Torino, 4 aprile 2024 – È stata presentata questa mattina, presso la Camera di commercio di Torino, la IV edizione di Impact Prototypes Labs – IP Labs, un programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus e dedicato alle imprese del territorio piemontese e alle studentesse e studenti dei Corsi di Laurea Magistrali del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino.

IP Labs è un programma pratico di formazione e accompagnamento, rivolto alle imprese che intendano affrontare un percorso di evoluzione e innovazione strategica, organizzativa, manageriale, attraverso progetti che coniughino gli obiettivi di competitività e posizionamento sul mercato con la realizzazione e misurazione dell’impatto positivo generato.

Finanziato per oltre 140mila euro, IP Labs è sostenuto da Fondazione Cottino, dalla Camera di commercio di Torino e da Unicredit e supportato da un’importante rete di partner: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Fondazione Piemonte Innova, Api Torino, Confindustria Canavese, Unione Industriali di Torino, YES4TO, Unigens e Torino Social Impact.

Una grande opportunità ben descritta nel video servizio a cura di GRPtelevision

Competenze ed Ecosistema i grandi plus di IP Labs che si conferma essere un programma di successo e in costante crescita, anche di partner. Dalla prima edizione pilota con 5 partner e 5 imprese partecipanti nel 2019, oggi in sole tre edizioni, IP Labs vanta oggi 13 partner ed un’esperienza di 62 imprese e 200 studenti, formati e accompagnati in percorso di innovazione ed evoluzione d’impresa grazie al potenziale generato dall’impatto, come abilitatore di nuove opportunità strategiche, organizzative e manageriali.

L’esperienza prosegue. La IV edizione IP Labs è pronta ad accogliere le imprese del territorio piemontese che intendano confrontarsi, crescere, generare impatto positivo per il loro posizionamento competitivo e per la collettività.

La call per candidarsi è aperta dal 4 aprile 2024 al 15 giugno 2024. A seguire il team Cottino Social Impact Campus selezionerà le imprese che entreranno a far parte di IP Labs.

Il programma si svolgerà da ottobre 2024 a gennaio 2025 e terminerà con l’Impact Day, l’evento conclusivo di celebrazione dei risultati raggiunti da tutti i team di impresa, studenti, tutor in IP Labs.

Per ulteriori approfondimenti, consulta questo link oppure scopri IP Labs attraverso la nutrita rassegna stampa dell’evento di lancio della quarta edizione. Buona lettura!

Innovazione ed Evoluzione d’impresa per l’impatto

In tre edizioni sono state accompagnate 62 aziende, si sono candidate oltre 100 imprese

e sono stati coinvolti più di 200 studenti

Al via la IV edizione di Impact Prototypes Labs – IP Labs, un programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus e dedicato alle imprese del territorio piemontese e alle studentesse e studenti dei Corsi di Laurea Magistrali del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino.

IP Labs è un programma pratico di formazione e accompagnamento, rivolto alle imprese che intendano affrontare un percorso di evoluzione e innovazione strategica, organizzativa, manageriale, attraverso progetti che coniughino gli obiettivi di competitività e posizionamento sul mercato con la realizzazione e misurazione dell’impatto positivo generato.

Finanziato per oltre 140mila euro, IP Labs è sostenuto da Fondazione Cottino, dalla Camera di commercio di Torino e da UniCredit e supportato da un’importante rete di partner: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Fondazione Piemonte Innova, Api Torino, Confindustria Canavese, Unione Industriali di Torino, YES4TO, Unigens e Torino Social Impact.

Il programma è utile alle imprese che vogliano analizzare la propria situazione di partenza, immaginare nuove opportunità, acquisire nuove competenze e strumenti, essere guidate da una tutorship competente in strategia aziendale, gestione, misurazione dell’impatto e confrontarsi con menti giovani per accogliere nuove visioni e competenze.

Allo stesso tempo, in IP Labs le studentesse e gli studenti universitari hanno l’opportunità di vivere un apprendimento pratico, entrare in contatto con le aziende del territorio ed affacciarsi al mondo del lavoro, imparando a gestire progetti di innovazione, volti alla generazione di impatto positivo.

I team composti da imprese e studenti saranno accompagnati dai tutor del Cottino Social Impact Campus e del CeVIS, il Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’Impatto, nato da un accordo strategico fra Fondazione Cottino e Camera di commercio di Torino, Torino Social Impact.

“Oggi per un’azienda non è più solo essenziale realizzare progetti ad impatto, ma anche misurarne gli effetti concreti generati all’interno e all’esterno dell’azienda stessa – sottolinea Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus e Presidente della Fondazione Cottino. IP Labs offre l’opportunità di confrontarsi con una materia complessa, avendo a disposizione gli attori sul territorio più competenti in questi ambiti. Aver aggregato un ecosistema di partner su un tema di tale attualità e importanza strategica per le aziende è stato per noi un obiettivo importante fin dalla prima edizione del programma”.

Siamo alla quarta edizione di IP Labs e oggi possiamo dire che la formula è consolidata e di successo: il dialogo tra studenti e imprese è sempre vincente e di grande ispirazione proprio quando si parla di innovazione e impatto sociale – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Il nostro territorio mette in campo le migliori professionalità grazie alla partecipazione degli atenei, del Cottino Social Impact Campus e del CeVis, il Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’impatto, una realtà che abbiamo fortemente voluto per avere a disposizione dati certi sul valore dell’operato delle imprese”.

“Crediamo molto nel progetto Ip Labs perché dedicato alle imprese e ai giovani, afferma Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit. UniCredit vuole investire nel futuro delle nuove generazioni per generare un impatto positivo nelle comunità in cui opera e per consentire loro di sprigionare tutto il loro potenziale, sia come futuri imprenditori che come soggetti attivi di una società che sta cambiando e si sta innovando.”

Dopo la fase di selezione delle aziende tra le candidature ricevute, inizierà l’abbinamento dei team composti da imprese, studenti e tutor, che da ottobre 2024 lavoreranno insieme per elaborare un progetto di innovazione, finalizzato a generare maggiore impatto, attraverso il miglioramento interno e iniziare ad applicare le metodologie di pianificazione, gestione, misurazione dell’impatto.

