, ideato e realizzato insieme a dodici nostri partner del mondo imprenditoriale, datoriale e professionale, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza della collaborazione interprofessionale e l’integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale, come un’opportunità per innovare e creare valore a lungo termine per tutti gli stakeholder. Perché il percorso verso una sostenibilità integrata richiede un impegno condiviso e un cambiamento culturale profondo, che possa trasformare il modo di fare impresa in modo etico e responsabile.

Un’impresa che agisce la sostenibilità, la agisce nella collettività e genera impatto positivo.

Come approcciare questo cambiamento dal punto di vista dell’impresa? Passando, come ci insegna Kant, dall’”imperativo categorico” all’ “imperativo ipotetico”, approcciando la sostenibilità come driver di un profondo percorso di miglioramento dell’impresa in tutti i suoi livelli, processi, presidi giuridici e non, a partire dalla governance per poi riflettersi sull’intera catena del valore ed infine alla comunicazione interna ed esterna e al reporting. Un imperativo che consente all’impresa e ai professionisti di dialogare, sperimentare, costruire strategie e piani di azione supportati da una solida infrastruttura giuridica che non punti solo a minimizzare gli impatti negativi, ma a generare impatti positivi e diventi cultura consolidata per tutta l’azienda e i suoi stakeholder. Questo per noi è Legal Impact, un approccio che al Campus portiamo a governance, manager, professionisti, istituzioni da tre anni con il nostro pillar & executive programme “Legal Impact e sostenibilità d’impresa“.

Governance, value chain, stakeholder engagement & management, comunicazione e reporting – le aree tematiche dell’evento che hanno visto la co-progettazione di un team integrato di avvocati, dottori commercialisti, esperti di impatto sociale. Qui un estratto degli spunti emersi nei panel dell’evento.

Sostenibilità come opportunità di innovazione

Emiliano Giovine, avvocato e direttore scientifico del pillar Legal Impact presso il Cottino Social Impact Campus, ha introdotto il tema nella sua visione d’insieme.

“La sostenibilità sta affrontando un passaggio epocale dal punto di vista politico, economico, culturale e normativo. Se il rischio è quello di disperdere un momento di consapevolezza e impegno sui fattori ESG in una mera attività rendicontativa, l’opportunità è trasformarla in competitività e innovazione attraverso un nuovo paradigma imprenditoriale supportato da una solida infrastruttura giuridica, strumentale alla creazione di valore per tutti i portatori di interesse.”

Emiliano Giovine, Avvocato e Direttore Scientifico Legal Impact Pillar Cottino Social Impact Campus e Istud

PANEL 1 – Governance come pilastro della sostenibilità

Emanuela De Sabato e Manuela Monti, avvocate dell’Ordine di Torino, hanno discusso il ruolo cruciale della governance nella sostenibilità.

“La governance non è solo un pilastro ESG, ma un prerequisito essenziale per un percorso aziendale sostenibile. Una governance efficace deve basarsi su trasparenza, etica e senso di responsabilità, creando un ambiente di fiducia e stabilità finanziaria”

Manuela Monti ed Emanuela De Sabato, Avvocate dell’Ordine di Torino

PANEL 2 – La catena del valore, gli stakeholder, l’ecosistema

Roberta Zizzari, avvocata dell’Ordine di Torino, ha evidenziato l’importanza degli stakeholder nella transizione verso lo “stakeholder capitalism”.

“Un approccio che si concentra esclusivamente sui profitti è limitato e rischioso, mentre un approccio che bilancia gli interessi di tutti gli stakeholder crea valore a lungo termine. Le imprese devono integrare la sostenibilità nella loro strategia, mappando e monitorando la catena del valore a monte e a valle, per garantire il rispetto dei principi ESG e dei diritti umani”

Roberta Zizzari, Avvocata dell’Ordine di Torino

Caterina Soldi, nostra impact expert e program manager, ha guidato la platea nella prospettiva dell’ecosistema che richiede a tutti gli attori del mondo socio economico di essere sempre più interconnessi ed interdipendenti.

“Fare impresa, essere impresa richiede oggi più che mai una visione sistemica, nella prospettiva spazio temporale. Concepire la propria impresa come parte di un ecosistema più ampio è cruciale, un non luogo dinamico per natura, interconnesso e interdipendente che scambia e apporta contributi, che comunica verso l’interno e verso l’esterno, in un processo in continua evoluzione. Esserne parte attiva è importante, esserne consapevoli ed integrare questa prospettiva nel proprio indirizzo strategico è cruciale per generare impatto positivo.”

Caterina Soldi, Impact Expert & Program manager Cottino Social Impact Campus e Istud

PANEL 3 – Comunicazione e reporting – quali rischi ed opportunità?

Giuseppina Cavasino e Filippo Traviglia, avvocati dell’Ordine di Torino e Davide Barberis, Tesoriere dell’Ordine dei dottori commercialisti di Torino, hanno discusso il ruolo del reporting di sostenibilità.

“Il reporting deve essere puntuale e trasparente, comunicando la vera situazione dell’azienda e assumendosi la responsabilità delle proprie azioni. Comunicare anche i processi, obiettivi specifici raggiunti è importante e fornisce una chiara visione della sostenibilità come sperimentazione in costante evoluzione, purchè la comunicazione sia integra e coerente, per dare valore all’impresa e non esporla a  rischi reputazionali all’ordine del giorno. Non bisogna vedere tutto questo come un ostacolo o una barriera, ma come un’opportunità per fare impresa in un altro modo.”

