Oggi si è aggiunto un importante tassello al percorso di promozione sui temi dell’impatto e della sostenibilità presso le imprese e le pubbliche amministrazioni, grazie alla firma del Memorandum of Understanding tra la Fondazione Cottino e la Fondazione Piemonte Innova.
È un risultato importante per il territorio poiché a siglare l’accordo sono due realtà impegnate da diversi anni a portare il loro fattivo contributo alla promozione e realizzazione di attività formative, di accompagnamento, ricerca, guidate dalla cultura dell’impatto e dell’innovazione come driver strategici e funzionali allo sviluppo del tessuto imprenditoriale, territoriale e nazionale.
Da un lato la Fondazione Cottino e i suoi enti formativi, il Cottino Social Impact Campus e Istud Business School, come un prezioso agente di cambiamento, di costruzione di un nuovo mindset per lo sviluppo di competenze, strategie, ecosistemi, organizzazioni ad impatto sociale; dall’altro la Fondazione Piemonte Innova, come elemento chiave per supportare imprese e pubbliche amministrazioni nella transizione digitale e sostenibile.
“Consolidiamo oggi il network di partner territoriale che in questi anni abbiamo realizzato per promuovere un modello di sviluppo imprenditoriale che guarda al futuro, mettendo al centro la sostenibilità e l’innovazione. L’obiettivo principale che ci poniamo con la firma di questo accordo è quello di fornire alle PMI gli strumenti necessari per implementare strategie innovative che favoriscano la sostenibilità ambientale e sociale. Collaboreremo per offrire supporto formativo, consulenza e risorse utili per comprendere e sfruttare al meglio le tecnologie emergenti in ambito sostenibile”, ha commentato Cristina Di Bari, Presidente della Fondazione Cottino.
“Questo accordo unisce le nostre forze su due temi sempre più strategici per lo sviluppo e la competitività: sostenibilità e impatto sociale – elementi fondamentali per contrastare il rischio di esclusione dai processi di innovazione delle piccole e medie imprese e degli attori del privato sociale. Siamo davvero felici di poterci proporre insieme come abilitatori della crescita, valorizzando il contributo del digitale e portando sul nostro territorio progettualità incentrate sulla doppia transizione”, ha dichiarato Massimiliano Cipolletta, Presidente della Fondazione Piemonte Innova.
Con la firma del Memorandum, le due realtà piemontesi mirano a raggiungere alcuni obiettivi comuni che consentano di fare sistema, individuando aree di progettualità in un’ottica di condivisione delle competenze, delle esperienze e di massimizzazione dei risultati. Le due Fondazioni, attraverso i loro organi operativi, condivideranno i risultati delle ricerche e costruiranno progetti di sensibilizzazione sulle opportunità per le imprese e le istituzioni in ambito di impatto e sostenibilità.
La collaborazione tra queste due realtà non è nuova e si è già concretizzata in occasione della quarta edizione del progetto Impact Prototypes Labs – IP Labs, programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus in partnership anche con Fondazione Piemonte Innova, dedicato alle imprese e agli studenti degli atenei torinesi, insieme ad istituzioni, corpi intermedi datoriali, docenti e valutatori di impatto sociale.
Leggi l’intervista: https://lnkd.in/dCr3c3n6
Cottino Social Impact Campus e il Centro di Competenze per la Valutazione e Misurazione dell’Impatto sono stati raccontati e presentati nell’ultimo reportage di VITA su Torino, capitale dell’Impatto Sociale.
Nella città che ha visto in questi anni il fiorire di importanti ed innovative iniziative a supporto dell’economia sociale e dell’impatto, Cottino Social Impact Campus vuole essere un agente abilitatore della trasformazione culturale, economica e sociale, una rete di competenze ma anche uno snodo da cui si diramano connessioni capaci di generare nuove idee, progetti e opportunità. In Italia, da e verso il mondo.
Grazie a Daria Capitani, giornalista di VITA per il prezioso lavoro di ascolto e racconto delle persone, dei luoghi e delle istituzioni che stanno guidando insieme a noi questa trasformazione.
