Pensare, progettare e dare vita ad idee che rendano sostenibile e vivibile la società in cui viviamo è una delle grandi sfide che siamo chiamati ad affrontare

Una sfida che il Cottino Social Impact Campus ha lanciato a 25 aziende del territorio e a 93 studenti del Politecnico di Torino attraverso il programma Impact Prototypes Labs per arrivare a generare impatto sociale e produrre un cambiamento positivo nella società, lavorando sulle proprie esperienze, sulle proprie risorse e sfruttando il proprio know-how in un’ottica “impact”. 

In sintesi, si è richiesto di sfruttare quello che al Campus definiamo come il proprio potenziale trasformativo. Una trasformazione che non consiste nel gettare nuove basi per costruire la propria azione, bensì di far evolvere quelle che sono già le nostre capacità e portarle ad un nuovo livello di “fare e agire”.

Il programma IP Labs nasce con l’idea di incoraggiare le imprese e gli studenti ad effettuare un cambio di paradigma per il bene della società, attraverso lo sviluppo di soluzioni prototipali ad alto impatto sociale.  

Guarda il teaser trailer che racconta l’esperienza di alcuni dei team di progetto partecipanti ad Impact Prototypes Labs 2020 – 2021

A vincere l’edizione 2020-2021 è stato il gruppo di studenti che ha lavorato sul progetto ideato dall’azienda Laser s.r.l. che ha creato una piattaforma per i giovani affetti da diabete di tipo 1 in cui potersi confrontare e supportare. Per tutti i componenti del team, il Cottino Social Impact Campus ha offerto la partecipazione a Impactware, il percorso di sviluppo di competenze per l’impatto sociale.

Premio speciale assegnato dal Campus invece al team di studenti che ha preso parte al progetto del CAAT S.c.p.A. – Centro Agroalimentare di Torino, un progetto per recuperare il cibo invenduto e trasformarlo in prodotti a lunga conservazione e impiegando risorse umane a rischio di esclusione sociale. I ragazzi potranno seguire un Dive, un corso di un giorno, dedicato al Design for Social Impact

Agli studenti che hanno lavorato con l’azienda Fooderapy s.r.l. è invece andato il premio del Lions Club International, che consiste nella partecipazione ai primi due moduli del percorso Impactware, Explore e Understand, per avvicinarsi ai temi e alle competenze dell’impatto sociale.

L’Impact Day, i progetti vincitori e le aziende coinvolte sono anche state raccontate in questo articolo uscito sul Corriere della Sera Torino, media partner dell’evento.


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Nel nostro tempo, caratterizzato da complessità, accelerazione e incertezza, abbiamo un sempre più urgente bisogno di competenze che ci permettano interpretare e anticipare il cambiamento.

L’obiettivo di Strategic Foresight e Future Studies è proprio questo: fornirci gli strumenti per fare un salto nel futuro, vedendo le possibilità che porta con sé, per poi tornare ad agire nel presente con maggiore consapevolezza ed efficacia.

La complessità non ci consente di ragionare e agire in modo lineare come ci è stato insegnato fin dai primi giorni di scuola, richiede un approccio sistemico che tenga conto di molti fattori, e capace di cogliere rischi e opportunità. Pertanto è necessario imparare e abituarsi a osservare i segnali e i cambiamenti (di tipo tecnologico, sociale, ambientale, politico ed economico), a immaginare scenari possibili alternativi di lungo periodo e a costruire strategie “a prova di futuri”, per dare senso alle decisioni e alle azioni che compiamo nel presente e nel futuro prossimo.

Questo approccio implica mentalità, conoscenze e competenze che costituiscono una base necessaria oggi per interpretare i segnali trasformativi, anticipare i cambiamenti, migliorare la capacità strategica, attivare nuove competenze come la resilienza, l’anticipazione, l’immaginazione, l’etica, la leadership orientata al futuro.

Naturalmente non possiamo prevedere il futuro, perché non abbiamo dati ed evidenze.

Salvo qualche eccezione, come per alcune forze e fenomeni in atto, misurabili, su cui possiamo applicare proiezioni statistiche (es. clima, demografia, alcuni trend tecnologici).

Tuttavia il futuro può (deve) essere immaginato, pensando ai possibili scenari che si profilano e che hanno impatto significativo su nostri contesti, mercati, territori, organizzazioni.

Gli scenari sono narrazioni di “che cosa è successo” nei futuri che abbiamo immaginato.
Non è un errore grammaticale: il punto è pensarli “con la testa nel futuro”, come qualcosa che accade o è accaduto. Così costruiti tali racconti ci preparano ad affrontare le diverse opzioni in maniera proattiva e resiliente.
Un approccio utile ed efficace, sia per gli individui con i loro progetti personali e imprenditoriali, sia per le aziende che non solo vogliono sopravvivere reagendo in un mercato sempre più volatile, ma quel mercato vogliono determinarlo.