Il bando per le imprese è aperto da oggi fino al 15 giugno https://www.cottinosocialimpactcampus.org/transformative-education-and-learning/impact-prototypes-labs-2024-2025/. Il programma IP Labs terminerà a febbraio 2025 con l’Impact Day, l’evento conclusivo che avrà l’obiettivo di dare spazio ai team per presentare a imprese, studenti, partner istituzionali, accademici e datoriali il risultato del lavoro svolto durante il percorso.

QUALCHE STORIA DALLE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLE SCORSE EDIZIONI DI IP LABS

Nelle precedenti tre edizioni sono state accompagnate 62 aziende e sono stati coinvolti più di 200 studenti. Tra le aziende che hanno partecipato, alcune esperienze sono diventate vere e proprie occasioni di crescita e sviluppo aziendale. Tra queste, ad esempio, la storica azienda produttrice di bottoni di alta moda F.lli Bonfanti, premiata nella scorsa edizione, ha invece lavorato a un nuovo prodotto fortemente innovativo, un bottone “intelligente” che funge da dispositivo di SOS. Oggi l’azienda è accompagnata da I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino.

Ri-generation prima azienda in Italia a rigenerare elettrodomestici, ha partecipato ad IP Labs con l’obiettivo di identificare e misurare l’impatto sociale generato dall’attività aziendale. Gli studenti si sono concentrati sul metodo da utilizzare e poi hanno identificato i KPI strategici, sviluppando poi un modello ad hoc.

Overlab, realtà che fornisce ai propri clienti prodotti e soluzioni che coniugano i valori ESG alle tecnologie digitali per l’efficientamento della produzione, ha lavorato a un modello operativo per creare coesione tra i collaboratori, quasi tutti in Full Smart Working. Al termine del programma, Overlab ha assunto in azienda una componente del team degli studenti, laureata in Systemic Design, diventata oggi Sustainability Specialist.

CIAC – Consorzio InterAziendale Canavesano per la formazione professionale, ha avviato un progetto di sostenibilità sociale in Canavese prendendo in gestione un bar/tavola fredda che a marzo 2024 è diventato una delle portinerie di comunità della rete italiana di cultura popolare.

Per HIND – Holding Industriale S.p.A., holding company che investe nei settori di eccellenza del Made in Italy, IP Labs ha rappresentato l’occasione per sviluppare due progetti: la redazione del primo Bilancio di Sostenibilità di Beste S.p.A. e l’identificazione di possibili soluzioni per la rigenerazione e valorizzazione delle rimanenze di tessuti, pelle e capi finiti, al fine di consentire al Gruppo di aziende di ottenere un valore aggiunto attraverso il recupero dei prodotti.

L’Energy Service Company (ESCo) COESA con gli studenti della scorsa edizione di IP Labs, ha infine creato KeepTheSun, un marketplace di compravendita dedicato al fotovoltaico usato. La piattaforma lanciata a inizio 2024 ha ricevuto decine di richieste di compravendita di cui alcune sono andate online, altre direttamente in trattativa con la rete di stakeholder.

Delta Visione, realtà innovativa che offre soluzioni nella progettazione, costruzione e installazione di sistemi di marcatura industriale, tracciabilità, visione artificiale e macchine di selezione, ha lavorato a un importante piano di welfare sostenibile, predisponendo una reportistica attraverso la quale monitorare risorse economiche dedicate e gradimento delle azioni approvate.

Sei un’impresa del territorio piemontese, interessata a fare un percorso di innovazione ed evoluzione strategica, organizzativa, manageriale, grazie all’impatto?

Candidati alla IV edizione IP Labs, entro il 15 giugno 2024.

L’esperienza dell’immigrazione può favorire lo sviluppo di preziose competenze trasversali, prime tra tutte quelle interculturali. Si tratta di soft skill che potrebbero contribuire significativamente a un incremento della performance economica delle aziende italiane, ormai parte di un mercato globalizzato e di una società spiccatamente multietnica.

Queste competenze, tuttavia, restano spesso invisibili e quindi inutilizzate, come anche quelle documentate dai titoli di studio conseguiti all’estero. Tra le persone migranti occupate in Italia, circa una su cinque ritiene di essere sovraqualificata rispetto al lavoro svolto (ISTAT, 2023) e ricerche evidenziano quanto sia complesso nel nostro paese pensare alla forza lavoro migrante come a un patrimonio di competenze da valorizzare.


In molti casi sono gli stessi migranti a non far leva sulle proprie competenze nella ricerca di un impiego. Ad esempio, sono pochissimi i cittadini stranieri che, in possesso di un titolo di studio acquisito all’estero, scelgano di attivarsi per il riconoscimento. Ciò dipende dalla convinzione, non infondata, che affrontare le complesse e costose procedure non porti ad alcun significativo vantaggio in termini di occupabilità o avanzamento di carriera. Questo si spiega con la persistenza di un modello di organizzazione del lavoro in cui la manodopera migrante tende a essere relegata ai livelli più bassi della gerarchia occupazionale. In effetti, tra gli occupati stranieri laureati, meno del 40% svolge una professione qualificata (Istat, 2023). E’ un dato che consente di stimare la portata di un sistematico sottoutilizzo del capitale umano disponibile.

E il fenomeno non riguarda solo i titoli di studio. Spesso fatica a venire a galla anche il ricco patrimonio di competenze acquisite dai migranti in contesti non formali e informali. Se durante un colloquio di lavoro venisse ad esempio esplorata l’esperienza lavorativa maturata dalla persona migrante nel paese d’origine, potrebbero emergere hard o soft skill valorizzabili anche nel nuovo contesto.

Per il mercato del lavoro italiano è oggi cruciale sprigionare questo potenziale latente. Ciò avrebbe indubbie ricadute positive sia in termini economici sia in termini sociali. Le organizzazioni del lavoro possono giocare un ruolo fondamentale in tale processo, attivando meccanismi di
allocazione delle risorse umane in grado di cogliere a pieno le competenze dei migranti. In questo modo le aziende si farebbero fautrici di un modello di integrazione economica strutturalmente equo e non discriminatorio.