Camera di commercio di Torino, Torino Social Impact, Fondazione Compagnia di San Paolo, Comune di Torino, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino
Il 26 giugno 2024 al Campus, si è tenuto l’evento “Sostenibilità oltre la compliance”, ideato e realizzato insieme a dodici nostri partner del mondo imprenditoriale, datoriale e professionale, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza della collaborazione interprofessionale e l’integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale, come un’opportunità per innovare e creare valore a lungo termine per tutti gli stakeholder. Perché il percorso verso una sostenibilità integrata richiede un impegno condiviso e un cambiamento culturale profondo, che possa trasformare il modo di fare impresa in modo etico e responsabile.
Un’impresa che agisce la sostenibilità, la agisce nella collettività e genera impatto positivo.
Come approcciare questo cambiamento dal punto di vista dell’impresa? Passando, come ci insegna Kant, dall’”imperativo categorico” all’ “imperativo ipotetico”, approcciando la sostenibilità come driver di un profondo percorso di miglioramento dell’impresa in tutti i suoi livelli, processi, presidi giuridici e non, a partire dalla governance per poi riflettersi sull’intera catena del valore ed infine alla comunicazione interna ed esterna e al reporting. Un imperativo che consente all’impresa e ai professionisti di dialogare, sperimentare, costruire strategie e piani di azione supportati da una solida infrastruttura giuridica che non punti solo a minimizzare gli impatti negativi, ma a generare impatti positivi e diventi cultura consolidata per tutta l’azienda e i suoi stakeholder. Questo per noi è Legal Impact, un approccio che al Campus portiamo a governance, manager, professionisti, istituzioni da tre anni con il nostro pillar & executive programme “Legal Impact e sostenibilità d’impresa“.
Governance, value chain, stakeholder engagement & management, comunicazione e reporting – le aree tematiche dell’evento che hanno visto la co-progettazione di un team integrato di avvocati, dottori commercialisti, esperti di impatto sociale. Qui un estratto degli spunti emersi nei panel dell’evento.
Sostenibilità come opportunità di innovazione
Emiliano Giovine, avvocato e direttore scientifico del pillar Legal Impact presso il Cottino Social Impact Campus, ha introdotto il tema nella sua visione d’insieme.
“La sostenibilità sta affrontando un passaggio epocale dal punto di vista politico, economico, culturale e normativo. Se il rischio è quello di disperdere un momento di consapevolezza e impegno sui fattori ESG in una mera attività rendicontativa, l’opportunità è trasformarla in competitività e innovazione attraverso un nuovo paradigma imprenditoriale supportato da una solida infrastruttura giuridica, strumentale alla creazione di valore per tutti i portatori di interesse.”
PANEL 1 – Governance come pilastro della sostenibilità
Emanuela De Sabato e Manuela Monti, avvocate dell’Ordine di Torino, hanno discusso il ruolo cruciale della governance nella sostenibilità.
“La governance non è solo un pilastro ESG, ma un prerequisito essenziale per un percorso aziendale sostenibile. Una governance efficace deve basarsi su trasparenza, etica e senso di responsabilità, creando un ambiente di fiducia e stabilità finanziaria”
PANEL 2 – La catena del valore, gli stakeholder, l’ecosistema
Roberta Zizzari, avvocata dell’Ordine di Torino, ha evidenziato l’importanza degli stakeholder nella transizione verso lo “stakeholder capitalism”.
“Un approccio che si concentra esclusivamente sui profitti è limitato e rischioso, mentre un approccio che bilancia gli interessi di tutti gli stakeholder crea valore a lungo termine. Le imprese devono integrare la sostenibilità nella loro strategia, mappando e monitorando la catena del valore a monte e a valle, per garantire il rispetto dei principi ESG e dei diritti umani”
Caterina Soldi, nostra impact expert e program manager, ha guidato la platea nella prospettiva dell’ecosistema che richiede a tutti gli attori del mondo socio economico di essere sempre più interconnessi ed interdipendenti.
“Fare impresa, essere impresa richiede oggi più che mai una visione sistemica, nella prospettiva spazio temporale. Concepire la propria impresa come parte di un ecosistema più ampio è cruciale, un non luogo dinamico per natura, interconnesso e interdipendente che scambia e apporta contributi, che comunica verso l’interno e verso l’esterno, in un processo in continua evoluzione. Esserne parte attiva è importante, esserne consapevoli ed integrare questa prospettiva nel proprio indirizzo strategico è cruciale per generare impatto positivo.”