Giuseppina Cavasino e Filippo Traviglia, Avvocati dell’Ordine di Torino
Davide Barberis, Dottore Commercialista e Tesoriere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino.

From learning to action learning

Non si vive di sola teoria. ll nostro approccio formativo è sempre esperienziale. Nella seconda parte dell’evento, i partecipanti sono stati guidati dai relatori in un workshop per affrontare insieme un caso studio. Un confronto molto costruttivo e interessante che ha permesso a tutti di comprendere il ruolo della governance, il valore aggiunto della filiera, della sostenibilità come investimento e chiarirne l’importanza nell’intero sistema impresa.

workshop – caso studio e confronto in aula

Il ruolo delle comunità di pratica

Parlare di sostenibilità oltre la compliance e della funzione strategica e sociale dei professionisti per il cambiamento culturale delle imprese è fondamentale“ – questo il messaggio alla base dell’intervento di Guido Bolatto, Segretario Generale di Camera di commercio di Torino che nel corso dell’evento ha lanciato OP4IMPACT – Ordini Professionali per l’Impatto – una nuova comunità di pratica, voluta da Camera di Commercio di Torino e Torino Social Impact, con il nostro supporto nel facilitare e orientare il confronto fra Avvocati, Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Notai verso una visione integrata di come gli ordini professionali possano rispondere alle sfide della società, individuando competenze distintive e complementarli: fare squadra per l’impatto sociale.

lancio OP4IMPACT – Ordini professionali per l’impatto – nell’immagine le governance degli enti coinvolti: Camera di Commercio di Torino, Torino Social Impact, Cottino Social Impact Campus e Istud, Ordine degli Avvocati di Torino, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili di Torino, Consiglio notarile distretti riuniti di Torino e Pinerolo, Ordine dei Consulenti del lavoro di Torino.

Il valore dell’ecosistema ad impatto

Grazie a tutti i partner che insieme a noi hanno reso possibile questo confronto e sono già al lavoro per la sua evoluzione: Camera di Commercio di Torino, Torino Social Impact, Istud, Ordine degli Avvocati di Torino, Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino, Consiglio Notarile di Torino e Pinerolo, Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino, Api Torino, APID, Legacoop, Confcooperative, Unione Industriali Torino.

Recita Joel Arthur Barker: “La strategia senza azione è solo un sogno. L’azione senza strategia è casualità. La strategia unita all’azione può cambiare il mondo”.

Mossa dalla volontà di puntare sul capitale umano e la rilevanza della sostenibilità per la crescita delle piccole e medie industrie, Confapi ha realizzato con il Cottino Social Impact Campus e Istud Business School “ESG, sostenibilità e innovazione”, il percorso formativo su scala nazionale rivolto alle figure apicali della Confederazione per formarle sulla sostenibilità integrale come cultura, oltre la compliance.

Il progetto è stato pensato per fornire strumenti, costruire nuove competenze e definire un linguaggio condiviso utile ad attivare un confronto proattivo tra colleghi, generare collaborazioni nei territori e sviluppare nuove strategie che generino valore per le imprese associate.

Si tratta di un importante passo in avanti verso una nuova cultura d’impresa che parte dall’interno delle strutture territoriali della Confederazione per arrivare ad ogni singola azienda associata. Coinvolte in questo viaggio disruptive le sedi di Bari, Brescia, Calabria, Firenze, Lecco, Matera, Novara, Padova, Perugia, Pesaro-Urbino, Piacenza, Pisa, Reggio Emilia, Roma, Sardegna, Sicilia, Siena, Terni, Torino, Varese, Venezia, Verona, che hanno fin da subito accolto quest’opportunità.

Tre i piani di apprendimento in cui si sono confrontati i partecipanti: conoscenza di sé e del contesto, consapevolezza, attitudini e comportamenti, in un percorso a tappe che, partendo dalla comprensione del contesto globale della sostenibilità e delle sue sfide sociali, li ha portati a conoscere la normativa di riferimento, i modelli e gli strumenti operativi, comprendere il valore dell’innovazione come driver di sviluppo per nuovi modi di fare impresa, posizionamento nel mercato di riferimento, cultura organizzativa e leadership orizzontale e generativa, individuando, infine, il proprio livello di maturità rispetto alla sostenibilità.

Un percorso importante, in grado di fare sistema, per una trasformazione verso la sostenibilità integrale che parte dalle persone e passa delle strutture territoriali per arrivare alle imprese associate.

Un’esperienza intensa, su scala nazionale, raccontata dalle voci dei partecipanti:

Scopri il video La parola al Nord Italia

Scopri il video – La parola al Centro Italia

Scopri il video – La parola al Sud e alle Isole

L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) definisce il turismo sostenibile come “il turismo che tiene pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali e ambientali attuali e futuri, rispondendo alle esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità ospitanti” Per raggiungere questo obiettivo è essenziale che tutti gli attori dell’ecosistema operino in maniera orchestrata.

A che punto sono le imprese ricettive? Quali strategie devono attivare per diventare ed essere sostenibili? Quale il loro ruolo nella generazione di impatto positivo, per prosperare come imprese, nei territori, nelle comunità e per lo sviluppo del Sistema Paese?