Esistono metodologie ad hoc, che un sapere esperto può rendere accessibili, in grado di favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze dei migranti in diverse fasi, dalla selezione allo sviluppo di carriera. Si tratta di strumenti pensati per facilitare l’emersione delle potenzialità di ciascuno, anche in presenza di barriere linguistiche o culturali. A ben vedere, quindi, tali metodologie offrono vantaggi che non riguardano solo le risorse umane migranti. Esse infatti consentono di cogliere le risorse di ogni singola persona, a prescindere dall’origine e dall’appartenenza etnica, ma anche da ogni altro tipo di diversità che, complessificando la comunicazione interpersonale, potrebbe ostacolare la messa a fuoco di un potenziale.

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Torino 25 gennaio 2024 – Giunge oggi al termine la prima fase del Master in User Experience per l’Inclusive Design, quella d’aula, con la presentazione dei cinque project work realizzati dai quindici talentuosi studenti, alla presenza delle aziende partner e della faculty, composta sia da docenti del Politecnico di Torino ed ISTUD Business School sia da professionisti ed esperti del settore. I partecipanti entreranno ora nella seconda fase prevista dal percorso: lo stage retribuito, della durata di sei mesi, presso importanti ed affermate realtà aziendali, agenzie di comunicazione e società di consulenza per le quali stanno sostenendo processi di selezione e già un terzo di loro ha trovato un’opportunità. 

Giuseppe Dell’Erba, Direttore Generale Fondazione Cottino

Il Cottino Social Impact campus è partner di questo nuovo progetto formativo che pone nuovamente per la sua essenza una particolare enfasi sulla crescita, l’istruzione e lo sviluppo professionale dei giovani, nonché sulla sostenibilità a lungo termine creando un impatto significativo nelle comunità come già avvenuto in passato.

“Le presentazioni di oggi costituiscono un passaggio molto importante nel percorso di sviluppo umano e integrale dei giovani partecipanti al Master. Non solo rappresentano l’applicazione pratica di quel set di competenze tecniche, professionali, di quelle abilità trasversali e creative, di quelle capacità critiche assorbite durante tutto il percorso formativo; sono soprattutto la loro testimonianza concreta di passione, investimento e impegno per il progresso sociale ed economico al tempo stesso. Tale Master è esempio di quella formazione trasformativa che rappresenta un pilastro fondamentale per il successo di ognuno dei giovani partecipanti al Master e delle relative comunità. L’approccio filantropico che ci vede impegnati è quello di essere per loro moltiplicatore di soluzioni innovative per affrontare le sempre più complesse sfide della nostra contemporaneità, e fornir loro strumenti per partecipare attivamente alla costruzione di una società più aperta e inclusiva. “

Giuseppe Dell’Erba, Direttore Generale Fondazione Cottino

Francesco Milanesio, Executive Creative Director e Associate Partner di Triplesense Reply – Membro del comitato scientifico del Master  

Ripercorriamo ora insieme le tappe salienti di questo percorso.

Il 20 giugno 2023 avevamo presentato al Campus la prima edizione del Master in User Experience per l’Inclusive Design, organizzato da ISTUD Business School e Politecnico di Torino, che ci vede partner con Triplesense Reply, agenzia di consulenza creativa e di design.

L’obiettivo dichiarato è stato quello di formare una nuova figura professionale: quella dell’UX Inclusive Designer, ovvero un professionista in grado di creare prodotti digitali che siano accessibili e utilizzabili da un’ampia varietà di utenti, indipendentemente dalle loro abilità, età, genere, origine etnica o altre caratteristiche.

Una figura professionale che il mercato richiede fortemente poiché le aziende stanno comprendendo sempre di più il valore commerciale di prodotti digitali inclusivi. Oltre ad adempiere agli obblighi normativi, un design inclusivo può ampliare il mercato di riferimento e migliorare l’esperienza complessiva degli utenti, portando a una maggiore soddisfazione e fidelizzazione.

Inoltre, in un mercato sempre più competitivo, le aziende cercano di differenziarsi offrendo prodotti che mettono in primo piano l’inclusività. Gli UX designer specializzati possono contribuire a sviluppare prodotti che si distinguono per la loro accessibilità e usabilità.

L’ avvio ufficiale del Master si è poi tenuto al Cottino Social Impact Campus, sede del Master nella prima fase d’aula, il 25 settembre 2023, accogliendo un gruppo di quindici giovani studenti, provenienti da tutta Italia ed appartenenti a percorsi accademici differenti, che hanno intrapreso questo percorso formativo con entusiasmo e curiosità, desiderosi di esplorare il potenziale dell’Inclusive Design. Ognuno di loro ha portato con sé una visione unica e la volontà di creare esperienze digitali che abbracciassero la diversità.

Nell’arco di questa prima edizione gli studenti hanno conosciuto più di trenta docenti e professionisti che li hanno posti di fronte a dilemmi etici, sfide tecniche e la necessità di superare i preconcetti nel design tradizionale.

Una fase importante quella della portfolio review: ovvero dell’analisi dettagliata dei portfolio UX degli studenti con focus sull’Inclusive Design. Il processo ha compreso una sessione plenaria per ispirare e sessioni individuali per un’analisi approfondita, affinando abilità e progetti di ogni studente.

Inoltre, per fornire agli studenti un’esperienza utile nell’applicare le conoscenze teoriche acquisite durante il percorso di studio sono stati assegnati loro cinque project work basati su esigenze reali e attuabili di cinque aziende partner appartenenti a differenti settori di mercato.