PANEL 3 – Comunicazione e reporting – quali rischi ed opportunità?
Giuseppina Cavasino e Filippo Traviglia, avvocati dell’Ordine di Torino e Davide Barberis, Tesoriere dell’Ordine dei dottori commercialisti di Torino, hanno discusso il ruolo del reporting di sostenibilità.
“Il reporting deve essere puntuale e trasparente, comunicando la vera situazione dell’azienda e assumendosi la responsabilità delle proprie azioni. Comunicare anche i processi, obiettivi specifici raggiunti è importante e fornisce una chiara visione della sostenibilità come sperimentazione in costante evoluzione, purchè la comunicazione sia integra e coerente, per dare valore all’impresa e non esporla a rischi reputazionali all’ordine del giorno. Non bisogna vedere tutto questo come un ostacolo o una barriera, ma come un’opportunità per fare impresa in un altro modo.”
From learning to action learning
Non si vive di sola teoria. ll nostro approccio formativo è sempre esperienziale. Nella seconda parte dell’evento, i partecipanti sono stati guidati dai relatori in un workshop per affrontare insieme un caso studio. Un confronto molto costruttivo e interessante che ha permesso a tutti di comprendere il ruolo della governance, il valore aggiunto della filiera, della sostenibilità come investimento e chiarirne l’importanza nell’intero sistema impresa.
Il ruolo delle comunità di pratica
“Parlare di sostenibilità oltre la compliance e della funzione strategica e sociale dei professionisti per il cambiamento culturale delle imprese è fondamentale“ – questo il messaggio alla base dell’intervento di Guido Bolatto, Segretario Generale di Camera di commercio di Torino che nel corso dell’evento ha lanciato OP4IMPACT – Ordini Professionali per l’Impatto – una nuova comunità di pratica, voluta da Camera di Commercio di Torino e Torino Social Impact, con il nostro supporto nel facilitare e orientare il confronto fra Avvocati, Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Notai verso una visione integrata di come gli ordini professionali possano rispondere alle sfide della società, individuando competenze distintive e complementarli: fare squadra per l’impatto sociale.
Il valore dell’ecosistema ad impatto
Grazie a tutti i partner che insieme a noi hanno reso possibile questo confronto e sono già al lavoro per la sua evoluzione: Camera di Commercio di Torino, Torino Social Impact, Istud, Ordine degli Avvocati di Torino, Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino, Consiglio Notarile di Torino e Pinerolo, Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino, Api Torino, APID, Legacoop, Confcooperative, Unione Industriali Torino.
Recita Joel Arthur Barker: “La strategia senza azione è solo un sogno. L’azione senza strategia è casualità. La strategia unita all’azione può cambiare il mondo”.
Mossa dalla volontà di puntare sul capitale umano e la rilevanza della sostenibilità per la crescita delle piccole e medie industrie, Confapi ha realizzato con il Cottino Social Impact Campus e Istud Business School “ESG, sostenibilità e innovazione”, il percorso formativo su scala nazionale rivolto alle figure apicali della Confederazione per formarle sulla sostenibilità integrale come cultura, oltre la compliance.
Il progetto è stato pensato per fornire strumenti, costruire nuove competenze e definire un linguaggio condiviso utile ad attivare un confronto proattivo tra colleghi, generare collaborazioni nei territori e sviluppare nuove strategie che generino valore per le imprese associate.
Si tratta di un importante passo in avanti verso una nuova cultura d’impresa che parte dall’interno delle strutture territoriali della Confederazione per arrivare ad ogni singola azienda associata. Coinvolte in questo viaggio disruptive le sedi di Bari, Brescia, Calabria, Firenze, Lecco, Matera, Novara, Padova, Perugia, Pesaro-Urbino, Piacenza, Pisa, Reggio Emilia, Roma, Sardegna, Sicilia, Siena, Terni, Torino, Varese, Venezia, Verona, che hanno fin da subito accolto quest’opportunità.