Un cambio di prospettiva richiesto anche dal mercato. Secondo la recente indagine di Deloitte “Obiettivo sostenibilità” – Il 64% dei cittadini italiani dichiara che siano proprio gli evidenti effetti del cambiamento climatico ad aver influito sulla volontà di viaggiare in maniera più sostenibile – percentuale che sale al 71% quando si parla della Gen Z, i consumatori più giovani tra i 18 e i 34 anni. Il 75% degli italiani ritiene che la crescita del turismo sostenibile sia un elemento chiave per la svolta del nostro Paese verso una transizione ecologica strutturata e diffusa sul territorio, tramite lo sviluppo di infrastrutture a supporto di soluzioni verdi nei trasporti, nella produzione di energia, nei rifiuti e nei servizi per i turisti Il 63% degli intervistati ha dichiarato di prediligere mete turistiche locali per incentivare il turismo di prossimità e rivalutare i borghi del proprio Paese.

Siamo in una nuova era del turismo in cui il focus non è più solo l’hospitality, ma la persona al centro, la filiera, le pratiche sostenibili e la creazione di un turismo educante e fortemente interconnesso, interdipendente.

Uno scenario, un mercato ad alto potenziale al centro del nostro progetto  “ESG e cultura dell’Impatto – nuove strategie, competenze e strumenti per cogliere le opportunità della sostenibilità nel settore del turismo” Promosso da Camera di commercio di Torino e dalle Associazioni di Categoria – Assohotel, Federalberghi Torino, Unione Industriali Torino Turismo e Cultura – in collaborazione con Torino Social Impact, per tutte le strutture ricettive del territorio, come evoluzione del progetto Yes! Enjoy Torino Top Hospitality. Il progetto Yes! diventa – più coerentemente con i tempi – un percorso di crescita e di orientamento verso nuovi valori di sostenibilità sociale, ambientale e di governance.

Il percorso ha accompagnato i partecipanti in sei moduli formativi sull’importanza della sostenibilità, della cultura dell’impatto per orientare tutta la catena del valore aziendale verso modelli di business che garantiscano sostenibilità economica, sociale ed ambientale, per prendere decisioni e innovare la strategia aziendale.

3 luglio 2024 – il percorso porta a termine la sua prima fase, per attivare la progettazione sui passi successivi e supportare la crescita, l’attrattività, la generazione di impatto delle imprese ricettive. Pronti per la fase due!

Tutte le organizzazioni impegnate nel settore MICE (Convention Bureau Locali, Centri Congressi e Venue, Agenzie di Organizzazione Eventi, Catene Alberghiere ed Hotel, Imprese di Allestimento, Aziende del settore Catering e di Trasporto), oggi devono considerare, nelle fasi realizzative di un evento, gli impatti negativi generati e gli strumenti utili a favorire una mitigazione di quest’ultimi. Non è più sufficiente, infatti, misurare e compensare le emissioni di anidride carbonica prodotta; la Sostenibilità deve diventare invece un elemento di guida strategica e uno strumento operativo capace di coinvolgere l’intera catena del valore in modo da influenzare positivamente l’interno settore e ottenere un cambiamento reale ed a lungo termine per tutti

Questo, l’abstract della ricerca guidata da Convention Bureau Italia, il Ministero del Turismo e ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo. Una prospettiva in cui ci riconosciamo e alla base del nostro percorso formativo “Sostenibilità nel settore MICE – nuove strategie, modelli e strumenti” ideato e realizzato insieme a Istud Business School per Turismo Torino e Visit Piemonte, con il sostegno di Camera di Commercio di Torino.

Un percorso rivolto agli operatori Operatori Congressuali di Turismo Torino e Provincia, gli operatori della meeting industry locale e le ATL del Piemonte.

Quattro moduli tematici che hanno indirizzato i partecipanti verso il senso della sostenibilità come leva strategica, manageriale e di una nuova leadership per un MICE più inclusivo, sistemico, capace di rispondere alle sfide attuali del contesto economico e sociale.

Inclusione, cambiamento culturale, comunità, valore aggiunto, governance, innovazione, coraggio, sviluppo – alcune delle parole chiave emerse dai partecipanti al termine del percorso svolto.

Un progetto che grazie alla proattività degli stakeholder promotori e dei partecipanti si appresta a vivere una seconda fase, in cui lavorare insieme verso la generazione di impatto sociale dell’ecosistema MICE for all.

INDAGINE ISTUD, CEVIS, COTTINO SOCIAL IMPACT CAMPUS, AIDP PIEMONTE E VALLE D’AOSTA.

RISPONDONO 119 PROFESSIONISTI E MANAGER HR.

Il 77% vede la sostenibilità e l’impatto come fonti di vantaggio competitivo di lungo termine e innovazione strategica.

Solo 1 azienda su 4 ha figure dedicate alla sostenibilità nei dipartimenti HR. 

Nel 67% delle aziende mancano metriche di misurazione dell’impatto.

Scopri di più – clicca qui per scaricare il report completo

Qual è la visione e il parere dei professionisti della gestione delle Risorse Umane in azienda rispetto ai grandi temi della sostenibilità e dell’impatto? Come stanno affrontando i dipartimenti HR nel loro lavoro la trasformazione sociale, economica, ambientale che stiamo vivendo e quale ruolo e leve possono avere per diventare attori strategici in questa sfida?

Istud Business School, insieme al CeVIS, il Centro di Competenze per la Valutazione e Misurazione dell’Impatto gestito dal Cottino Social Impact Campus, e ad AIDP Piemonte & Valle d’Aosta, hanno condotto tra agosto 2023 e marzo 2024, una ricerca per approfondire l’impatto delle politiche di people management a partire dal punto di vista dei membri della famiglia professionale HR e dal loro livello di conoscenza, consapevolezza e motivazione su questo tema. Per impatto lo studio ha inteso “gli effetti e i cambiamenti sociali, ambientali, economici generati nel lungo periodo sulla comunità dalle attività svolte da un’organizzazione”. Hanno risposto in 119, il 70% dei quali operanti in aziende con oltre 200 addetti e sedi operative con prevalenza Nord e Nord Ovest.