Ecco i cinque project work presentati nella giornata del 25 gennaio 2024:

Per Agos S.p.A.  «Instant Lending» a cura di Bianca Pani, Domenico Germoglio, Alessandro Assale;

Per Carrefour «L’App Carrefour come asset digitale strategico del journey

omnicanale del cliente che si muove tra mondo e-commerce e retail» a cura di Sofia Piccinelli, Sofia De Biasi, Federico Principe;

Per CNH Industrial «User Experience nel processo di comunicazione con i propri concessionari/dealers» a cura di Michela D’Urso, Michela Risso, Maria Luciana Madau

Per HAVAS CX «L’intelligenza artificiale a servizio del medico» a cura di Andrea Conzato, Mirco Zancone, Aldo Marzo;

Per VMLY&R «Sviluppare un servizio per migliorare la salute orale dei bambini» a cura di Elisa Bonino, Michela Roberto, Anita Raviola;

“La cifra del Master UXiD è stata la focalizzazione sull’Inclusive Design e la partecipazione degli enti attuatori, degli studenti e delle aziende che hanno costituito il field network del Master. Con oggi si conclude la prima parte del Master, quella della fase d’aula. Ma non è finita, anzi!, da domani inizia l’immersione della cartina tornasole del Master, ossia l’esperienza degli studenti nelle organizzazioni. Gli auguriamo di poter dare il meglio, di poter esprimere appieno le loro potenzialità, mettendo a frutto quanto appreso durante le lezioni e nei project work con le aziende, che hanno attraversato tutta la fase d’aula.  Cosi sì che potremo considerare davvero concluso, e con piena soddisfazione, il lavoro svolto per e con loro in questa prima edizione del Master “

Roberta Geusa, Responsabile BU Master e Programmi per i Giovani e Responsabile Placement Master. 


“Dialogo e Hands-on: sono questi gli aspetti più importanti di questo Master, come Interaction Designer e come coordinatore scientifico. È questa la matrice. Ovvero mettere alla prova studentesse, studenti e faculty su un progetto reale concordato con le aziende partner fin dai primi giorni. Credo sia un modo per connettere tutti gli attori, di espandere e applicare le conoscenze, di fare ricerca applicata sempre, sfruttando le capacità empatiche della UX. È stato quindi un progetto condiviso che ha cercato di includere in primis la community creata in aula e che pone solide basi per la seconda edizione.”

Andrea Di Salvo, Direzione scientifica Master in User Experience per l’Inclusive Design 


“Sono stati mesi molto intensi per le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato al Master. Mesi in cui, insieme ai docenti, hanno potuto toccare con mano le molteplici discipline che supportano l’attività quotidiana di UX Designer, concentrandosi sugli aspetti dell’inclusività, ormai irrinunciabili. Per chi, come me, ha lavorato alla costruzione di questo Master per oltre un anno è un momento importante ed emozionante perché chiude la fase d’aula insieme e dà il via a un’altra esperienza questa volta in azienda. Tutto ciò che abbiamo vissuto non può che spronarci a fare ancora meglio nei prossimi mesi per realizzare la seconda edizione.”

Francesca Montagna, Prof. ssa Associata di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione nel Politecnico di Torino 


“Concludere la prima fase del master è un passo importante di crescita personale e professionale. Gli studenti iniziano la loro esperienza nelle diverse aziende portando con sè, non solo un bagaglio di conoscenze  tecniche e specialistiche ma una prospettiva più olistica ed inclusiva del design capace di considerare una vasta gamma di capacità ed esperienze umane. Auguro a loro la possibilità di fare la differenza, con la consapevolezza che il vero successo si trova nell’includere e valorizzare ogni individuo.  

Francesco Milanesio, Executive Creative Director e Associate Partner di Triplesense Reply – Membro del comitato scientifico del Master  


L’augurio da parte di tutti noi è che la loro curiosità e voglia di imparare un futuro digitale più inclusivo e accessibile per tutti non si esaurisca mai, per lasciare un’impronta digitale di inclusività e innovazione nel loro cammino e in quello di tutta la comunità di oggi.

Marella Maramazza, Direttore Generale ISTUD

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1000 leader dell’impact finance si sono riuniti a Torino per accelerare un cambiamento positivo per le persone e il pianeta.

La community europea dell’impact investing si è riunita in occasione della Impact Week di Torino dal 22 al 24 novembre e ha presentato proposte concrete per guidare un futuro sostenibile e resiliente per le nostre economie e società.

EVPA – ora Impact Europe – la rete europea di impact investing, con Fondazione CRT e Fondazione Compagnia di San Paolo anchor partners, Cottino Social Impact Campus e Fondazione Time2 content partners e Torino Social Impact quale collante della ricca e variegata rete d’impatto del territorio, ha riunito 1000 leader e professionisti provenienti da tutto lo spettro dell’impatto.

Mentre ci avviciniamo alla scadenza del 2030 per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, abbiamo bisogno di più investimenti a impatto che identifichino, alimentino e si assumano grandi rischi per soluzioni innovative a complesse sfide sociali e ambientali, dalla crisi climatica ai sistemi alimentari sostenibili.

Con 120 sessioni e 100+ relatori in 3 giornate, le conversazioni e le sessioni hanno portato approfondimenti pratici ed esempi di scoperte innovative nella finanza d’impatto per scalare ciò che funziona e raggiungere lo sviluppo sostenibile.

L’Impact Champions Award è stato assegnato a tre pionieri dell’impatto: connettori, innovatori, leader coraggiosi: Eleni Theodorou, Managing Director di We Share Forward, Alejandro Oñoro Medrano, CEO di ILUNION, e Lama Amr, CEO di Build Palestine.

Nel 2024 Torino sarà ancora al centro del dibattito internazionale sull’economia di impatto, con un evento a maggio dedicato al ruolo dell’informazione organizzato da Torino Social Impact, che chiamerà a raccolta da tutto il mondo esponenti dell’Impact Journalism, movimento basato sulla convinzione che per affrontare le grandi sfide sociali ed ambientali anche il giornalismo possa e debba essere parte attiva della soluzione.

Il Cottino Social Impact Campus, nel ruolo di content partner dell’Impact Week 2023, ha mandato in onda, mercoledì 22 novembre, l’evento “IMPACT B Y LAW – Navigating ESG & Impact Regulation in Europe” – una prospettiva a noi molto cara che presidiamo da due anni attraverso un pillar formativo dedicato, sotto la direzione scientifica di Emiliano Giovine, Presidente di GAIL Europe, main stakeholder dell’evento e del Campus in area legal; mentre il 24 novembre duplice momento di riflessione, al mattino, grazie al panel “Beyond Compliance Reporting: Connecting IMM to Strategy and Governance“, anticipato dall’intervista di Alessia Gianoncelli a Marella Caramazza, Direzione strategica del CEVIS e proseguito con l’interessante dibattito tra Mario Calderini, nostro Scientific Advisor Marella Caramazza, Karim Harjii, Programme Director of the Oxford Impact Measurement Programme at the Said Business School, University of Oxford e Karen Wilson, Chair of the Supervisory Board of the Impact Linked Finance Fund e board member EVPA. Nel pomeriggio, invece, con “IP Labs – the ecosystem learning program” – abbiamo voluto ripercorrere gli apprendimenti e il modello progettuale insieme ai vincitori delle prime tre edizioni e alla community internazionale dell’impact week EVPA. Un bel framework che ci motiva a proseguire e posiziona il nostro impegno verso la quarta edizione…

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Innovare le strategie di people management

Nella trama dei rapporti che legano le imprese al loro territorio e agli attori che lo compongono, l’azienda non è solo un soggetto economico, ma anche un soggetto sociale e culturale

Le azioni di DEI sono pienamente inscritte nel processo strategico per la costruzione di nuovi equilibri tra crescita economica, sostenibilità, benessere delle persone e coesione sociale. 