Tre i piani di apprendimento in cui si sono confrontati i partecipanti: conoscenza di sé e del contesto, consapevolezza, attitudini e comportamenti, in un percorso a tappe che, partendo dalla comprensione del contesto globale della sostenibilità e delle sue sfide sociali, li ha portati a conoscere la normativa di riferimento, i modelli e gli strumenti operativi, comprendere il valore dell’innovazione come driver di sviluppo per nuovi modi di fare impresa, posizionamento nel mercato di riferimento, cultura organizzativa e leadership orizzontale e generativa, individuando, infine, il proprio livello di maturità rispetto alla sostenibilità.
Un percorso importante, in grado di fare sistema, per una trasformazione verso la sostenibilità integrale che parte dalle persone e passa delle strutture territoriali per arrivare alle imprese associate.
Un’esperienza intensa, su scala nazionale, raccontata dalle voci dei partecipanti:
Scopri il video – La parola al Nord Italia
Scopri il video – La parola al Centro Italia
Scopri il video – La parola al Sud e alle Isole
L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) definisce il turismo sostenibile come “il turismo che tiene pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali e ambientali attuali e futuri, rispondendo alle esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità ospitanti” Per raggiungere questo obiettivo è essenziale che tutti gli attori dell’ecosistema operino in maniera orchestrata.
A che punto sono le imprese ricettive? Quali strategie devono attivare per diventare ed essere sostenibili? Quale il loro ruolo nella generazione di impatto positivo, per prosperare come imprese, nei territori, nelle comunità e per lo sviluppo del Sistema Paese?
Un cambio di prospettiva richiesto anche dal mercato. Secondo la recente indagine di Deloitte “Obiettivo sostenibilità” – Il 64% dei cittadini italiani dichiara che siano proprio gli evidenti effetti del cambiamento climatico ad aver influito sulla volontà di viaggiare in maniera più sostenibile – percentuale che sale al 71% quando si parla della Gen Z, i consumatori più giovani tra i 18 e i 34 anni. Il 75% degli italiani ritiene che la crescita del turismo sostenibile sia un elemento chiave per la svolta del nostro Paese verso una transizione ecologica strutturata e diffusa sul territorio, tramite lo sviluppo di infrastrutture a supporto di soluzioni verdi nei trasporti, nella produzione di energia, nei rifiuti e nei servizi per i turisti Il 63% degli intervistati ha dichiarato di prediligere mete turistiche locali per incentivare il turismo di prossimità e rivalutare i borghi del proprio Paese.
Siamo in una nuova era del turismo in cui il focus non è più solo l’hospitality, ma la persona al centro, la filiera, le pratiche sostenibili e la creazione di un turismo educante e fortemente interconnesso, interdipendente.
Uno scenario, un mercato ad alto potenziale al centro del nostro progetto “ESG e cultura dell’Impatto – nuove strategie, competenze e strumenti per cogliere le opportunità della sostenibilità nel settore del turismo” Promosso da Camera di commercio di Torino e dalle Associazioni di Categoria – Assohotel, Federalberghi Torino, Unione Industriali Torino Turismo e Cultura – in collaborazione con Torino Social Impact, per tutte le strutture ricettive del territorio, come evoluzione del progetto Yes! Enjoy Torino Top Hospitality. Il progetto Yes! diventa – più coerentemente con i tempi – un percorso di crescita e di orientamento verso nuovi valori di sostenibilità sociale, ambientale e di governance.
Il percorso ha accompagnato le governance di 60 imprese ricettive in sei moduli formativi sull’importanza della sostenibilità, della cultura dell’impatto per orientare tutta la catena del valore aziendale verso modelli di business che garantiscano sostenibilità economica, sociale ed ambientale, per prendere decisioni e innovare la strategia aziendale.
3 luglio 2024 – il percorso porta a termine la sua prima fase, per attivare la progettazione sui passi successivi e supportare la crescita, l’attrattività, la generazione di impatto delle imprese ricettive. Pronti per la fase due!
“Tutte le organizzazioni impegnate nel settore MICE (Convention Bureau Locali, Centri Congressi e Venue, Agenzie di Organizzazione Eventi, Catene Alberghiere ed Hotel, Imprese di Allestimento, Aziende del settore Catering e di Trasporto), oggi devono considerare, nelle fasi realizzative di un evento, gli impatti negativi generati e gli strumenti utili a favorire una mitigazione di quest’ultimi. Non è più sufficiente, infatti, misurare e compensare le emissioni di anidride carbonica prodotta; la Sostenibilità deve diventare invece un elemento di guida strategica e uno strumento operativo capace di coinvolgere l’intera catena del valore in modo da influenzare positivamente l’interno settore e ottenere un cambiamento reale ed a lungo termine per tutti”
Questo, l’abstract della ricerca guidata da Convention Bureau Italia, il Ministero del Turismo e ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo.