I manager e Professional intervistati concordano in larga maggioranza (77% del campione) nel considerare la sostenibilità in ottica strategica e trasformativa: la ricaduta delle politiche e delle azioni di sostenibilità dell’azienda incide sulla capacità di innovare modelli di business e processi (valore di 9,27 in una scala da 1 a 10),  sulle performance complessive dell’organizzazione e sulla accresciuta capacità di intercettare nuove opportunità in termini commerciali e di vantaggio competitivo (valore di 8,97 in una scala da 1 a 10). Un rispondente su due pensa che la sostenibilità possa aiutare le aziende a integrarsi meglio nel territorio e nella comunità di riferimento.

Se le aziende sono pronte a fare propri i principi alla base della sostenibilità e dell’impatto e ne riconoscono l’importanza, ancora però non ne fanno una leva strategica effettiva (per il 70% dei rispondenti). In generale c’è consapevolezza sul valore della sostenibilità, ma questa non sembra essere ancora parte di una cultura organizzativa diffusa.

Restringendo il focus sulla percezione e sulle azioni concrete a supporto di sostenibilità e impatto delle Risorse Umane, queste si vedono oggi come agenti di sostenibilità in azienda soprattutto sui temi di loro pertinenza diretta: Diversity & Inclusion, welfare, benessere e salute; ma non su temi sociali più ampi: crisi climatica, immigrazione, povertà educativa.

Le leve per la generazione di impatto ritenute più importanti sono quelle che operano su gruppi e persone e afferenti alla dimensione “people” (formazione, selezione, azioni di sensibilizzazione interna, ecc…) menzionate dal 60% dei rispondenti; seguite da quelle sui “processi aziendali” (iniziative di welfare aziendale, politiche di smart working, sistemi interni e modelli di governance, ecc..) segnalate dal 35% del campione. Solo il 5% cita le leve che insistono sull’ecosistema esterno all’azienda (eventi sul territorio, partecipazione a reti d’impresa, ecc…).

Le risposte sembrano denotare una autopercezione funzionale ed esecutiva, non pienamente integrata a una visione sistemica di promozione culturale della sostenibilità a 360 gradi e la mancanza di una strategia esplicita, razionalizzata e finalizzata su questi temi. Come probabile diretta conseguenza anche le altre funzioni aziendali esprimono nell’indagine un riconoscimento basso o medio basso (84% delle risposte) del ruolo dell’HR come funzione organizzativa generatrice di impatto.

Spostando l’attenzione sui ruoli della sostenibilità, chi se ne occupa dentro le aziende e come è stata formalizzata questa area di attività?

Il 65% delle organizzazioni coinvolte nell’indagine ha introdotto delle figure dedicate nei propri organigrammi, con una crescita del 70% negli ultimi 4 anni. Di queste 1 su 4 si dice in possesso di figure con responsabilità e mansioni specifiche nei dipartimenti Risorse Umane, mentre il 41% prevede dei ruoli tecnici al di fuori di essi.  Anche se HR manager e Professional dimostrano nell’indagine di volere incidere in maniera determinante alla generazione di impatto (80% dei rispondenti), la definizione di una precisa e finalizzata strategia e di un chiaro posizionamento di funzione potrebbe aiutare a consolidare posizioni organizzative e ruoli dedicati alla sostenibilità anche dentro l’HR.

Qual è infine la fotografia rispetto all’adozione e implementazione di metodi, procedure e metriche di misurazione e valutazione dell’impatto?  

Ampi sono i margini di miglioramento, considerando che 2 aziende su 3 del campione non si sono ancora dotate di un set di metodi e indicatori generali, e 4 su 5 sono le aziende che non hanno strumenti per misurare, valutare e rendicontare l’impatto generato dalle politiche di gestione delle risorse umane. In un mondo complesso e interconnesso come quello di oggi, capire e valutare l’impatto delle azioni verso tutti gli stakeholder, interni ed esterni, e gli effetti sociali di progetti, politiche e iniziative aziendali, insieme alla loro efficace comunicazione, è diventato elemento essenziale.

«Dall’indagine emerge come le Risorse Umane stiano prendendo piena coscienza del ruolo guida che possono avere rispetto agli obiettivi di sostenibilità in azienda ma come manchi ancora un salto di qualità in termini di strategia esplicita, di visione e di azioni di promozione culturale da condurre dentro all’organizzazione e verso l’ecosistema esterno» dice Marella Caramazza, Direttore Generale ISTUD Business School, Board Member del Cottino Social Impact Campus e Direzione Strategica del CeVIS. «Siamo in un cammino di crescita e apprendimento che può fare diventare l’HR un agente chiave catalizzatore della transizione sostenibile, per fare questo però tutti i professionisti del people management devono lavorare su una piena assunzione di ownership e centralità decisionale nella partita della sostenibilità e dell’impatto».