Gli specialisti delle Risorse Umane devono agire con competenza e consapevolezza il loro ruolo di attori strategici, purpose players e generatori di un impatto addizionale e misurabile, rendendosi “pionieri interni” di politiche e pratiche innovative ma al tempo stesso coerenti con la cultura organizzativa e con l’identità valoriale ed etica dell’azienda. 

L’insieme di vincoli e opportunità (PNRR, ESG, Agenda 2030) oggi in campo sollecita le imprese a mettere a valore i molteplici vantaggi di una gestione consapevole di diversità, equità e inclusione nella cura delle risorse umane, nel riposizionamento competitivo dell’impresa, nel rafforzamento delle sinergie con gli stakeholder.

✔️ Disabilità, ageing, genere, multiculturalità: le dimensioni della Diversity, Equity, Inclusion e il ruolo strategico delle Risorse Umane

✔️ Accompagnare le organizzazioni nello sviluppo di un modello di gestione  in cui possano crescere l’ascolto, l’empatia, la fiducia, il coinvolgimento, l’inclusione

✔️ Sviluppare la propria strategia di HR people management ad impatto  in ottica DEI

✔️ Gli indicatori e le metriche per misurare le politiche DEI in azienda

✔️ Best practice aziendali in ambito DEI

In questo Conversation Meeting dialogheremo con Laura Zanfrini, Direttore Scientifico del pillar Cottino Social Impact Campus e Istud Business School DEI: Diversity, Equity, Inclusion” e Professore ordinario presso l’Università Cattolica di Milano, Caterina Soldi, Development & Program Manager Cottino Social Impact Campus e alcune aziende ospiti impegnate a sostenere i valori di diversità, equità e inclusione attraverso l’adozione di processi aziendali, strutture organizzative e iniziative gestionali: tra le quali AB Holding Spa, AIDP Piemonte e Valle d’Aosta e Reale Mutua Assicurazioni.

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📆 Quando? martedì 7 novembre
🕣 A che ora? 12.00 – 13.00
📱  Dove? In diretta social LinkedIn ISTUD e sui siti ISTUD Business School e Cottino Social Impact Campus



È Roberta Ligossi a conquistare la 1° edizione del premio “WE For Sustainability” del Cottino Social Impact Campus, assegnato nell’ambito del premio GammaDonna 2023.

Alla startup di content e-commerce dedicata all’artigianato contemporaneo il riconoscimento ideato dal Cottino Social Impact Campus nell’ambito dell’edizione 2023 del premio all’imprenditorialità femminile.

Roberta Ligossi porta avanti la sua scommessa imprenditoriale con il founding team under 35 tutto al femminile della sua Ta-Daan, startup di “content e-commerce” dedicata all’artigianato contemporaneo, con una community di 200mila follower e un network europeo di 5.000 piccole botteghe artigiane provenienti da tutta Europa. Da un lato, punta a sensibilizzare le nuove generazioni su uno stile di consumo alternativo, più etico e sostenibile. Dall’altro contribuisce – anche attraverso un nuovo storytelling – alla sopravvivenza e all’evoluzione del piccolo artigianato locale. Ridefinendo l’artigianato da “metodo di produzione” a potente strumento di diffusione dei valori di unicità, sostenibilità e consapevolezza.

Le eccellenze imprenditoriali vanno riconosciute e ancora più quelle femminili, per il loro potenziale di generare, più di altre, impatto sociale. L’imprenditoria femminile è infatti una leva strategica in quel percorso intrapreso dal Campus di acceleratore della transizione verso la sostenibilità a 360°, attraverso cui non solo colmare un “gap” culturale che è sotto gli occhi di tutti, ma anche mettere in atto una vera trasformazione sostenibile, a livello sociale e ambientale ” secondo Cristina Di Bari, CEO Cottino Social Impact Campusoggi – continua Di Bari – la cultura dell’impatto non può e non deve più essere prerogativa di pochi, ma visione condivisa del mondo per costruire l’unico sviluppo possibile, ovvero sostenibile sotto tutti i punti di vista.

Ecco le prime sensazioni a caldo di Roberta, ancora sul palco della Italian Tech Week, appena ricevuto il premio “WE For Sustainability” da Giuseppe Dell’Erba, Board Member Cottino Social Impact Campus | Direttore Generale Fondazione Cottino:

Alcune immagine della premiazione di venerdì 29 settembre:

TUTTI I PREMI GAMMADONNA 2023 E LE VINCITRICI:

Susanna Martucci, fondatrice e CEO di Alisea, è la vincitrice dell’edizione 2023 del Premio GammaDonna. Grazie alla visionarietà con cui – da 30 anni – combina scarti industriali, innovazione nei processi produttivi, e tecnologie all’avanguardia, dando vita a prodotti unici senza materia prima. 

La scelta di puntare sull’innovazione come fattore di sviluppo d’impresa, prima ancora di essere un’esigenza commerciale, è stata un’esigenza personale. Innovare non è solo indispensabile – ha commentato Susanna Martucci nel ricevere il Premio – è gratificante, anche sul piano sociale, un fondamentale contributo al miglioramento della vita delle persone. Una spinta dove non esiste una vera differenza tra donne o uomini, ma che forse è più faticosa per le imprenditrici che devono superare le aspettative legate a consuetudini, ed in alcuni casi uscire dalla comfort zone”.