Guarda la Impact Cherry di Alberto Robiati, direttore di ForwardTo – Studi e competenze per scenari futuri e direttore della Foresight Academy in partenza dal 16 ottobre.

Ma come farlo?

Prima di tutto occorre imparare a pensare a finestre temporali di lungo periodo (es. a 10 o 15 anni). Questa disciplina ci permette di guardare al presente con gli occhi del futuro. Il futuro è il mezzo, non il fine: serve a prendere decisioni strategiche nel presente e nel nostro futuro prossimo. E quindi a innescare, oggi, azioni e comportamenti.

Il futuro non è uno solo, dunque. I futuri, e gli scenari ad essi legati, sono molteplici.

Distinguiamo i futuri probabili, quelli che possiamo elaborare analizzando i dati a nostra disposizione (es. sui megatrends). Poi i futuri possibili, desumibili in parte dall’analisi di segnali deboli che cogliamo nel presente e che potrebbero rafforzarsi, e in parte esplorando le possibilità grazie alla capacità di pensarle, attivando l’immaginazione e la creatività. Questi futuri possibili contemplano anche i cambiamenti più radicali, compresi i cigni neri, eventi imprevisti ma ad alto impatto che modificano il corso del futuro (“Le cose non saranno più come prima”).

Infine lavoriamo sui futuri preferiti, la direzione verso cui vogliamo andare. Si tratta di quegli orizzonti che vogliamo attirare a noi con le nostre decisioni e le nostre azioni, il porto in cui vogliamo approdare. Si tratta di un futuro che attira a sé il presente, mobilitando energie, risorse, azioni in grado di realizzare (o adattarsi a) le pre-condizioni per quella visione auspicata.

Seneca diceva che nessun vento è favorevole per chi non sa a quale porto vuol approdare. Ma tutti i venti possono essere favorevoli a chi sa leggerli e anticiparli.

Ed è questo che si impara alla Foresight Academy, generare futuri desiderati (che si tratti di mercati, business, società, territori ecc) tracciando rotte nella complessità e nell’incertezza, sviluppando capacità anticipatorie in grado di muovere le nostre vite e il nostro business in maniera fluida, adattabile (anti-fragile, direbbe Nassim Taleb), consapevole delle diverse possibilità alternative.

Stefano Colmo, networking manager di ForwardTo – Studi e competenze per scenari futuri

Vuoi rinforzare la mentalità orientata al futuro, nutrire l’intelligenza strategica e acquisire metodi di Foresight per muoverti consapevolmente nella complessità del nostro tempo?

Contattaci scrivendo a info@cottinoimpact.org


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Produrre cambiamenti nella società in cui viviamo attraverso l’impatto sociale e una proposta formativa ed educativa verticale, innovativa, creata su misura è l’obiettivo del Cottino Social Impact Campus ed è la ragione per cui abbiamo avviato una partnership con la Fondazione Human +, che a partire da gennaio 2021 ha rifocalizzato la sua missione esclusivamente su progetti a sostegno della parità di genere.

Il primo di questi progetti è “Stem Days – Il camp delle ragazze” che siamo felici di ospitare nei nostri spazi dal 21 giugno al 2 luglio, un percorso formativo esperienziale ideato, organizzato e finanziato dalla Fondazione Human + con l’obiettivo di avvicinare le ragazze della Città Metropolitana di Torino a competenze che le renderanno protagoniste nel mondo del lavoro. Fino al 2030, la Fondazione selezionerà ogni anno 40 ragazze – 16 e 17 anni – curiose della tecnologia e pronte a scoprire cos’è l’empowerment. Faranno esperienze concrete di laboratorio su progetti di coding, stampa 3D, intelligenza artificiale e web design. Per ulteriori informazioni www.stemdays.it 

Potrebbero sembrare un tema e un target lontani dal Campus, ma così non è, perché questo progetto si inserisce pienamente nel nostro impegno di portare avanti una filosofia educativa di progettazione condivisa e trasformativa, che abbiamo messo a disposizione anche di questo progetto dedicato alle materie STEM (Science, Technology, Engineering e Math), alle ragazze e alla parità di genere.

Utilizzare le discipline scientifiche per lavorare su una sfida sociale come quella della parità di genere è un approccio innovativo in cui ci riconosciamo. La scienza deve essere riscoperta e valorizzata come strumento e come leva per sconfiggere i tabù e i retaggi della nostra società. 