Per la prima volta l’Italia è il primo paese in Europa per numero di congressi organizzati e il secondo mercato dopo gli Stati Uniti. È quanto rivela il rapporto annuale dell’International Congress and Convention Association (ICCA) che evidenzia la progressiva scalata del Paese nelle classifiche internazionali.
Un settore in crescita con cui costruire solide basi per la generazione di impatto positivo: questo il concept del nostro progetto di sistema “Sostenibilità nel settore MICE – nuove strategie, modelli e strumenti”, ideato e realizzato insieme a Istud Business School per Turismo Torino e Provincia e Visit Piemonte, con il sostegno di Camera di Commercio di Torino per gli Operatori Congressuali, gli operatori della meeting industry locale e le ATL del Piemonte.
Sperimentazione, formazione, ecosistema – i tre asset del progetto che grazie ai partecipanti, ai partner, al team di lavoro ci hanno permesso di raggiungere ottimi risultati e pongono le basi di un modello da consolidare ed estendere su scala nazionale.
Sperimentazione, per innovare e costruire nuovi approcci, strategie e modelli
Formazione, per una cultura organizzativa solida e capace di gestire la complessità
Ecosistema ad impatto – generativo, interconnesso e interdipendente per fare rete e crescere come rete.
Un progetto che nella sua prima fase ha indirizzato i partecipanti verso il senso della sostenibilità come leva strategica, manageriale e di una nuova leadership per un MICE più inclusivo, sistemico, capace di rispondere alle sfide attuali del contesto economico e sociale.
Inclusione, cambiamento culturale, comunità, valore aggiunto, governance, innovazione, coraggio, sviluppo – alcune delle parole chiave emerse dai partecipanti al termine della fase 1 e driver di impatto sociale dell’ecosistema MICE for all.
Pronti per la fase 2!
INDAGINE ISTUD, CEVIS, COTTINO SOCIAL IMPACT CAMPUS, AIDP PIEMONTE E VALLE D’AOSTA.
RISPONDONO 119 PROFESSIONISTI E MANAGER HR.
Il 77% vede la sostenibilità e l’impatto come fonti di vantaggio competitivo di lungo termine e innovazione strategica.
Solo 1 azienda su 4 ha figure dedicate alla sostenibilità nei dipartimenti HR.
Nel 67% delle aziende mancano metriche di misurazione dell’impatto.
Scopri di più – clicca qui per scaricare il report completo
Qual è la visione e il parere dei professionisti della gestione delle Risorse Umane in azienda rispetto ai grandi temi della sostenibilità e dell’impatto? Come stanno affrontando i dipartimenti HR nel loro lavoro la trasformazione sociale, economica, ambientale che stiamo vivendo e quale ruolo e leve possono avere per diventare attori strategici in questa sfida?
Istud Business School, insieme al CeVIS, il Centro di Competenze per la Valutazione e Misurazione dell’Impatto gestito dal Cottino Social Impact Campus, e ad AIDP Piemonte & Valle d’Aosta, hanno condotto tra agosto 2023 e marzo 2024, una ricerca per approfondire l’impatto delle politiche di people management a partire dal punto di vista dei membri della famiglia professionale HR e dal loro livello di conoscenza, consapevolezza e motivazione su questo tema. Per impatto lo studio ha inteso “gli effetti e i cambiamenti sociali, ambientali, economici generati nel lungo periodo sulla comunità dalle attività svolte da un’organizzazione”. Hanno risposto in 119, il 70% dei quali operanti in aziende con oltre 200 addetti e sedi operative con prevalenza Nord e Nord Ovest.