Cristiana Vignoli – CEO Hemera Pharma [Verona] vince il riconoscimento di Intesa Sanpaolo Innovation Center assegnato alla startupper più innovativa – che ha sviluppato la prima terapia al mondo per la cura delle lesioni del midollo spinale: un progetto biotech di medicina rigenerativa e alta ricerca tutto italiano. “Un’innovazione di grande valore etico e sociale, tema di assoluta centralità per Intesa Sanpaolo Innovation Center – ha affermato  Stefano BruzziHead of Development of Innovation Network, Intesa Sanpaolo Innovation Center – Nella sua mission di valorizzare talenti ed idee ad elevato potenziale, Intesa Sanpaolo Innovation Center ha scelto di premiare Cristiana Vignoli di Hemera, per l’impegno e l’ambizione di apportare significativa innovazione nella cura medica delle lesioni midollari, ridando speranza a pazienti che finora non ne avevano.”

Sabrina Fiorentino – founder & CEO SESTRE [Trinitapoli, BAT] – vince lo speciale riconoscimento di Valentina Communication (ideatrice del Premio), istituito in memoria della sua fondatrice e assegnato all’imprenditrice che si è distinta nel campo della comunicazione online e offline, che ha utilizzato la potenza della dieta mediterranea per sviluppare soluzioni nutraceutiche per il trattamento di disfunzioni e malattie invisibili che compromettono la fertilità e la qualità della vita della donna.

Il nostro riconoscimento a Sabrina – ha detto Marco Parenti, CEO di Valentina Communication – è per l’instancabile attività di divulgazione e sensibilizzazione, con la quale sta rivoluzionando il mondo della fertilità, creando ponti di consapevolezza e portando più ricerca scientifica sul mercato, più mercato nelle Università e più componente femminile nel mondo istituzionale.”

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Scopri il percorso Impact Prototypes Labs e le altre offerte formative nella sezione Education&Learning.


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Premiata Fratelli Bonfanti con “B_OND” e menzione di merito del Cottino Social Impact Campus all’impresa Ri-generation.

F.lli Bonfanti, storica azienda produttrice di bottoni di alta moda, è l’impresa premiata alla 3° edizione di Impact Prototypes Labs IP Labs, primo programma pratico per lo sviluppo di progetti aziendali di sostenibilità e ad impatto sociale per innescare processi innovativi che contribuiscano a generare, insieme, impatto positivo. L’impresa ha sviluppato il progetto B_OND, un bottone “intelligente” che funge da dispositivo di SOS che, se premuto, invia la propria posizione GPS e un messaggio di richiesta d’aiuto a numeri preregistrati inseriti su una apposita app. Il dispositivo è pensato per aiutare le persone, e in particolare le donne, in una situazione di pericolo o difficoltà. Al progetto ha lavorato il team composto dagli studenti del Politecnico di Torino Giorgia Ficili, Mattia Ciarpella, Mattia Cicchinè, Edoardo Domenella, e dell’Università di Torino Tamar Tomaradze.

Il progetto è stato premiato, si legge nella motivazione della giuria “per aver ricercato, attraverso l’innovazione tecnologica applicata a un prodotto tradizionale, una soluzione ad elevato impatto sociale a beneficio di ragazze e donne che si trovino in situazioni di pericolo percepito, in tal modo contribuendo a porre fine a ogni forma di discriminazione e violenza sulle donne sia nella sfera privata sia in quella pubblica, attraverso il coinvolgimento attivo della comunità”.

La F.lli Bonfanti è una storica azienda familiare con sede a Torino che produce bottoni alta moda in Italia dal 1946. Da San Francisco a New York, Londra, Parigi passando per Roma, Monaco di Baviera e Osaka, i bottoni Bonfanti sono nelle migliori mercerie e negozi di lane, tessuti e accessori moda.

La menzione di merito del Cottino Social Impact Campus è andata all’azienda Ri-generation, società benefit con sede a Vinovo che rigenera elettrodomestici. Il progetto sviluppato nell’ambito di IP Labs è un progetto “problem driven” volto a rendere più incentivante per le imprese produttrici di elettrodomestici il loro sistema di rigenerazione, attraverso il beneficio di impatto sociale come leva per aumentare la loro sostenibilità e trovare nuove aree di sviluppo del mercato.

Il progetto ha ricevuto la Menzione per l’alto impatto sociale positivo generato come si legge nella motivazione del Comitato Scientifico: “per aver integrato ed arricchito un modello di business nativamente orientato al paradigma dell’economia circolare ad obiettivi di impatto sociale intenzionale, misurabile ed addizionale. L’innovazione di business model, che si arricchisce di importanti strategie di partenariato con rilevanti attori di mercato, è impreziosita dall’intento di includere minori e adolescenti in condizioni di svantaggio attraverso attività di formazione e di acquisizione di nuove capacità.”

Al progetto ha lavorato il team composto dagli studenti del Politecnico di Torino Enrico Ferramosca, Francesco Monaca e Mariantonietta Piconio. “Assistere alla presentazione dei progetti, che hanno saputo interpretare il paradigma dell’impatto ESG insieme ad una community di oltre 200 persone tra imprenditori, manager, docenti, tutor e studenti, è la conferma del successo della terza edizione di IPLabs  dedicata all’innovazione di modelli di business, di prodotti e servizi, di riorganizzazione dei processi e di ampliamento delle competenze– commenta Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus e Presidente della Fondazione Cottino. – Un capitale relazionale e di competenze di così ampio respiro rafforza la nostra convinzione che stiamo andando nella giusta direzione che ci vedrà in futuro sempre impegnati per accompagnare e misurare la sostenibilità in tutte le sue espressioni.”

La 3° edizione del programma ha visto 31 imprese del territorio piemontese lavorare per oltre 4 mesi alla realizzazione di 28 progetti ad impatto sociale. Grazie al lavoro a stretto contatto con gli 86 studenti delle Lauree Magistrali del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Torino, i 13 docenti con i 30 tutor di Cottino Social Impact Campus e di UniGens si è giunti all’individuazione delle dieci finaliste: Bart, C.IA.C, Coesa, Euro Stamp 1, Fratelli Bonfanti, Labins, Marazzato Soluzioni Ambientali, Ri-generation, Trafilplast, Zama Solutions per aver interpretato al meglio la sfida dell’Impact Economy in base ai criteri di originalità della soluzione proposta, di rilevanza del tema sociale affrontato e di qualità delle metodologie adottate.