Sulla parità di genere siamo incredibilmente in ritardo nel nostro Paese e lavorare sull’impatto sociale e le STEM, in modo coordinato, può davvero fare la differenza per avviare un cambiamento necessario

L’impatto sociale infatti è una visione del mondo, c’è un tema di immaginazione, di capacità di vedere un futuro diverso e migliore. Applicare questo metodo di visione trasformativo alla formazione delle giovani donne di oggi, che costruiranno il futuro e il mondo di domani, speriamo più giusto e paritario, è una bellissima sfida per il nostro Campus. 

Come membro del board del Cottino Social Impact Campus parteciperò ad alcuni momenti delle giornate di formazione raccontando i nostri contenuti, il valore del luogo come parte importante del processo educativo, mettendo a disposizione le mie capacità di project manager per spiegare come si possono gestire, coordinare e guidare i processi e i team di progetto.

Gli Stem Days sono un’occasione davvero interessante per il Campus per collaborare ad un’offerta trasformativa legata ad un obiettivo sociale e culturale importante come la parità di genere.Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio di una duratura e generosa collaborazione con la Fondazione Human +.Gli Stem Days sono un’occasione davvero interessante per il Campus per collaborare ad un’offerta trasformativa legata ad un obiettivo sociale e culturale importante come la parità di genere.
Un obiettivo anche di civiltà su cui dobbiamo continuare a lavorare.

Giuseppe Dell’Erba, business advisor del Cottino Social Impact Campus


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Una sfida di progettazione educativa “peer to peer” dedicata all’impatto sociale.

È la base del progetto “A.P.P.E.A.L. – Alliance for Peer to Peer Education and Learning” ideato dal Cottino Social Impact Campus in collaborazione con il Politecnico di Torino.
Un gruppo di universitari tra i 20 e i 25 anni si è messo in gioco per ideare e progettare un’offerta formativa incentrata sull’impatto sociale per coetanei in condizioni di povertà economica, sociale, culturale o educativa.
Un lavoro di formazione e progettazione innovativo svolto sotto la guida esperta del Campus e dei suoi docenti, partito dalla mappatura e dell’analisi dei bisogni dei giovani.

Agli studenti è stato chiesto di pensare in modo libero e creativo ai contenuti e ai format possibili, sia tradizionali che innovativi, con l’obiettivo di ideare un percorso di apprendimento su tematiche relative all’impatto sociale. Un progetto incentrato non solo sulla proposta di nuovi format, ma anche sull’avvicinamento dei ragazzi a temi dell’impatto sociale e alle sue diverse declinazioni e che culminerà nella valutazione peer to peer dei rispettivi progetti da parte degli stessi studenti il prossimo 10 giugno in occasione della presentazione degli elaborati finali.

«Formazione e apprendimento giocano un ruolo di primo piano nella costruzione di una visione del mondo orientata all’impatto sociale. – spiega Elisa Ricciuti, Executive Director – Se questo è vero a tutti i livelli e a tutte le età è pur vero che diverse generazioni esprimono diversamente i propri bisogni formativi in termini di contenuti, di modalità didattiche e anche di apprendimento. Ed è quindi molto interessante metterle al lavoro sulla creazione di percorsi fruibili da loro pari».

Una metodologia di progettazione all’avanguardia unita anche alla consapevolezza di quanto siano diversi i bisogni di conoscenza e apprendimento di quelle fasce di popolazione che si trovano a sperimentare situazioni di iniquità nell’accesso ai servizi, anche educativi.


«Per il Campus – commenta Elisa Ricciuti – è stata un’occasione di valore per occuparsi di inclusività e didattica peer to peer. Temi e metodi di lavoro strategici che ci hanno permesso di costruire un percorso taylor made, customizzato sulle esigenze dei partner e che siamo pronti a sperimentare e guidare anche in altri contesti».


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Quando si è capaci di optare per una scelta etica nel processo decisionale di business?

Deadline stringenti e obiettivi da raggiungere: in un’azienda prendere decisioni può essere complicato sia per i dipendenti che per i manager.
In ambienti complessi infatti non è sempre chiaro come affrontare un processo di decision-making che unisca la migliore scelta etica, i propri valori e gli interessi dell’azienda.

«Nella maggior parte dei casi – spiega Guido Palazzo, docente di Business Ethics presso HEC, University of Lusanne – le scelte e le decisioni che assumiamo vengono suddivise tra il bianco o il nero, quindi tra una versione giusta ed una sbagliata del problema che ci si trova davanti. Ma prendendo ad esempio il tema della crisi data dalla pandemia globale, ci si ritrova davanti la scelta del dover da un lato salvaguardare la vita delle persone e dall’altra salvare un’economia inevitabilmente compromessa: non c’è dunque una soluzione ideale».

Saper affrontare questo processo con consapevolezza è alla base di una buona leadership e di una progettazione di azioni ad impatto sociale efficace e condivisa.