«Dall’indagine emerge la disponibilità, se non addirittura il desiderio, di mettersi direttamente e responsabilmente in gioco rispetto ai temi della sostenibilità e la capacità di cogliere la rilevanza degli impatti generabili dalle aziende. Ma, insieme, emerge anche la percezione di un gap che è necessario colmare tra ciò che già si fa e ciò che si potrebbe fare» – afferma Laura Zanfrini, Responsabile scientifico del Pillar “Diversity, Equity, Inclusion” del Cottino Social Impact Campus  – «Potremmo parlare di un terreno fertile sul quale occorre seminare conoscenze e competenze, indispensabili alla progettazione ed implementazione di pratiche maggiormente mirate e coerenti con la più ampia strategia aziendale; ma indispensabili anche a rendere riconoscibile e “misurabile” l’impatto, dentro e fuori i confini aziendali, di una gestione consapevole delle leve e degli strumenti attivabili dai professionisti del people management».

«Per la nostra famiglia professionale – dice Giorgio Barbero, presidente AIDP Piemonte e Valle d’Aosta – i temi della sostenibilità e dell’impatto sono centrali già da alcuni anni, e diventeranno sempre più strategici. I colleghi hanno mostrato, nel rispondere all’indagine, piena consapevolezza delle sfide che saranno chiamati ad affrontare e una crescente   maturità nel comprendere quali siano i temi su cui ci sarà maggior bisogno di formazione e quali le linee progettuali da sviluppare. Il contributo dell’HR nell’ambito della sostenibilità è tanto più determinante quanto più si integra con l’intera strategia organizzativa in questo campo: sarà importante, nel prossimo periodo, fornire ai colleghi gli strumenti necessari a valutare e applicare le migliori pratiche in questo senso. AIDP è pronta a supportare i colleghi nell’ampliamento delle competenze professionali anche in questo ambito, in modo che lo specialista HR possa diventare un esperto di sostenibilità e impatto e possa consentire all’Organizzazione e alle Persone che ci lavorano di svilupparsi in modo equo e sostenibile».

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Insieme a Confartigianato Cuneo

ESG4PMI – Si conclude oggi la seconda edizione del nostro progetto formativo disegnato con Istud Business school e WST rivolto alle imprese associate a Confartigianato Cuneo

Un progetto che ad oggi, con due edizioni all’attivo ha formato 60 imprese artigiane, eterogenee fra loro, motivate ad approcciare e approfondire il valore della sostenibilità.

Tre, i piani di apprendimento del percorso: consapevolezza, conoscenze, attitudini e comportamenti.

Quattro moduli formativi per tradurre una visione globale nella realtà del territorio e nelle singole imprese, per capire ad oggi quale sia il loro valore e attualizzare i modelli di business guidati dai principi ESG, dagli obiettivi dell’agenda 2030 e soprattutto del senso che sta alla base della dimensione generativa dell’impresa. Passare così dalla strategia all’applicazione di modelli, strumenti operativi della sostenibilità, senza mai dimenticare una componente cruciale, la dorsale di ogni ecosistema d’impresa: le persone.

Una prospettiva relazionale, che richiede la gestione di tutti gli stakeholder, l’interazione con le persone che generano il valore dell’impresa, dei nuovi stili di leadership per il cambiamento culturale ed organizzativo.

Momenti concettuali e di confronto in aula, per raggiungere l’obiettivo: passare dalla sostenibilità selettiva che verticalizza i principi ESG alla sostenibilità sistemica che vede le tre componenti come integrate nel modello d’impresa, nei suoi valori, guidati dall’etica: ciò che per ognuno di noi è giusto e indirizza le nostre decisioni, il modo con cui agiamo.

Dalla visione prevalentemente green, espressa ad inizio percorso dai partecipanti, oggi a conclusione di questo primo lavoro insieme, abbiamo ridefinito il senso della sostenibilità per le 30 imprese in aula stimolandoli a rispondere alla domanda

Cosa avete imparato e cosa farete da domani?

Queste le loro risposte:

“La necessità di maggiore condivisione nella governance”, “Il sistema deve cambiare”, “Confrontarsi con i dipendenti”, “Passare dalla sostenibilità come un peso all’opportunità”, “Aprire la visione sul sociale”, “L’importanza di agire da adesso”, “Avere una visione integrale”, “Capire che la sostenibilità è ciò che affrontiamo tutti i giorni”, “L’importanza della visione etica e del fare rete”, “Applicare i valori alle diverse discipline artigiane”

Un confronto di grande ricchezza umana e imprenditoriale che in sintesi confluisce nell’innovazione strategica, del modello di business, del modello organizzativo e di competenze, di prodotto e servizio, di processo e far sì che la visione sistemica diventi un driver e una modalità di approccio, alimentazione e mantenimento di un percorso di trasformazione culturale. Formarsi è un primo innesco per generare nuova consapevolezza e dare senso al cambiamento.

Questo lo spirito e l’esperienza, che porteremo insieme a Confartigianato Cuneo anche nella III edizione, in partenza il 29 maggio e rivolta ad altre 30 imprese artigiane. Qui maggiori informazioni per iscriversi

Parallelamente, il team dei tutor della sostenibilità di Confartigianato Cuneo, formati ad inizio percorso, proseguirà nel lavoro di supporto alle imprese partecipanti per la compilazione della survey di auto riflessione e analisi, frutto di un lavoro congiunto fra l’associazione, le imprese, WST e tutti i partner del progetto.

Salutiamo l’aula, grati a tutti i partecipanti per la generosa condivisione e l’apprendimento collettivo, con una certezza: l’innovazione, la cura per il sapere e il saper fare sono parte integrante del DNA delle imprese artigiane.