La terza edizione di IP Labs, che aveva preso il via il dicembre scorso proprio da Palazzo Birago, si conclude oggi con la presentazione dei progetti finalisti, che per qualità e valore confermano la validità della formula proposta, che fa dialogare studenti e imprese sui temi dell’impatto sociale – afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Si conferma oggi anche l’importanza del lavoro svolto dal Cottino Social Impact Campus, che proprio pochi giorni fa ha inaugurato insieme a noi il nuovissimo Centro di Competenze per la Valutazione e Misurazione dell’Impatto, caso unico in Italia e best practice a livello europeo”.

Per Francesco Brizio, Responsabile Stakeholder & Territorial Developement Development Region Nord Ovest Unicredit, “la sostenibilità è una necessità fondante che riguarda il mercato e le generazioni future, oltre che una grande opportunità. La sfida che viene posta alle imprese è un paradigma di sopravvivenza per le aziende e gli istituti bancari devono ripensare al loro ruolo in questa direzione”.

Le imprese che hanno partecipato hanno avuto l’opportunità di accedere a un programma di apprendimento collettivo con cui esprimere e valorizzare le loro potenzialità e capacità di generare impatto sociale positivo; di comprendere le principali sfide legate alle grandi trasformazioni ambientali e sociali di scala globale; di individuare e qualificare opportunità di innovazione; di conoscere e confrontarsi con altre imprese; di incontrare e lavorare con giovani ad alto potenziale interessati ai temi dell’innovazione e dell’impatto.

IP Labs edizione 2022-2023 è stato possibile grazie ad un investimento complessivo di oltre 200 mila euro della Fondazione Cottino, della Camera di commercio di Torino e di UniCredit e realizzato dal Cottino Social Impact Campus. Tra gli elementi distintivi del programma l’importante ecosistema di competenze, reputazione e partnership: Camera di commercio di Torino, UniCredit, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Einaudi, Unione Industriali Torino, API Torino, Confindustria Canavese, YES4TO, UniGens e Torino Social Impact.

L’Impact Day, i progetti vincitori e le aziende coinvolte sono anche state raccontate in questi articoli:


Il 30 maggio è stata presentata a Torino la ricerca sul ruolo e sulla figura professionale del Social impact manager promossa da Asfor – Associazione Italiana per la Formazione Manageriale in collaborazione con Cottino Social Impact Campus e SAA – Torino School of Management.  

Chi è il social impact manager? Quali competenze deve avere?


Quale ruolo può assumere all’interno di imprese e organizzazioni? Sono alcune delle domande che hanno animato la ricerca promossa da ASFOR in partnership con gli associati Cottino Social Impact Campus e SAA-School of Management, i cui risultati sono stati presentati il 30 maggio a Torino con il convegno “Quale ruolo per il social impact manager? Formare per generare valore sociale”.

Obiettivo della ricerca, e dell’incontro, definire la fisionomia, l’utilità e la potenziale collocazione di una figura che all’interno delle aziende si occupi di gestire e di rendicontare, con attenzione specifica, le tematiche di natura sociale connesse con l’attività d’impresa. Identificando percorsi formativi utili a svilupparne le competenze, affinché la gestione degli aspetti sociali diventi un driver di valore socioeconomico per l’impresa e anche per il territorio.

Una figura trasversale

«Asfor promuove un’intensa ricerca sul campo, in collaborazione con aziende, istituzioni pubbliche, fondazioni, terzo settore. Lo fa secondo le rigorose metodologie scientifiche proprie delle business school associate e con una visione inclusiva e multidimensionale che ha reso l’associazione un punto di riferimento per lo sviluppo del nostro Paese. Questa ricerca si rivolge a un ampio pubblico e intende sollecitare la capacità di leggere il contesto, alimentando la riflessione e il dialogo. La figura del social impact manager è trasversale alle varie funzioni e avrà un ruolo strategico nel tradurre dalla teoria alla pratica le azioni di sostenibilità sociale delle organizzazioni e nel costruire una nuova cultura di relazione e condivisione», afferma il segretario generale di Asfor, Mauro Meda.

Nuovi paradigmi aziendali

«I risultati della ricerca, a conferma dei segnali che SAA recepisce da territorio, istituzioni e allievi, evidenziano un forte interesse verso i temi legati alla sostenibilità. Nuovi paradigmi aziendali e nuovi modelli di business richiedono competenze manageriali e imprenditoriali che includano i temi ESG nelle scelte strategiche in un nuovo modo di fare impresa. SAA – School of Management di Torino da sempre caratterizzata da un mix di storia e innovazione è in prima linea per supportare il tessuto socio-economico nella transizione verso un nuovo modello di business per un’impresa sostenibile e responsabile», continua Davide Caregnato, direttore di SAA – School of Management, Università di Torino

Impatto sociale, dimensione trainante

«Scandagliando il mondo dalle aziende, emerge la necessità di un profilo professionale che inglobi la gestione di tutte le tematiche collegate alla sostenibilità e all’impatto sociale, ben oltre il solo aspetto ambientale. Si avverte inoltre un enorme bisogno di formazione: alla conoscenza normativa, indispensabile in ingresso, devono aggiungersi altre, più complesse, competenze, che si maturano nel tempo, in una dimensione di lifelong learning nella quale un up-skilling e re-skilling continuo consente alle persone di adattarsi ai continui cambiamenti. Il contesto dinamico offre ampio spazio di collaborazione tra chi costruisce la formazione e chi ne ha bisogno per portare i risultati sul mercato, aprendo nuove opportunità di progettazione cogestita, innovativa, che coinvolge le filiere. Più che un punto di arrivo, questa ricerca è un punto di partenza verso il rafforzamento di competenze, la formazione e l’accreditamento di profili professionali capaci di guidare il sistema economico verso una crescente responsabilità sociale», spiega Manuela Brusoni, presidente della Commissione di Accreditamento Asfor, Dean’s Delegate for Accreditation SDA Bocconi School of Management e responsabile della ricerca sul social impact manager.

