Il 30 maggio è stata presentata a Torino la ricerca sul ruolo e sulla figura professionale del Social impact manager promossa da Asfor – Associazione Italiana per la Formazione Manageriale in collaborazione con Cottino Social Impact Campus e SAA – Torino School of Management.
Chi è il social impact manager? Quali competenze deve avere?
Quale ruolo può assumere all’interno di imprese e organizzazioni? Sono alcune delle domande che hanno animato la ricerca promossa da ASFOR in partnership con gli associati Cottino Social Impact Campus e SAA-School of Management, i cui risultati sono stati presentati il 30 maggio a Torino con il convegno “Quale ruolo per il social impact manager? Formare per generare valore sociale”.
Obiettivo della ricerca, e dell’incontro, definire la fisionomia, l’utilità e la potenziale collocazione di una figura che all’interno delle aziende si occupi di gestire e di rendicontare, con attenzione specifica, le tematiche di natura sociale connesse con l’attività d’impresa. Identificando percorsi formativi utili a svilupparne le competenze, affinché la gestione degli aspetti sociali diventi un driver di valore socioeconomico per l’impresa e anche per il territorio.
Una figura trasversale
«Asfor promuove un’intensa ricerca sul campo, in collaborazione con aziende, istituzioni pubbliche, fondazioni, terzo settore. Lo fa secondo le rigorose metodologie scientifiche proprie delle business school associate e con una visione inclusiva e multidimensionale che ha reso l’associazione un punto di riferimento per lo sviluppo del nostro Paese. Questa ricerca si rivolge a un ampio pubblico e intende sollecitare la capacità di leggere il contesto, alimentando la riflessione e il dialogo. La figura del social impact manager è trasversale alle varie funzioni e avrà un ruolo strategico nel tradurre dalla teoria alla pratica le azioni di sostenibilità sociale delle organizzazioni e nel costruire una nuova cultura di relazione e condivisione», afferma il segretario generale di Asfor, Mauro Meda.
Nuovi paradigmi aziendali
«I risultati della ricerca, a conferma dei segnali che SAA recepisce da territorio, istituzioni e allievi, evidenziano un forte interesse verso i temi legati alla sostenibilità. Nuovi paradigmi aziendali e nuovi modelli di business richiedono competenze manageriali e imprenditoriali che includano i temi ESG nelle scelte strategiche in un nuovo modo di fare impresa. SAA – School of Management di Torino da sempre caratterizzata da un mix di storia e innovazione è in prima linea per supportare il tessuto socio-economico nella transizione verso un nuovo modello di business per un’impresa sostenibile e responsabile», continua Davide Caregnato, direttore di SAA – School of Management, Università di Torino
Impatto sociale, dimensione trainante
«Scandagliando il mondo dalle aziende, emerge la necessità di un profilo professionale che inglobi la gestione di tutte le tematiche collegate alla sostenibilità e all’impatto sociale, ben oltre il solo aspetto ambientale. Si avverte inoltre un enorme bisogno di formazione: alla conoscenza normativa, indispensabile in ingresso, devono aggiungersi altre, più complesse, competenze, che si maturano nel tempo, in una dimensione di lifelong learning nella quale un up-skilling e re-skilling continuo consente alle persone di adattarsi ai continui cambiamenti. Il contesto dinamico offre ampio spazio di collaborazione tra chi costruisce la formazione e chi ne ha bisogno per portare i risultati sul mercato, aprendo nuove opportunità di progettazione cogestita, innovativa, che coinvolge le filiere. Più che un punto di arrivo, questa ricerca è un punto di partenza verso il rafforzamento di competenze, la formazione e l’accreditamento di profili professionali capaci di guidare il sistema economico verso una crescente responsabilità sociale», spiega Manuela Brusoni, presidente della Commissione di Accreditamento Asfor, Dean’s Delegate for Accreditation SDA Bocconi School of Management e responsabile della ricerca sul social impact manager.
Formazione pratica, sperimentale e trasformativa
«La ricerca presentata è stata uno stimolo importante per rendere efficace il confronto tra le imprese, gli enti di formazione e tutti gli attori impegnati nella transizione verso una autentica sostenibilità e una cultura dell’impatto. La sfida su come raggiungerla è la mission del Cottino Social Impact Campus che si impegna anche attraverso Istud Business School a realizzare una formazione pratica, sperimentale e trasformativa che a tutti i livelli dell’azienda porti a considerare l’impatto ingrediente determinante del posizionamento identitario e della capacità di innovare di imprese e organizzazioni», osserva Giuseppe Dell’Erba, direttore di Fondazione Cottino.
Produrre valore condiviso
«Siamo di fronte a una fase di cambiamento strutturale del concetto stesso di impresa, all’interno della cui catena del valore diventa essenziale, e sempre più fattore competitivo, saper produrre valore condiviso, economico, ambientale e sociale, confrontandosi e interagendo con gli stakeholders e raccordandosi alle strategie di sviluppo sostenibile, nazionali e regionali. Nell’ottica di creare imprese e società responsabili e sostenibili nel tempo. Questo richiede accompagnare il management delle imprese in questo processo di trasformazione», sottolinea Marcello Bogetti, responsabile Center for Business and Society – SAA School of Management dell’Università di Torino.
Integrare le competenze tradizionali
«La consapevolezza della propria capacità trasformativa e l’impatto positivo sono oggi prioritari per le imprese che devono integrare responsabilità sociale e sostenibilità nella loro strategia. Dalla ricerca e dal convegno è emerso quanto sia necessario contemperare le competenze manageriali tradizionali con quelle di leadership nel plasmare la cultura organizzativa e nell’integrare l’impatto in tutte le funzioni aziendali, per definirne gli obiettivi e realizzarlo cosicché abbiano effetti positivi verso la società, l’ambiente e gli stakeholder interni ed esterni», conclude Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus.
Alla mattinata di lavori hanno preso parte anche Fabio Carosso, Vicepresidente e Assessore della Regione Piemonte con deleghe a Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo della Montagna, Foreste, Parchi, Enti locali; Alberto Tonelli, Dottorando in Business and Management, Università di Torino; Alain Devalle, Professore Ordinario in Economia Aziendale – Università di Torino; Claudia Galetto, Coordinatrice del gruppo di ricerca Sostenibilità e governance nell’Area Crescita sostenibile e sviluppo del territorio di IRES Piemonte; Rossella Sobrero, Presidente Koinètica;Marisa Parmigiani, Responsabile Sustainability Gruppo Unipol; Angelo Perez, Ceo &Co-founder Weco impresa sociale srl; Marella Caramazza, Board Member Cottino Social Impact Campus e Direttore generale ISTUD Business School; Carlo Majorino, Amministratore Unico SAA – School of Management, Università di Torino.
Media partner, formaFuturi.news, la rivista di cultura manageriale di Asfor e Apaform.
Continua a leggere il comunicato stampa: clicca qui
Seguici sui canali social di Cottino Social Impact Campus