I manager e Professional intervistati concordano in larga maggioranza (77% del campione) nel considerare la sostenibilità in ottica strategica e trasformativa: la ricaduta delle politiche e delle azioni di sostenibilità dell’azienda incide sulla capacità di innovare modelli di business e processi (valore di 9,27 in una scala da 1 a 10), sulle performance complessive dell’organizzazione e sulla accresciuta capacità di intercettare nuove opportunità in termini commerciali e di vantaggio competitivo (valore di 8,97 in una scala da 1 a 10). Un rispondente su due pensa che la sostenibilità possa aiutare le aziende a integrarsi meglio nel territorio e nella comunità di riferimento.
Se le aziende sono pronte a fare propri i principi alla base della sostenibilità e dell’impatto e ne riconoscono l’importanza, ancora però non ne fanno una leva strategica effettiva (per il 70% dei rispondenti). In generale c’è consapevolezza sul valore della sostenibilità, ma questa non sembra essere ancora parte di una cultura organizzativa diffusa.
Restringendo il focus sulla percezione e sulle azioni concrete a supporto di sostenibilità e impatto delle Risorse Umane, queste si vedono oggi come agenti di sostenibilità in azienda soprattutto sui temi di loro pertinenza diretta: Diversity & Inclusion, welfare, benessere e salute; ma non su temi sociali più ampi: crisi climatica, immigrazione, povertà educativa.
Le leve per la generazione di impatto ritenute più importanti sono quelle che operano su gruppi e persone e afferenti alla dimensione “people” (formazione, selezione, azioni di sensibilizzazione interna, ecc…) menzionate dal 60% dei rispondenti; seguite da quelle sui “processi aziendali” (iniziative di welfare aziendale, politiche di smart working, sistemi interni e modelli di governance, ecc..) segnalate dal 35% del campione. Solo il 5% cita le leve che insistono sull’ecosistema esterno all’azienda (eventi sul territorio, partecipazione a reti d’impresa, ecc…).
Le risposte sembrano denotare una autopercezione funzionale ed esecutiva, non pienamente integrata a una visione sistemica di promozione culturale della sostenibilità a 360 gradi e la mancanza di una strategia esplicita, razionalizzata e finalizzata su questi temi. Come probabile diretta conseguenza anche le altre funzioni aziendali esprimono nell’indagine un riconoscimento basso o medio basso (84% delle risposte) del ruolo dell’HR come funzione organizzativa generatrice di impatto.
Spostando l’attenzione sui ruoli della sostenibilità, chi se ne occupa dentro le aziende e come è stata formalizzata questa area di attività?
Il 65% delle organizzazioni coinvolte nell’indagine ha introdotto delle figure dedicate nei propri organigrammi, con una crescita del 70% negli ultimi 4 anni. Di queste 1 su 4 si dice in possesso di figure con responsabilità e mansioni specifiche nei dipartimenti Risorse Umane, mentre il 41% prevede dei ruoli tecnici al di fuori di essi. Anche se HR manager e Professional dimostrano nell’indagine di volere incidere in maniera determinante alla generazione di impatto (80% dei rispondenti), la definizione di una precisa e finalizzata strategia e di un chiaro posizionamento di funzione potrebbe aiutare a consolidare posizioni organizzative e ruoli dedicati alla sostenibilità anche dentro l’HR.
Qual è infine la fotografia rispetto all’adozione e implementazione di metodi, procedure e metriche di misurazione e valutazione dell’impatto?
Ampi sono i margini di miglioramento, considerando che 2 aziende su 3 del campione non si sono ancora dotate di un set di metodi e indicatori generali, e 4 su 5 sono le aziende che non hanno strumenti per misurare, valutare e rendicontare l’impatto generato dalle politiche di gestione delle risorse umane. In un mondo complesso e interconnesso come quello di oggi, capire e valutare l’impatto delle azioni verso tutti gli stakeholder, interni ed esterni, e gli effetti sociali di progetti, politiche e iniziative aziendali, insieme alla loro efficace comunicazione, è diventato elemento essenziale.
«Dall’indagine emerge come le Risorse Umane stiano prendendo piena coscienza del ruolo guida che possono avere rispetto agli obiettivi di sostenibilità in azienda ma come manchi ancora un salto di qualità in termini di strategia esplicita, di visione e di azioni di promozione culturale da condurre dentro all’organizzazione e verso l’ecosistema esterno» dice Marella Caramazza, Direttore Generale ISTUD Business School, Board Member del Cottino Social Impact Campus e Direzione Strategica del CeVIS. «Siamo in un cammino di crescita e apprendimento che può fare diventare l’HR un agente chiave catalizzatore della transizione sostenibile, per fare questo però tutti i professionisti del people management devono lavorare su una piena assunzione di ownership e centralità decisionale nella partita della sostenibilità e dell’impatto».