Come fare? Orientando il proprio pensiero sistemico verso lo sviluppo di una capacità di leadership focalizzata sull’inserimento dell’etica nel processo decisionale.

Ma cosa significa questo nella pratica?

Le decisioni che vengono prese ogni giorno, spiega il docente, dipendono dal contesto in cui ci si trova: «Il processo di decision-making di ognuno di noi può essere influenzato dall’impronta di leadership che viene data dal nostro superiore». Che può essere eticamente corretta, ma anche aggressiva o autoritaria.

Un fattore rilevante di cui parla il professor Palazzo, che subentra in questo caso, è la cosiddetta group conformity che ci porta a chiedere se possiamo ritenere un comportamento sbagliato se l’intero gruppo in cui siamo inseriti lo sta assumendo. «Piuttosto – spiega Palazzo – si tende a porsi meno domande e ad assumere quel medesimo comportamento, anche se non etico».

Restano poi ovviamente il fattore pressante del tempo, la pressione data dalle tempistiche ristrette, il non sentirsi all’altezza delle mansioni o degli obiettivi affidati: «Questo insieme di argomenti ed aspetti porta ad una modalità di pensiero che sfocia in un “Whatever it takes to survive” e a routinizzare il comportamento scorretto senza produrre un pensiero critico».

Etica e business – Video-focus di Guido Palazzo per Impact Cherry

E’ possibile riconoscere ed intervenire su questi meccanismi?

Guido Palazzo ne parla in aula nel corso Define, parte del percorso Impactware, insieme a Laura Orestano, Elisa Ricciuti, Valeria Cavotta e Claudia Cerna.

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Chi è Guido Palazzo?

È uno dei più citati studiosi di business ethics al mondo. I suoi articoli sono stati pubblicati in prestigiose riviste scientifiche. Lavora come consulente e docente di business ethics  per numerose multinazionali come Siemens, Daimler, Airbus, Volvo, the Federal Reserve Bank of New York, Stora Enso e Johnson & Johnson. Attualmente è docente di Business Ethics presso la HEC, Università di Losanna.

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L’accordo tra il Politecnico di Torino e la Fondazione Giovanni e Annamaria Cottino prende il via ufficialmente.

Il Rettore Guido Saracco: “Insieme costruiremo il primo campus interamente dedicato all’Impact Education: sarà veramente il cuore dell’insegnamento innovativo della nostra Università e della Fondazione Cottino. Nel prossimo futuro ci sarà anche un edificio iconico, concepito per essere esso stesso un simbolo legato all’Impact Education.
Ora siamo consapevoli che solo grazie alle partnership “ibride” saremo in grado di formare gli ingegneri del futuro. Questa collaborazione con uno dei nostri illustri ex alunni, l’Ing. Giovanni Cottino, che ringrazio per averci scelto per il suo progetto, è un esempio che ci rassicura che questa è la direzione giusta da prendere “.

Ing. Giovanni Cottino, dopo aver firmato l’accordo:

“Sviluppare un ecosistema in cui formazione, ricerca e impatto sociale interagiscono per generare nuove conoscenze e valori e principalmente un futuro più equo e sostenibile è la visione chiave della nostra Fondazione.
Essere in grado di farlo attraverso il Cottino Social Impact Campus e il Politecnico di Torino, portando la nostra visione e investendo le nostre risorse, è certamente una grande soddisfazione per me. Desidero ringraziare il Rettore Prof. Guido Saracco e il suo staff per aver mostrato e condiviso capacità e visione per plasmare un futuro in cui le nuove competenze ibride saranno fondamentali per uno sviluppo più sostenibile “.

Il Presidente della Fondazione Cottino, Ing Giovanni Cottino e il Rettore del Politecnico di Torino, Prof. Guido Saracco

Torino, 18 Luglio 2018

La Fondazione Cottino e il Politecnico di Torino firmano il protocollo d’intesa per la costruzione del nuovo Cottino Learning Center.

Diventa realtà il sogno dell’Ing. Giovanni Cottino, realizzare il primo campus dedicato all’impact education, che vuole innovare il modello della formazione. L’obiettivo è generare cultura “impact” attraverso un nuovo modello formativo, per trasmettere l’importanza della sostenibilità sociale, non solo ambientale ed economica, integrandola in tutti i modelli di business, per un futuro più sostenibile.

Oggi la nascita ufficiale con la firma del Memorandum of Understanding con il Rettore Guido Saracco del Politecnico di Torino.

Scarica qui il Press Kit

Di seguito le prime immagini del futuro Learning Center.
(a cura di Masterplan Team del Politecnico di Torino)

Elaborazioni progettuali del Masterplan Team del Politecnico di Torino
Elaborazioni progettuali del Masterplan Team del Politecnico di Torino