Torino, 4 aprile 2024 – È stata presentata questa mattina, presso la Camera di commercio di Torino, la IV edizione di Impact Prototypes Labs – IP Labs, un programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus e dedicato alle imprese del territorio piemontese e alle studentesse e studenti dei Corsi di Laurea Magistrali del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino.

IP Labs è un programma pratico di formazione e accompagnamento, rivolto alle imprese che intendano affrontare un percorso di evoluzione e innovazione strategica, organizzativa, manageriale, attraverso progetti che coniughino gli obiettivi di competitività e posizionamento sul mercato con la realizzazione e misurazione dell’impatto positivo generato.

Finanziato per oltre 140mila euro, IP Labs è sostenuto da Fondazione Cottino, dalla Camera di commercio di Torino e da Unicredit e supportato da un’importante rete di partner: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Fondazione Piemonte Innova, Api Torino, Confindustria Canavese, Unione Industriali di Torino, YES4TO, Unigens e Torino Social Impact.

Una grande opportunità ben descritta nel video servizio a cura di GRPtelevision

Competenze ed Ecosistema i grandi plus di IP Labs che si conferma essere un programma di successo e in costante crescita, anche di partner. Dalla prima edizione pilota con 5 partner e 5 imprese partecipanti nel 2019, oggi in sole tre edizioni, IP Labs vanta oggi 13 partner ed un’esperienza di 62 imprese e 200 studenti, formati e accompagnati in percorso di innovazione ed evoluzione d’impresa grazie al potenziale generato dall’impatto, come abilitatore di nuove opportunità strategiche, organizzative e manageriali.

L’esperienza prosegue. La IV edizione IP Labs è pronta ad accogliere le imprese del territorio piemontese che intendano confrontarsi, crescere, generare impatto positivo per il loro posizionamento competitivo e per la collettività.

La call per candidarsi è aperta dal 4 aprile 2024 al 15 giugno 2024. A seguire il team Cottino Social Impact Campus selezionerà le imprese che entreranno a far parte di IP Labs.

Il programma si svolgerà da ottobre 2024 a gennaio 2025 e terminerà con l’Impact Day, l’evento conclusivo di celebrazione dei risultati raggiunti da tutti i team di impresa, studenti, tutor in IP Labs.

Per ulteriori approfondimenti, consulta questo link oppure scopri IP Labs attraverso la nutrita rassegna stampa dell’evento di lancio della quarta edizione. Buona lettura!

Innovazione ed Evoluzione d’impresa per l’impatto

In tre edizioni sono state accompagnate 62 aziende, si sono candidate oltre 100 imprese

e sono stati coinvolti più di 200 studenti

Al via la IV edizione di Impact Prototypes Labs – IP Labs, un programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus e dedicato alle imprese del territorio piemontese e alle studentesse e studenti dei Corsi di Laurea Magistrali del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino.

IP Labs è un programma pratico di formazione e accompagnamento, rivolto alle imprese che intendano affrontare un percorso di evoluzione e innovazione strategica, organizzativa, manageriale, attraverso progetti che coniughino gli obiettivi di competitività e posizionamento sul mercato con la realizzazione e misurazione dell’impatto positivo generato.

Finanziato per oltre 140mila euro, IP Labs è sostenuto da Fondazione Cottino, dalla Camera di commercio di Torino e da UniCredit e supportato da un’importante rete di partner: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Fondazione Piemonte Innova, Api Torino, Confindustria Canavese, Unione Industriali di Torino, YES4TO, Unigens e Torino Social Impact.

Il programma è utile alle imprese che vogliano analizzare la propria situazione di partenza, immaginare nuove opportunità, acquisire nuove competenze e strumenti, essere guidate da una tutorship competente in strategia aziendale, gestione, misurazione dell’impatto e confrontarsi con menti giovani per accogliere nuove visioni e competenze.

Allo stesso tempo, in IP Labs le studentesse e gli studenti universitari hanno l’opportunità di vivere un apprendimento pratico, entrare in contatto con le aziende del territorio ed affacciarsi al mondo del lavoro, imparando a gestire progetti di innovazione, volti alla generazione di impatto positivo.

I team composti da imprese e studenti saranno accompagnati dai tutor del Cottino Social Impact Campus e del CeVIS, il Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’Impatto, nato da un accordo strategico fra Fondazione Cottino e Camera di commercio di Torino, Torino Social Impact.

“Oggi per un’azienda non è più solo essenziale realizzare progetti ad impatto, ma anche misurarne gli effetti concreti generati all’interno e all’esterno dell’azienda stessa – sottolinea Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus e Presidente della Fondazione Cottino. IP Labs offre l’opportunità di confrontarsi con una materia complessa, avendo a disposizione gli attori sul territorio più competenti in questi ambiti. Aver aggregato un ecosistema di partner su un tema di tale attualità e importanza strategica per le aziende è stato per noi un obiettivo importante fin dalla prima edizione del programma”.

Siamo alla quarta edizione di IP Labs e oggi possiamo dire che la formula è consolidata e di successo: il dialogo tra studenti e imprese è sempre vincente e di grande ispirazione proprio quando si parla di innovazione e impatto sociale – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Il nostro territorio mette in campo le migliori professionalità grazie alla partecipazione degli atenei, del Cottino Social Impact Campus e del CeVis, il Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’impatto, una realtà che abbiamo fortemente voluto per avere a disposizione dati certi sul valore dell’operato delle imprese”.