«Dall’indagine emerge la disponibilità, se non addirittura il desiderio, di mettersi direttamente e responsabilmente in gioco rispetto ai temi della sostenibilità e la capacità di cogliere la rilevanza degli impatti generabili dalle aziende. Ma, insieme, emerge anche la percezione di un gap che è necessario colmare tra ciò che già si fa e ciò che si potrebbe fare» – afferma Laura Zanfrini, Responsabile scientifico del Pillar “Diversity, Equity, Inclusion” del Cottino Social Impact Campus – «Potremmo parlare di un terreno fertile sul quale occorre seminare conoscenze e competenze, indispensabili alla progettazione ed implementazione di pratiche maggiormente mirate e coerenti con la più ampia strategia aziendale; ma indispensabili anche a rendere riconoscibile e “misurabile” l’impatto, dentro e fuori i confini aziendali, di una gestione consapevole delle leve e degli strumenti attivabili dai professionisti del people management».
«Per la nostra famiglia professionale – dice Giorgio Barbero, presidente AIDP Piemonte e Valle d’Aosta – i temi della sostenibilità e dell’impatto sono centrali già da alcuni anni, e diventeranno sempre più strategici. I colleghi hanno mostrato, nel rispondere all’indagine, piena consapevolezza delle sfide che saranno chiamati ad affrontare e una crescente maturità nel comprendere quali siano i temi su cui ci sarà maggior bisogno di formazione e quali le linee progettuali da sviluppare. Il contributo dell’HR nell’ambito della sostenibilità è tanto più determinante quanto più si integra con l’intera strategia organizzativa in questo campo: sarà importante, nel prossimo periodo, fornire ai colleghi gli strumenti necessari a valutare e applicare le migliori pratiche in questo senso. AIDP è pronta a supportare i colleghi nell’ampliamento delle competenze professionali anche in questo ambito, in modo che lo specialista HR possa diventare un esperto di sostenibilità e impatto e possa consentire all’Organizzazione e alle Persone che ci lavorano di svilupparsi in modo equo e sostenibile».
Clicca qui per scaricare la rassegna stampa completa
Insieme a Confartigianato Cuneo
ESG4PMI – Si conclude oggi la seconda edizione del nostro progetto formativo disegnato con Istud Business school e WST rivolto alle imprese associate a Confartigianato Cuneo
Un progetto che ad oggi, con due edizioni all’attivo ha formato 60 imprese artigiane, eterogenee fra loro, motivate ad approcciare e approfondire il valore della sostenibilità.
Tre, i piani di apprendimento del percorso: consapevolezza, conoscenze, attitudini e comportamenti.
Quattro moduli formativi per tradurre una visione globale nella realtà del territorio e nelle singole imprese, per capire ad oggi quale sia il loro valore e attualizzare i modelli di business guidati dai principi ESG, dagli obiettivi dell’agenda 2030 e soprattutto del senso che sta alla base della dimensione generativa dell’impresa. Passare così dalla strategia all’applicazione di modelli, strumenti operativi della sostenibilità, senza mai dimenticare una componente cruciale, la dorsale di ogni ecosistema d’impresa: le persone.
Una prospettiva relazionale, che richiede la gestione di tutti gli stakeholder, l’interazione con le persone che generano il valore dell’impresa, dei nuovi stili di leadership per il cambiamento culturale ed organizzativo.
Momenti concettuali e di confronto in aula, per raggiungere l’obiettivo: passare dalla sostenibilità selettiva che verticalizza i principi ESG alla sostenibilità sistemica che vede le tre componenti come integrate nel modello d’impresa, nei suoi valori, guidati dall’etica: ciò che per ognuno di noi è giusto e indirizza le nostre decisioni, il modo con cui agiamo.
Dalla visione prevalentemente green, espressa ad inizio percorso dai partecipanti, oggi a conclusione di questo primo lavoro insieme, abbiamo ridefinito il senso della sostenibilità per le 30 imprese in aula stimolandoli a rispondere alla domanda
Cosa avete imparato e cosa farete da domani?