Formazione pratica, sperimentale e trasformativa

«La ricerca presentata è stata uno stimolo importante per rendere efficace il confronto tra le imprese, gli enti di formazione e tutti gli attori impegnati nella transizione verso una autentica sostenibilità e una cultura dell’impatto. La sfida su come raggiungerla è la mission del Cottino Social Impact Campus che si impegna anche attraverso Istud Business School a realizzare una formazione pratica, sperimentale e trasformativa che a tutti i livelli dell’azienda porti a considerare l’impatto ingrediente determinante del posizionamento identitario e della capacità di innovare di imprese e organizzazioni», osserva Giuseppe Dell’Erba, direttore di Fondazione Cottino.  

Produrre valore condiviso

«Siamo di fronte a una fase di cambiamento strutturale del concetto stesso di impresa, all’interno della cui catena del valore diventa essenziale, e sempre più fattore competitivo, saper produrre valore condiviso, economico, ambientale e sociale, confrontandosi e interagendo con gli stakeholders e raccordandosi alle strategie di sviluppo sostenibile, nazionali e regionali. Nell’ottica di creare imprese e società responsabili e sostenibili nel tempo. Questo richiede accompagnare il management delle imprese in questo processo di trasformazione», sottolinea Marcello Bogetti, responsabile Center for Business and Society – SAA School of Management dell’Università di Torino.

Integrare le competenze tradizionali

«La consapevolezza della propria capacità trasformativa e l’impatto positivo sono oggi prioritari per le imprese che devono integrare responsabilità sociale e sostenibilità nella loro strategia. Dalla ricerca e dal convegno è emerso quanto sia necessario contemperare le competenze manageriali tradizionali con quelle di leadership nel plasmare la cultura organizzativa e nell’integrare l’impatto in tutte le funzioni aziendali, per definirne gli obiettivi e realizzarlo cosicché abbiano effetti positivi verso la società, l’ambiente e gli stakeholder interni ed esterni», conclude Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus.

Alla mattinata di lavori hanno preso parte anche Fabio Carosso, Vicepresidente e Assessore della Regione Piemonte con deleghe a Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo della Montagna, Foreste, Parchi, Enti locali; Alberto Tonelli, Dottorando in Business and Management, Università di Torino; Alain Devalle, Professore Ordinario in Economia Aziendale – Università di Torino; Claudia Galetto, Coordinatrice del gruppo di ricerca Sostenibilità e governance nell’Area Crescita sostenibile e sviluppo del territorio di IRES Piemonte; Rossella Sobrero, Presidente Koinètica;Marisa Parmigiani, Responsabile Sustainability Gruppo Unipol; Angelo Perez, Ceo &Co-founder Weco impresa sociale srl; Marella Caramazza, Board Member Cottino Social Impact Campus e Direttore generale ISTUD Business School; Carlo Majorino, Amministratore Unico SAA – School of Management, Università di Torino.

Media partner, formaFuturi.news, la rivista di cultura manageriale di Asfor e Apaform.

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Il percorso ISTUD – Politecnico di Torino, in collaborazione con Triplesense Reply e Cottino Social Impact Campus sarà presentato il 20 giugno alle ore 10:30 presso il Campus. 

L’Italia, con i suoi oltre 36.000 operatori, un valore aggiunto generato nel 2021 di 3 miliardi e oltre 60.000 occupati, è il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive nel comparto del design.

Il World Economic Forum indica le professioni del design tra gli ambiti di lavoro in maggiore crescita da qui al 2030. Ursula von der Leyen ha posto al centro dell’iniziativa transdisciplinare del nuovo Bauhaus

europeo per il green deal un approccio guidato da principi ispirati al design. Molto però è ancora da fare nell’ambito della progettazione di esperienze digitali inclusive, se pensiamo che il 98% dei siti in Italia

non sono in linea con i diritti privacy di utenti svantaggiati (fonte Federprivacy), e che la legge Stanca obbligherà – a partire dal 2025 – siti e app all’adeguamento a criteri di accessibilità nei contenuti e

fruibilità nelle informazioni offerte verso tutti gli utenti.

Il nuovo master in User Experience per l’Inclusive Design, organizzato da ISTUD Business School e Politecnico di Torino, con la partnership di Cottino Social Impact Campus e Triplesense Reply, si

inserisce in questo scenario, con l’obiettivo di formare la nuova figura professionale dell’UX Inclusive Designer, responsabile della progettazione di esperienze (digitali e non) in cui la diversità e la disabilità

diventano punti focali per disegnare servizi innovativi, accessibili e inclusivi. Attraverso un approccio che unisce competenze di design, tecnologia, management, impatto sociale.

Il master in User Experience per l’Inclusive Design si rivolge a persone con provenienze di studio diversificate: tecniche e ingegneristiche, umanistiche, economico-sociali e in generale a chi è

interessato alla progettazione di esperienze digitali con attenzione all’accessibilità, all’inclusività, alla sostenibilità.

L’idea di questo nuovo programma è nata dalle esigenze delle imprese che ricercano figure multidisciplinari, sensibili e competenti in questo ambito. Oltre 20 organizzazioni di tutti i settori – dalla

consulenza alla finanza, dalla comunicazione alla produzione; del mondo profit e del terzo settore – hanno sposato il progetto e sono ora pronte ad inserire gli studenti nelle proprie strutture.

Servizi digitali, internet e tecnologie sono parte fondante di ogni aspetto della nostra vita. Rappresentano il canale di accesso a salute, denaro, lavoro, informazione, trasporti, intrattenimento e interazioni

sociali. Per questo è fondamentale che siano fruibili da tutte le persone, senza esclusioni. Progettare per l’inclusione è utile a incentivare la creatività e l’innovazione. Il design diventa così una forza per il

cambiamento, un driver che genera nuove soluzioni e un catalizzatore per la trasformazione sociale.

Il percorso partirà a Torino, il prossimo 25 settembre, all’interno del Cottino Social Impact Campus, situato nel cuore della Cittadella Politecnica, Corso Castelfidardo 30/A.

Le selezioni sono aperte.

Per maggiori info :

Master in User Experience per l’inclusive design

Ecco la rassegna stampa:


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