“Crediamo molto nel progetto Ip Labs perché dedicato alle imprese e ai giovani, afferma Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit. UniCredit vuole investire nel futuro delle nuove generazioni per generare un impatto positivo nelle comunità in cui opera e per consentire loro di sprigionare tutto il loro potenziale, sia come futuri imprenditori che come soggetti attivi di una società che sta cambiando e si sta innovando.”

Dopo la fase di selezione delle aziende tra le candidature ricevute, inizierà l’abbinamento dei team composti da imprese, studenti e tutor, che da ottobre 2024 lavoreranno insieme per elaborare un progetto di innovazione, finalizzato a generare maggiore impatto, attraverso il miglioramento interno e iniziare ad applicare le metodologie di pianificazione, gestione, misurazione dell’impatto.

Il bando per le imprese è aperto da oggi fino al 15 giugno https://www.cottinosocialimpactcampus.org/transformative-education-and-learning/impact-prototypes-labs-2024-2025/. Il programma IP Labs terminerà a febbraio 2025 con l’Impact Day, l’evento conclusivo che avrà l’obiettivo di dare spazio ai team per presentare a imprese, studenti, partner istituzionali, accademici e datoriali il risultato del lavoro svolto durante il percorso.

QUALCHE STORIA DALLE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLE SCORSE EDIZIONI DI IP LABS

Nelle precedenti tre edizioni sono state accompagnate 62 aziende e sono stati coinvolti più di 200 studenti. Tra le aziende che hanno partecipato, alcune esperienze sono diventate vere e proprie occasioni di crescita e sviluppo aziendale. Tra queste, ad esempio, la storica azienda produttrice di bottoni di alta moda F.lli Bonfanti, premiata nella scorsa edizione, ha invece lavorato a un nuovo prodotto fortemente innovativo, un bottone “intelligente” che funge da dispositivo di SOS. Oggi l’azienda è accompagnata da I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino.

Ri-generation prima azienda in Italia a rigenerare elettrodomestici, ha partecipato ad IP Labs con l’obiettivo di identificare e misurare l’impatto sociale generato dall’attività aziendale. Gli studenti si sono concentrati sul metodo da utilizzare e poi hanno identificato i KPI strategici, sviluppando poi un modello ad hoc.

Overlab, realtà che fornisce ai propri clienti prodotti e soluzioni che coniugano i valori ESG alle tecnologie digitali per l’efficientamento della produzione, ha lavorato a un modello operativo per creare coesione tra i collaboratori, quasi tutti in Full Smart Working. Al termine del programma, Overlab ha assunto in azienda una componente del team degli studenti, laureata in Systemic Design, diventata oggi Sustainability Specialist.

CIAC – Consorzio InterAziendale Canavesano per la formazione professionale, ha avviato un progetto di sostenibilità sociale in Canavese prendendo in gestione un bar/tavola fredda che a marzo 2024 è diventato una delle portinerie di comunità della rete italiana di cultura popolare.

Per HIND – Holding Industriale S.p.A., holding company che investe nei settori di eccellenza del Made in Italy, IP Labs ha rappresentato l’occasione per sviluppare due progetti: la redazione del primo Bilancio di Sostenibilità di Beste S.p.A. e l’identificazione di possibili soluzioni per la rigenerazione e valorizzazione delle rimanenze di tessuti, pelle e capi finiti, al fine di consentire al Gruppo di aziende di ottenere un valore aggiunto attraverso il recupero dei prodotti.

L’Energy Service Company (ESCo) COESA con gli studenti della scorsa edizione di IP Labs, ha infine creato KeepTheSun, un marketplace di compravendita dedicato al fotovoltaico usato. La piattaforma lanciata a inizio 2024 ha ricevuto decine di richieste di compravendita di cui alcune sono andate online, altre direttamente in trattativa con la rete di stakeholder.

Delta Visione, realtà innovativa che offre soluzioni nella progettazione, costruzione e installazione di sistemi di marcatura industriale, tracciabilità, visione artificiale e macchine di selezione, ha lavorato a un importante piano di welfare sostenibile, predisponendo una reportistica attraverso la quale monitorare risorse economiche dedicate e gradimento delle azioni approvate.

Sei un’impresa del territorio piemontese, interessata a fare un percorso di innovazione ed evoluzione strategica, organizzativa, manageriale, grazie all’impatto?

Candidati alla IV edizione IP Labs, entro il 15 giugno 2024.

Purpose, modelli di business e gestione d’impresa – i tre driver da cui si è originato un bell’esempio di progettazione multi stakeholder e un lavoro di squadra fra Cottino Social Impact Campus, Istud Business School, Skillab insieme per Unione Industriali Torino. 

Il Purpose, il senso, lo scopo del nostro fare ed essere impresa.

I modelli di business e la gestione d’impresa – due asset che concorrono non solo al posizionamento di mercato dell’azienda e alla sua competitività, ma nell’ottica ESG diventano cruciali anche nel pensarsi e agire come filiera, nell’innovare e sentirsi protagonisti di un cambiamento virtuoso che consenta la profittabilità e al contempo la generazione di impatto positivo

Nella trasformazione globale senza precedenti in cui siamo immersi, i corpi intermedi hanno un ruolo fondamentale in quanto portatori e facilitatori del percorso d’impresa verso la transizione sostenibile. 

La maggior parte delle datoriali oggi si sta concentrando sulle imprese come primi destinatari di nuova consapevolezza ESG. Unione Industriali Torino ha fatto una scelta pionieristica lungimirante..partire dall’interno, dal loro team per poi giungere più solidi alle imprese. 