Queste le loro risposte:
“La necessità di maggiore condivisione nella governance”, “Il sistema deve cambiare”, “Confrontarsi con i dipendenti”, “Passare dalla sostenibilità come un peso all’opportunità”, “Aprire la visione sul sociale”, “L’importanza di agire da adesso”, “Avere una visione integrale”, “Capire che la sostenibilità è ciò che affrontiamo tutti i giorni”, “L’importanza della visione etica e del fare rete”, “Applicare i valori alle diverse discipline artigiane”
Un confronto di grande ricchezza umana e imprenditoriale che in sintesi confluisce nell’innovazione strategica, del modello di business, del modello organizzativo e di competenze, di prodotto e servizio, di processo e far sì che la visione sistemica diventi un driver e una modalità di approccio, alimentazione e mantenimento di un percorso di trasformazione culturale. Formarsi è un primo innesco per generare nuova consapevolezza e dare senso al cambiamento.
Questo lo spirito e l’esperienza, che porteremo insieme a Confartigianato Cuneo anche nella III edizione, in partenza il 29 maggio e rivolta ad altre 30 imprese artigiane. Qui maggiori informazioni per iscriversi
Parallelamente, il team dei tutor della sostenibilità di Confartigianato Cuneo, formati ad inizio percorso, proseguirà nel lavoro di supporto alle imprese partecipanti per la compilazione della survey di auto riflessione e analisi, frutto di un lavoro congiunto fra l’associazione, le imprese, WST e tutti i partner del progetto.
Salutiamo l’aula, grati a tutti i partecipanti per la generosa condivisione e l’apprendimento collettivo, con una certezza: l’innovazione, la cura per il sapere e il saper fare sono parte integrante del DNA delle imprese artigiane.
Torino, 4 aprile 2024 – È stata presentata questa mattina, presso la Camera di commercio di Torino, la IV edizione di Impact Prototypes Labs – IP Labs, un programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus e dedicato alle imprese del territorio piemontese e alle studentesse e studenti dei Corsi di Laurea Magistrali del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino.
IP Labs è un programma pratico di formazione e accompagnamento, rivolto alle imprese che intendano affrontare un percorso di evoluzione e innovazione strategica, organizzativa, manageriale, attraverso progetti che coniughino gli obiettivi di competitività e posizionamento sul mercato con la realizzazione e misurazione dell’impatto positivo generato.
Finanziato per oltre 140mila euro, IP Labs è sostenuto da Fondazione Cottino, dalla Camera di commercio di Torino e da Unicredit e supportato da un’importante rete di partner: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Fondazione Piemonte Innova, Api Torino, Confindustria Canavese, Unione Industriali di Torino, YES4TO, Unigens e Torino Social Impact.
Una grande opportunità ben descritta nel video servizio a cura di GRPtelevision
Competenze ed Ecosistema i grandi plus di IP Labs che si conferma essere un programma di successo e in costante crescita, anche di partner. Dalla prima edizione pilota con 5 partner e 5 imprese partecipanti nel 2019, oggi in sole tre edizioni, IP Labs vanta oggi 13 partner ed un’esperienza di 62 imprese e 200 studenti, formati e accompagnati in percorso di innovazione ed evoluzione d’impresa grazie al potenziale generato dall’impatto, come abilitatore di nuove opportunità strategiche, organizzative e manageriali.
L’esperienza prosegue. La IV edizione IP Labs è pronta ad accogliere le imprese del territorio piemontese che intendano confrontarsi, crescere, generare impatto positivo per il loro posizionamento competitivo e per la collettività.
La call per candidarsi è aperta dal 4 aprile 2024 al 15 giugno 2024. A seguire il team Cottino Social Impact Campus selezionerà le imprese che entreranno a far parte di IP Labs.
Il programma si svolgerà da ottobre 2024 a gennaio 2025 e terminerà con l’Impact Day, l’evento conclusivo di celebrazione dei risultati raggiunti da tutti i team di impresa, studenti, tutor in IP Labs.
Per ulteriori approfondimenti, consulta questo link oppure scopri IP Labs attraverso la nutrita rassegna stampa dell’evento di lancio della quarta edizione. Buona lettura!