Fare impresa nell’era della Purpose-Driven Economy

“Imprese ad impatto” nasce in questa cornice ed ha consentito a noi, Campus e Istud, a Skillab, ad un team selezionato da  Unione Industriali Torino, eterogeneo per età e livelli manageriali, di confrontarci su come approcciare la sostenibilità e fare leva su nuove competenze, strategie e modelli operativi. 

Questi gli obiettivi della prima parte del progetto che dopo aver formato il team UI, ha portato poi ad una progettazione congiunta di un percorso trasformativo per le imprese associate ad UI Torino

Il valore del fare rete e dell’essere parte di un ecosistema 

Fare rete è uno dei primi obiettivi di un’impresa che sceglie di far parte di un ente datoriale e crescere insieme. Essere rete, evolutiva e fattiva è l’obiettivo di un corpo intermedio. 

L’ecosistema è l’ambiente in cui sviluppiamo idee, progettualità, risorse, scambiamo relazioni, visioni, lavoriamo, pur nella distintività dei soggetti che lo compongono, verso un obiettivo comune. 

Fare rete nell’ecosistema è il vero valore aggiunto e al contempo una grande opportunità di apprendimento collettivo e di crescita condivisa. 

Questa la logica che guida ogni nostro progetto e che, grazie alla determinazione e lungimiranza di Unione Industriali Torino, ci ha permesso di portare il valore della visione multi-stakeholder al suo team e alle imprese associate e ha costituito un volano di altre progettualità condivise per rafforzare il senso della sostenibilità come imperativo di responsabilità d’impresa e generatore di impatto positivo per le governance, per i territori, per le persone che contribuiscono al loro valore. 

Quale valore per le imprese partecipanti? 

Ce lo racconta Daniela Laigueglia, Responsabile Area Gruppo Giovani, Piccola Industria e Ufficio ESG Sostenibilità Unione Industriali Torino

“…le nostre aziende si sono portate a casa elementi concreti e di visione che mescolati insieme hanno permesso di poter personalizzare la loro capacità di crescere in maniera sostenibile. Il valore di questo percorso è stato quello di poterlo seguire in primis noi come team e di poterlo poi regalare come esperienza, ma soprattutto come contenuti alle nostre aziende associate. “

Responsabile Area Gruppo Giovani, Piccola Industria e Ufficio ESG Sostenibilità presso Unione Industriali Torino

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L’esperienza dell’immigrazione può favorire lo sviluppo di preziose competenze trasversali, prime tra tutte quelle interculturali. Si tratta di soft skill che potrebbero contribuire significativamente a un incremento della performance economica delle aziende italiane, ormai parte di un mercato globalizzato e di una società spiccatamente multietnica.

Queste competenze, tuttavia, restano spesso invisibili e quindi inutilizzate, come anche quelle documentate dai titoli di studio conseguiti all’estero. Tra le persone migranti occupate in Italia, circa una su cinque ritiene di essere sovraqualificata rispetto al lavoro svolto (ISTAT, 2023) e ricerche evidenziano quanto sia complesso nel nostro paese pensare alla forza lavoro migrante come a un patrimonio di competenze da valorizzare.


In molti casi sono gli stessi migranti a non far leva sulle proprie competenze nella ricerca di un impiego. Ad esempio, sono pochissimi i cittadini stranieri che, in possesso di un titolo di studio acquisito all’estero, scelgano di attivarsi per il riconoscimento. Ciò dipende dalla convinzione, non infondata, che affrontare le complesse e costose procedure non porti ad alcun significativo vantaggio in termini di occupabilità o avanzamento di carriera. Questo si spiega con la persistenza di un modello di organizzazione del lavoro in cui la manodopera migrante tende a essere relegata ai livelli più bassi della gerarchia occupazionale. In effetti, tra gli occupati stranieri laureati, meno del 40% svolge una professione qualificata (Istat, 2023). E’ un dato che consente di stimare la portata di un sistematico sottoutilizzo del capitale umano disponibile.

E il fenomeno non riguarda solo i titoli di studio. Spesso fatica a venire a galla anche il ricco patrimonio di competenze acquisite dai migranti in contesti non formali e informali. Se durante un colloquio di lavoro venisse ad esempio esplorata l’esperienza lavorativa maturata dalla persona migrante nel paese d’origine, potrebbero emergere hard o soft skill valorizzabili anche nel nuovo contesto.

Per il mercato del lavoro italiano è oggi cruciale sprigionare questo potenziale latente. Ciò avrebbe indubbie ricadute positive sia in termini economici sia in termini sociali. Le organizzazioni del lavoro possono giocare un ruolo fondamentale in tale processo, attivando meccanismi di
allocazione delle risorse umane in grado di cogliere a pieno le competenze dei migranti. In questo modo le aziende si farebbero fautrici di un modello di integrazione economica strutturalmente equo e non discriminatorio.

Esistono metodologie ad hoc, che un sapere esperto può rendere accessibili, in grado di favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze dei migranti in diverse fasi, dalla selezione allo sviluppo di carriera. Si tratta di strumenti pensati per facilitare l’emersione delle potenzialità di ciascuno, anche in presenza di barriere linguistiche o culturali. A ben vedere, quindi, tali metodologie offrono vantaggi che non riguardano solo le risorse umane migranti. Esse infatti consentono di cogliere le risorse di ogni singola persona, a prescindere dall’origine e dall’appartenenza etnica, ma anche da ogni altro tipo di diversità che, complessificando la comunicazione interpersonale, potrebbe ostacolare la messa a fuoco di un potenziale.

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